INQUINATO IL MAR GRANDE. Mercantile panamense perde liquidi ma non risultano falle. «Errore durante lo svuotamento delle casse di zavorra»
TARANTO - Diverse tonnellate di carburante, da 10 a 15, si sono riversate nel mar Grande a Taranto, vicino al porto. L’incidente a un mercantile battente bandiera panamense, la East Castle, avvenuto nella notte. Inizialmente si riteneva che fosse stato provocato da una falla a bordo, mentre è più probabile che si sia trattato di un errore umano. A dare l’allarme giovedì mattina alla Capitaneria di porto è stato l’equipaggio di un’altra unità navale che era ormeggiata nei pressi dello scafo.
LA NAVE – La East Castle (nella foto) è una portacontainer panamense di 133 metri e 8.000 tonnellate di tonnellaggio e oltre 11.700 di portata lorda. Era salpata dal porto di La Spezia venerdì scorso arrivando domenica nel porto pugliese. È stata costruita nel 1983 dai cantieri tedeschi JJ Sietas Werft (Amburgo) con il nome di David Bluhm.
800 METRI QUADRATI – In mare si è formata una chiazza di circa 800 metri quadrati in corrispondenza del terzo sporgente. Mezzi della Capitaneria di porto, con il supporto della società Ecotaras, hanno circoscritto la zona e iniziato le operazioni di bonifica circoscrivendo la zona interessata dallo sversamento. Presente anche personale dell’Arpa – Agenzia regionale protezione ambiente – per le analisi del materiale riversato in mare: 8 tonnellate sono state già recuperate. La nave era nei pressi dei pontili dell’Ilva per imbarcare dei prodotti finiti.

RECUPERO ENTRO 24 ORE – Per completare le operazioni di bonifica potrebbero volerci alcuni giorni, secondo gli ambientalisti locali; più rassicurante l’opinione della Capitaneria: il comandante in seconda Francesco Russo ha spiegato all’agenzia Radiocor che «il recupero completo è atteso entro le prossime 24 ore. Gli accertamenti sono ancora in corso per attribuire le responsabilità, ma la ricognizione subacquea non ha riscontrato falle». Secondo una nota del comando generale del corpo delle Capitanerie, inoltre, lo sversamento in mare si è verificato di carburante «durante l’attività di svuotamento in mare delle casse di zavorra, contenenti acqua», oppure «durante le operazioni di trasferimento del gasolio». L’incidente dovrebbe quindi essere stato prodotto da un errore di manovra nell’apertura delle valvole tra i serbatoi di zavorra e quelli di greggio.