Napoli dopo la denuncia del «Corriere del mezzogiorno». I carabinieri hanno perquisito la sua casa in Veneto. Giorni fa aveva denunciato la scomparsa di volumi antichi
NAPOLI – La storica biblioteca dei Girolamini in via Duomo a Napoli è stata sequestrata dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico, su disposizione della Procura di Napoli. Il sequestro rientra nell’ambito dell’inchiesta sul furto di 1500 volumi antichi denunciato nei giorni scorsi dal direttore MarinoMassimo De Caro, che, si apprende, è indagato per peculato.
Sulla gestione della prestigiosa biblioteca è in atto da tempo una polemica tra studiosi con pesanti accuse allo stesso De Caro che l’interessato ha respinto seccamente. Intanto però i carabinieri stamane, giovedì, hanno perquisito diverse residenze di De Caro, tra cui quella veronese, rinvenendo anche diversi libri antichi di cui ora gli inquirenti stanno cercando di capire la provenienza.
LA DENUNCIA DI MONTANARI – Tutto è cominciato un paio di settimane fa quando Tomaso Montanari, fiorentino, docente di Storia dell’arte moderna alla «Federico II» di Napoli, autore del saggio «A che serve Michelangelo?» (zeppo di pesantissimi dubbi sul crocifisso attribuito al Buonarroti e acquistato dal governo Berlusconi per più di tre milioni di euro) ha denunciato al Corriere del Mezzogiorno e a Il Fatto di avere visitato la Biblioteca dei Girolamini, che contiene oltre 150 mila manoscritti e volumi antichi, e di averla trovata in condizioni penose: disordine, polvere, pile di libri preziosi accatastate per terra, lattine vuote di Coca-cola abbandonate sugli antichi banconi… «La biblioteca oggi è chiusa – scriveva Montanari – perché dev’essere riordinata, dice padre Sandro Marsano, il giovane sacerdote oratoriano, che ti accoglie, gentilissimo ed entusiasta, nel meraviglioso complesso secentesco. Perché accadono cose strane, dice invece la gente che abita intorno al convento: che ti parla di auto che escono cariche, nottetempo, dai cortili della biblioteca». Il direttore De Caro ha risposto alle accuse con una denuncia ai carabinieri, sollevando il «giallo» di 1500 preziosi libri scomparsi.
LA PROTESTA DEGLI INTELLETTUALI – Intanto centinaia di intellettuali avevano iniziato a firmare un appello per chiedere che il ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, come fosse possibile che una biblioteca importante come quella dei Girolamini fosse stata affidata a «un uomo che non ha i benché minimi titoli scientifici e la benché minima competenza professionale per onorare quel ruolo». Parole durissime, sottoscritte fino a ieri sera da poco meno di duemila personalità, tra le quali Marcello De Cecco, Ennio Di Nolfo, Dario Fo e Franca Rame, Carlo Ginzburg, Salvatore Settis, Tullio Gregory, Gustavo Zagrebelsky, Gioacchino Lanza Tomasi, Adriano La Regina, Gian Giacomo Migone, Alessandra Mottola Molfino (presidente di Italia Nostra), Lamberto Maffei (presidente dell’Accademia dei Lincei), Dacia Maraini, Stefano Parise (presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche), Stefano Rodotà, Rosario Villari…
LA BIBLIOTECA DI VICO – È stata a lungo frequentata da Giambattista Vico. È una delle più antiche, aperta dal 1586 con libri rarissimi. La Biblioteca dei Girolamini a Napoli, aperta nel 1586 è uno stupendo scrigno di ricchezze artistiche, oltre che per la monumentale presenza libraria, per le quattro stupende sale settecentesche. La Biblioteca, che dipende dal Ministero per i Beni culturali, è annessa al Monumento nazionale dei Girolami contiene circa 160 mila volumi, tra cui 5000 edizioni del Cinquecento, 10 mila edizioni rare e di pregio, ed è stata arricchita negli anni grazie all’acquisizione di diversi Fondi librari. Si tratta di una delle biblioteche più specializzate in testi di Teologia cristiana e Filosofia.