All’8′ della ripresa con il genoa sotto di 4 reti con il siena. Un centinaio di ultrà si sposta dalla curva al settore distinti. Contestano i giocatori e chiedono loro di togliere le maglie
GENOA – Il calcio italiano scrive una pagina vergognosa a Genova. Merito, o colpa, di alcuni tifosi del Genoa che, con la squadra di casa sotto 4-0 contro il Siena, provocano la sospensione di 45 minuti del match valido per la 34esima giornata della Serie A. Fumogeni, petardi, rischio di invasione: il peggio del repertorio degli ‘hooligans’ nostrani, che dettano legge in uno stadio del massimo campionato. L’episodio scatenerà anche lo sconcerto del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete: «Quelle persone non sono tifosi, spero non mettano più piede in uno stadio». Il numero uno della Figc elogia il gesto di Sculli di non togliersi la maglia di fronte alle richieste degli ultras: «Ha fatto bene. Per quanto la situazione possa apparire complessa, significa arrendersi ad una dimensione di violenza. La maglia, di fronte all’aspettativa di soggetti violenti, non dev’essere tolta». Un gesto, secondo Abete, che appare «un rito sacrificale e che richiama i tempi antichi, nel senso peggiore del termine».
LA SOSPENSIONE – La situazione precipita all’inizio del secondo tempo, quando i toscani realizzano la quarta rete con Giorgi, che completa il poker aperto dalla doppietta di Brienza e dal gol di Destro. Piovono in campo fumogeni e petardi, l’arbitro Paolo Tagliavento sospende la gara al 54′ nella vana attesa che la situazione torni tranquilla. Una parte del pubblico lascia gli spalti, mentre alcuni tifosi si arrampicano minacciosamente sulle recinzioni. Qualcuno si sistema sul tunnel che dovrebbe portare le squadre negli spogliatoi. Mentre la terna arbitrale e il Siena lasciano il terreno di gioco, si apre una pagina grottesca. Il capitano del Genoa, Marco Rossi, prova a dialogare con i propri tifosi. In campo c’è anche il patron Enrico Preziosi, ma la sua presenza non serve per riportare serenità. Molti giocatori del Genoa, probabilmente su pressione dei supporters, si sfilano le maglie e le consegnano a Rossi. Qualcuno, come Giuseppe Sculli, si rifiuta. Giandomenico Mesto ha una crisi di nervi e scoppia a piangere. Le discussioni proseguono e, dopo 40 minuti ad altissima tensione, vengono ripristinate le condizioni per portare a termine il match. Si ricomincia in un clima irreale: i giocatori, evidentemente scossi, provano ad amministrare gli ultimi 37 minuti del match. Prima del fischio finale, al 79′, il Genoa trova il gol della bandiera: autorete di Del Grosso, 4-1.
PREZIOSI INFURIATO – «Dispiace che 60, 100 persone hanno l’impunità di dire e fare quello che gli pare senza che si possano controllare e mandare a casa. Non è possibile che si impadroniscano dello stadio e impongano la loro legge»: così ai microfoni di Sky Sport il presidente del Genoa, Enrico Preziosi. Ma il questore di Genova, Massimo Mazza, è di tutt’altro avviso: «I giocatori del Genoa si sono tolti la maglia, come preteso dagli ultras, con il consenso del presidente, Enrico Preziosi. I responsabili delle forze dell’ordine presenti in campo erano fortemente contrari e hanno fortemente sconsigliato il presidente di agire in tal senso. «Vergogna, vergogna, vergogna!
Quanto successo a Genova rappresenta ancora una volta il lato peggiore del calcio italiano», così il presidente del Coni, Gianni Petrucci, per i fatti di Marassi. «Sulla maglia non si tratta – aggiunge Petrucci – è stato commesso un sacrilegio dello sport».
Due gare da giocare a porte chiuse. E’ questa la sanzione adottata dal Giudice sportivo in merito ai disordini di Genova causati dai tifosi rossoblù durante la gara tra Genoa e Siena temporaneamente sospesa dall’arbitro Tagliavento e poi conclusasi con il punteggio di 4-1 in favore degli ospiti. Intanto esce allo scoperto Fabrizio Fileni uno degli uomini in nero che dagli spalti del Ferraris hanno parlato con Sculli durante la sospensione del match. “Noi – ha detto all’Ansa – non abbiamo obbligato i giocatori a togliersi la maglia. Glielo abbiamo chiesto. Perchè la stavano disonorando”. Quello che viene indicato come orgoglio ultrà filtra dalle parole di Fileni, che racconta come domenica ci sia stato “l’apice della delusione, più che la rabbia. Ma più di tutto la preoccupazione di finire in B come quelli della Sampdoria”. Sculli che cosa vi ha detto? “Ci ha detto di star calmi. Ci ha rassicurato e ha detto che la partita doveva andare avanti”. La partita è andata avanti “e non è successo niente – ha detto – non c’è stata violenza perché abbiamo fatto in modo che niente succedesse”.
Iidentificati 10 ultras, indagini in corso – “Ci sono condotte diverse, dobbiamo ritornare alle responsabilità dei singoli. Al momento siamo a dieci identificazioni, ma stiamo procedendo. Sono sicuramente coloro che hanno assunto alcuni comportamenti, questi non sono tifosi, ma violenti ultras”. E’ quanto spiegato dal questore di Genova, Massimo Maria Mazza, dopo gli episodi di Genoa Siena. In merito ai giocatori che hanno levato la maglia su richiesta degli ultras, aggiunge: “L’indicazione non è stata della questura, dobbiamo capire se è stata una decisione della società piuttosto che dei giocatori – prosegue -. La società non è lasciata sola nella maniera più totale, noi abbiamo garantito che avevamo la forza idonea per garantire la sicurezza”. Oltre ai dieci già identificati, gli investigatori sono comunque impegnati nell’identificazione di un’altra ventina di tifosi, individualmente responsabili dei reati di violenze, minacce, lanci di oggetti sul campo.
De Canio dirige l’allenamento – Luigi De Canio dirigerà intanto l’allenamento del Genoa in vista della gara di mercoledì con il Milan. A confermare l’arrivo del nuovo tecnico sulla panchina rossoblù lo stesso presidente Enrico Preziosi. “De Canio dirigerà l’allenamento di oggi” le parole del patron a Radio anch’io lo sport. De Canio prende il posto di Alberto Malesani, esonerato dopo il 4-1 subito dal Genoa con il Siena.