L’autopsia verrà effettuata lunedì mattina. Ad Anna, 20 anni, l’incobenza del riconoscimento della salma in obitori. Negli ultimi sei mesi il giocatore del Livorno condivideva pensieri ed interessi su Twitter: fan di Ligabue e Ibra, amava viaggiare e stare con gli amici. Tradito più volte dal destino, è ricordato da tutti come una persona sempre allegra.
LIVORNO– Scene di dolore e strazio all’obitorio di Pescara all’uscita delle operazioni di riconoscimento della salma da parte di Anna Vavassori, la poco più che ventenne fidanzata di Piermario Morosini, lo sfortunato centrocampista del Livorno morto sabato allo stadio Adriatico. La ragazza, una pallavolista bergamasca della Valpala Valbrembo, giunta domenica sera a Pescara, era circondata da amici suoi e del giocatore giunti stamattina da Bergamo: con lei anche gli uomini della Digos che insieme ad altri quattro compagni l’hanno portata all’obitorio. La ragazza prima freddamente ha spiegato a tutti che l’autopsia verrà effettuata lunedì mattina, poi davanti alle sue amiche giocatrici nonchè agli amici del fidanzato è crollata in lacrime abbracciando alcuni di loro e mormorando tra i singhiozzi: «Sembrava sorridesse, era bellissimo».
I TIFOSI DEL LIVORNO – In mattinata, a Livorno, all’esterno dello stadio Armando Picchi, i tifosi amaranto si raduneranno per ricordare il giocatore scomparso e deporre fiori, sciarpe, striscione e bandiere in memoria di un calciatore che pur essendo arrivato da pochi mesi aveva in fretta conquistato l’affetto dei supporter.
«INSPIEGABILE» – Ernesto Randazzo, il procuratore sportivo di Piermario Morosini, a cui è spettato l’amaro compito di affrontare i cronisti, ha detto che Morosini era un «giovane uomo che aveva sofferto e che chiedeva sempre a bassa voce se poteva avere un attimo di felicità, ma è evidente che sabato la risposta è stata no…». Randazzo ha confermato che Morosini non aveva mai avuto problemi fisici evidenti. Che quando ha potuto ha sempre giocato con continuità, segno di buona salute e che il ragazzo sperava di essere riscattato dal Livorno perché la nuova avventura gli piaceva. In merito ad un presunto scontro di gioco contro il Padova di qualche tempo fa il procuratore ha scosso la testa, dicendo che come quelli «ce ne sono a decine in tutte le partite», e quindi di non darsi una spiegazione su quanto successo.
L’AMBULANZA – Intanto il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, interviene sulla questione dell’auto dei vigili urbani che, parcheggiata allo stadio, ostruiva l’ingresso all’ambulanza che ha poi trasportato in ospedale Piermario Morosini. «Il fatto di per sè è un comportamento sicuramente censurabile, una superficialità inaccettabile. Altro, però, è dire che i soccorsi sono arrivati in ritardo per questo». Sulla vicenda, spiega, «avrò lunedì mattina una relazione di servizio scritta, che potrò mettere a disposizione della magistratura». «Quando ho saputo quello che era successo allo stadio mi sono preoccupato subito di informarmi sulle condizioni del povero giocatore. Poi ho avviato immediatamente un’indagine interna. La Polizia Municipale era in servizio allo stadio con 14 agenti. Tra l’altro, la persona che ha parcheggiato l’auto era sotto choc. Con la concitazione del momento si rischia di portare le persone ad addossarsi responsabilità superiori al dovuto. Io comunque – ha proseguito il sindaco – sono pronto ad ascoltare e ad adottare le opportune determinazioni disciplinari». In ogni caso, aggiunge, «l’ambulanza era solo un mezzo di trasporto. In campo c’erano tre defibrillatori, i sanitari, e i soccorsi, in questi casi, si fanno a bordo campo. Tra l’altro l’ambulanza è rimasta lì altri dieci minuti, mentre le operazioni di soccorso continuavano sul posto».
Il calcio italiano si ferma sconvolto, i giocatori di Real Madrid e Barcellona gli dedicano un minuto di silenzio sulle note di Ennio Morricone. Un Santiago Bernabeu commosso e le dichiarazioni di infinito affetto che accompagnano la tragica morte di Piermario Morosini dimostrano quanto questo ragazzo di 25 anni avesse ritrovato nello sport la sua famiglia. Aveva perso entrambi i genitori e un fratello, eppure tutti lo ricordano come una persona sempre sorridente. “Era lui che portava i sorrisi nello spogliatoio”, “io non l’ho mai visto triste”, sono le frasi di compagni di squadra e amici distrutti dalla notizia che non vorresti mai ricevere.
Viveva con passione, Piermario. Innamorato del calcio, amava il rock’n’roll e conoscere posti nuovi, condividendo i suoi interessi su internet. Ad ottobre aveva scoperto twitter: “tweet;-)” è il primo esperimento sul suo diario online. Scorrendolo viene fuori la sua sensibilità, il suo amore per la vita, con l’ottimismo e la saggezza di chi guarda cosa c’è di fronte e non ciò che gli è stato tolto. Una filosofia che riusciva a trasmettere, per esempio raccontando che “alla cassa del supermercato uno strepitoso vecchietto toscano che se la canticchiava m’ha rallegrato la giornata…”.
Il Milan e Ibra – Ma è il calcio a scandire le sue giornate. Appassionato vero, la rabbia è un sentimento che lo tocca solo quando qualcosa infanga il suo mondo, ed è così che commenta il calcioscommesse in un tweet del 20 dicembre: “Uno schifo sempre più squallido….Basta!!! E ora chi deve pagare paghi davvero!!!!”. Dava il suo sostegno al Milan, che invocava con “Forza Diavolo!” e “Milan Top Club!!!” ma era equilibrato anche nelle rivendicazioni da tifoso, come in occasione del gol annullato a Seedorf a Firenze. Mai polemico, se l’argomento era delicato preferiva ironizzare, altrimenti ribadiva – e lo faceva con grande costanza – la sua ammirazione per Zlatan Ibrahimovic. Uno dei suoi viaggi, sotto Natale assieme alla fidanzata, sembra coronare la serie di appelli a Ibra (“I love Zlatan”, uno dei più ricorrenti). Sulla sua bacheca gli auguri in svedese (“God Jul”) e sul comodino il libro del suo idolo: “Sto leggendo l’autobiografia di questo ragazzo…”.
Viaggi, tennis & NBA – Sul suo twitter ha commentato le gesta di Federer (27 novembre: “Forza Roger!!! Entra nella storia!!!”) ed ha accolto Djokovic (19 febbraio: “Ormai siamo nell’era di Re Djoko!!”). Gasato al solo pensiero di seguire l’All Star Game, era un appassionato di basket americano. Ma la sensazione che meglio riusciva a trasmettere era l’amore per gli amici, la felicità dello stare insieme, la necessità di tornare nei luoghi più cari: “Ogni tanto, quando riesco e posso mi piace passare del tempo a Vicenza….Mi è rimasta troppo nel cuore!!”. Vicenza, Livorno e la sua Bergamo: legato in particolare al quartiere dove aveva iniziato a tirare i primi calci, tra dodici anni sarebbe tornato lì (“il mio sogno è a 37/38 la fascia da Capitano del Monterosso….“)
Rock and roll – E poi la musica, i concerti e i viaggi in macchina accompagnato dai suoi cd: The Doors, Jova, Franz Ferdinand, Florence and the Machine. Grande fan di Ligabue, dopo il concerto di Lenny Kravitz si era prenotato per la data che a maggio vedrà i Coldplay a Torino. Sul suo diario online ha voluto condividere anche il dolore per Simoncelli e Lucio Dalla. Oggi è tutto il mondo dello sport a ricordare lui.
Forse il modo migliore per farlo è prendere in prestito uno dei suoi tweet: “Bottiglia di Vino da smezzare e quattro chiacchiere…Solo l’Amore può vincere la morte…”. E’ quello che ha fatto Morosini.
VALERIO SPINELLA