Tra Viterbo e Roma. L’operazione delle Fiamme Gialle «Million dollar». Emessi “al portatore” dalla Federal Reserve negli anni ’30. Tuttora in circolazione, li teneva in auto un 70enne
Sequestrati titoli di credito americani per un valore nominale pari a 1,5 miliardi di dollari |
VITERBO – La Guardia di Finanza ha sequestrato titoli di credito di Stato americani per un valore nominale di circa 1,5 miliardi di dollari e certificati di deposito per mille tonnellate d’oro per un controvalore di oltre 3 miliardi di euro, poiché‚ ritenuti di dubbia provenienza. Il sequestro rientra nell’ambito di un’operazione denominata “Million dollar” che ha interessato le province di Roma e Viterbo e arriva a conclusione di un’indagine condotta dai militari delle Fiamme gialle durata diversi mesi su un giro di titoli del debito pubblico Usa emessi al portatore.
VALIGETTA – «Si tratta – spiegano gli investigatori – dell’epilogo di un’intensa attività di intelligence, durata alcuni mesi, su un giro di titoli del debito pubblico degli Stati Uniti, emessi “al portatore” dalla Federal Reserve negli anni ’30 ma tuttora in circolazione presumibilmente per essere destinati alla garanzia di prestiti ovvero di opache transazioni finanziarie internazionali». Delineato il quadro investigativo, è scattato il blitz delle Fiamme gialle del I Gruppo Roma che, in collaborazione con i colleghi di Viterbo, hanno intercettato, nel capoluogo laziale, il 70enne che teneva a bordo della sua auto una valigetta con i titoli e i certificati di deposito, oltre a documentazione relativa a operazioni finanziarie giudicata «interessante» dai militari. A carico dell’uomo figurano precedenti penali per rapina, estorsione, reati contro il patrimonio, traffico di stupefacenti e riciclaggio. Sono tuttora in corso accertamenti, con l’ausilio di funzionari della Banca centrale americana e dell’Ambasciata Usa a Roma, volti a «verificare l’autenticità, la natura e la provenienza dei titoli, nonchè la loro destinazione ed eventuali collegamenti dell’uomo con organizzazioni criminali».