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Pronuncia il nome dell’ex fidanzato. Il convivente la strangola per gelosia

Omicidio a Enna. Il corpo della ragazza ritrovato in un lenzuolo sotto un cavalcavia. Vanessa Scialfa, uccisa in casa e poi gettata da un viadotto. Il padre:«Datemelo, lo ammazzo». Forse aveva assunto cocaina

MILANO – Lo avrebbe chiamato col nome del suo ex fidanzato in un momento di intimità. Sarebbe stata questa la molla della violenta gelosia che ha spinto Francesco Lo Presti, 34 anni, a uccidere la sua convivente Vanessa Scialfa nella loro abitazione di Enna. È quanto si apprende da fonti investigative. Secondo questa ricostruzione, dopo la lite la ragazza stava per uscire di casa, ma l’uomo l’avrebbe strangolata con un cavo di un lettore dvd e soffocata con un fazzoletto imbevuto di candeggina agendo sotto l’effetto di cocaina.

GLI ESAMI – La Procura avrebbe disposto accertamenti tossicologici su vittima e fermato per verificare l’eventuale assunzione di stupefacenti o sostanze alcoliche. Vanessa, 20 anni, scomparsa martedì pomeriggio, è stata poi trovata morta sotto a un viadotto a Enna. Il suo convivente, Francesco Lo Presti, giovedì mattina aveva raccontato solo del litigio per gelosia, avvenuto proprio martedì, dopo il quale la giovane si sarebbe allontanata da casa senza portare con sè soldi, documenti e cellulare. Nel frattempo gli uomini della Squadra mobile di Enna hanno fermato Lo Presti, dopo averlo interrogato per dodici ore.

LO STRATAGEMMA – Dopo avere commesso il delitto Francesco Lo Presti avrebbe valutato l’ipotesi di suicidarsi, ma lontano da Enna, probabilmente a Catania. È quanto emerge dalle otto pagine del fermo disposto dalla Procura nei confronti del 34nne incastrato con uno stratagemma degli investigatori. Giovedì mattina, gli uomini della Squadra mobile di Enna avevano intercettato Lo Presti nei pressi del Palazzo di Giustizia. Appariva confuso e una volta condotto in questura ha chiesto di essere accompagnato a Catania, in un posto dove era stato insieme alla fidanzata. «Ho fatto una fesseria», avrebbe detto ad un certo punto. Allora chi lo stava interrogando ha «giocato una carta»: fingendo di volerlo tranquillizzare, gli ha detto che Vanessa era stata trovata e che aveva fatto ritorno a casa. Sull’abilità degli investigatori della Mobile è arrivata la svolta. Lo Presti è scoppiato in lacrime, dicendo che non era possibile, che Vanessa non sarebbe tornata mai più, e ha confessato. L’uomo ha poi condotto il capo della Squadra Mobile, Giovanni Cuciti, ed i suoi uomini sul cavalcavia dal quale aveva lanciato il corpo di Vanessa avvolto in un lenzuolo. Il cadavere era finito tra fitta vegetazione della scarpata sottostante, da dove è stato recuperato. Liberatosi del cadavere della ragazza, il convivente era tornato a casa e aveva rimesso tutto in ordine. Avrebbe riposto gli oggetti e gli indumenti che Vanessa aveva frettolosamente raccolto e che voleva portare via, probabilmente decisa a lasciare l’uomo col quale conviveva da circa 3 mesi. Quindi aveva cominciato a fingere di cercarla anche presso i familiari, spiegando che c’era stato un banale litigio al termine del quale Vanessa era uscita senza portare con se neanche la borsetta ed il cellulare. Sentito dai carabinieri dopo la denuncia di scomparsa, aveva dato la stessa versione. Lasciato il comando provinciale dell’Arma, Lo Presti aveva fatto perdere le sue tracce, fino a che la polizia non lo ha fermato giovedì mattina nelle vicinanze del tribunale.

L’omicidio di Vanessa LE INDAGINI – Il cadavere di Vanessa Scialfa è stato trovato avvolto in un lenzuolo sotto a un cavalcavia, il viadotto Morello, lungo la strada statale per Caltanissetta. Il questore di Enna, Salvo Patanè, ha detto che sembrava un vero e proprio «sudario». Gli investigatori non escludono che qualcuno possa avere aiutato l’omicida ad avvolgere il corpo e poi a gettarlo dal cavalcavia. La scomparsa di Vanessa era stata denunciata alle 15.15, del 24 aprile, dai genitori ai carabinieri. Il convivente, Francesco Lo Presti, aveva detto alla madre della ragazza che la figlia era andata a un colloquio di lavoro. I genitori evidentemente non gli hanno creduto e si sono rivolti ai militari. Secondo indiscrezioni è possibile che Lo Pesti sia coinvolto in un’altra indagine e che, attraverso un filone di quest’ultima, i poliziotti siano riusciti a risolvere l’omicidio. Gli inquirenti hanno detto che saranno effettuati esami tossicologici sia sul corpo della vittima che sul presunto assassino.

«DATEMELO CHE LO AMMAZZO» – Giovanni, il padre della ragazza, giunto all’obitorio per il riconoscimento della figlia, ha esplicitamente accusato Lo Presti: «Lo avevo accolto in famiglia perchè pensavo che fosse un bravo ragazzo, ma come si fa a uccidere una ragazza per un futile litigio… Datemelo tra le mani che lo ammazzo… Non lo devono arrestare: ci penserò io, con le mie mani…».

I LITIGI – Vanessa, figlia di un geometra, dipendente comunale e con cinque fratelli, si era diplomata all’istituto artistico, poi aveva interrotto gli studi. E per non pesare economicamente sulla famiglia aveva cominciato a fare dei lavoretti: commessa, barista e altre piccole cose. Era cambiata – dice chi la conosce – dalla scorsa estate, da quando si era interrotta, dopo tre anni, la relazione con il fidanzato storico, per poi mettersi con uno più grande di lei: Francesco Lo Presti, 34 anni, anche lui, come lei, figlio di un dipendente comunale, e anche lui senza un lavoro stabile. Una relazione che aveva dei problemi: «Lui non lo conoscevo bene, ma era geloso – afferma una vicina di casa – lo so perchè litigavano, alcune volte è stata chiamata anche la polizia…». Nella casa era rimasto il cagnolino di Vanessa, che è stato preso in custodia dai carabinieri.

GLI APPELLI – Dopo la scomparsa della ragazza, su Facebook erano sorti cinque gruppi per il suo ritrovamento cui si sono iscritte circa tremila persone. Uno è nato poco fa e si chiama «Solidarietà e partecipazione per l’assassinio di Vanessa Scialfa» ed è aperto con una grande foto di rose rosse. Il padre, Giovanni, aveva postato questo appello per il suo ritrovamento: «A tutti gli amici di Facebook, vi prego di diramare questa foto, è mia figlia non abbiamo notizie da martedì 24 aprile, vi prego di fare più annunci possibili in modo di potere scongiurare il peggio,eventualmente potete chiamare ai numeri qui di seguito … oppure direttamente ai carabinieri o qualsiasi altre forze dell’ordine. Vi ringrazio tutti per la collaborazione».

Redazione Online

Pronuncia il nome dell’ex fidanzato. Il convivente la strangola per gelosiaultima modifica: 2012-04-27T17:10:34+02:00da
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