E ALFANO REPLICA A MONTI: «TOGLIERE ICI SCELTA CHE RIFAREMMO DOMANI». Il modulo «Esprimi la tua opinione». Catricalà: «Entro 15 giorni il piano di Bondi». Fassina: «Nomine senza senso». Il piano Giarda: da recuperare 4 miliardi
ROMA – Un modulo sul sito del governo pensato per i cittadini con l’obiettivo di aiutare i tecnici a individuare gli sprechi e le spese futili. E’ l’ultima iniziativa dell’esecutivo che ha inserito sul suo indirizzo web una sezione apposita denominata «Esprimi la tua opinione», sulla scia della bozza del decreto legge sulla spending review (revisione di spesa) che prevede un risparmio di 4,2 miliardi nel 2012 teso a evitare l’aumento di due punti dell’Iva previsto per gli ultimi tre mesi del 2012. «Nel complesso, – scrive Palazzo Chigi – la spesa pubblica rivedibile nel medio periodo è pari a circa 295 miliardi di euro. A breve termine, la spesa rivedibile è notevolmente inferiore, stimabile in circa 80 miliardi».
I TAGLI – Il provvedimento prevede l’eliminazione di spese di rappresentanza e spese per convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche. Ma non solo. Nella direttiva, contenuta in quattro pagine, Monti indica le 11 attività per la revisione della spesa, la cui la ricognizione degli immobili in uso; riduzione della spesa per contratti di affitto, definizione di precise connessioni tra superficie occupata e numero degli occupanti. Poi l’ottimizzazione dell’utilizzo degli immobili di proprietà pubblica anche attraverso accorpamenti di uffici e amministrazioni e la restituzione all’agenzia del demanio degli immobili di proprietà pubblica eccedenti i fabbisogni. Ma non solo, anche la proposizione di impugnazioni di sentenze di primo grado che riconoscano miglioramenti economici o progressioni di carriera per dipendenti pubblici, onde evitare che le stesse passino in giudicato. I progetti dovranno essere presentati entro il 31 maggio e, se non arriveranno risposte, il presidente del consiglio potrà adottare decisioni. La direttiva, tra l’altro, costituisce un comitato di ministri, presieduto da Monti, che avrà proprio il compito di coordinare l’attività di spending review.
La riduzione delle spese pubbliche attraverso la spending review, informa il sito web di Palazzo Chigi, «non sarà lineare ma – si sottolinea – selettiva, e sarà realizzata potenziando la linea di risparmio seguita dal governo nei primi mesi di attività: ad esempio i risparmi, per oltre 20 milioni di euro, prodotti dalla Presidenza del Consiglio grazie alla diminuzione delle consulenze e ai tagli all’organico, la riduzione degli stipendi dei manager pubblici, i tagli sui voli di Stato e sulle auto blu, la soppressione di enti, o la riforma delle Province».
IL PIANO DI BONDI – E i primi provvedimenti arriveranno presto: «Entro 15 giorni Enrico Bondi (il risanatore dei conti Parmalat nominato commissario per la gestione delle spese, ndr)) dovrà presentare il piano per i tagli di sua competenza» pari a circa 2,1 miliardi di euro. Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, a margine del bilancio di fine mandato dell’Agcom. Alla domanda su quanto sia la parte di tagli, del totale di 4,2 miliardi di euro, spettante a Bondi, Catricalà ha risposto, «più o meno la metà». E sulla nomina di Bondi è arrivato l’affondo di Stefano Fassina: «Confesso di non aver capito il senso di queste nomine», ha detto il responsabile economico del Pd ospite di Agorà su Rai Tre. «Comunque – ha continuato – per fare le cose bene bisogna sapere dove si mettono le mani».
CAMUSSO – Critica sulla scelta del governo di fornire una spazio di denuncia ai cittadini è il segretario della Cgil Susanna Camusso: «Mi sembra stano abbiamo un governo dei tecnici che nomina dei tecnici e poi chiede alla popolazione di fare il lavoro che dovrebbero fare i tecnici che hanno nominato i tecnici…. Mi pare assurdo».
ALFANO – Intanto però non si placa la polemica dei giorni scorsi tra il Pdl e Monti sulla vicenda dell’Ici, che per il premier non dioveva essere abolita. «Togliere l’Ici sulla prima casa è stata una scelta giusta che rivendichiamo» ha detto a Lucca il segretario del Pdl, Angelino Alfano. «Lo rifaremmo domani mattina», ha aggiunto. Parlando dell’Ici e dell’Imu, Alfano ha ribadito che «abbiamo già ottenuto che l’Imu si paghi in tre rate. Lavoreremo perchè questa tassa possa essere una tantum».
ROMA – Il governo si appresta a un’accelerazione sulla spending review (revisione della spesa). I primi tagli potrebbero essere operativi già a giugno: accorpamenti di enti, dismissioni, non solo di immobili, operazioni di efficientamento che dovrebbero avere l’obiettivo «minimo» di evitare l’innalzamento dell’Iva da 21% al 23% tra ottobre e dicembre prossimi e che, per questo, dovranno valere almeno 4 miliardi.
Sembra questo il primo passaggio operativo della spending review che il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, dovrebbe proporre domani al consiglio dei ministri nella sua prima relazione intitolata «Elementi per la revisione della spesa pubblica».
Le aspettative sono ormai molto elevate, quelle del mondo politico si fanno pressanti, come dimostrano le dichiarazioni del segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ieri ha reclamato un taglio dell’Imu, la nuova tassa sulla casa, a valere proprio sui risparmi della spending review . Anche per questo la proposta di Giarda dovrebbe essere quella di strutturare l’operazione almeno in due tempi: un primo intervento, probabilmente per decreto, a giugno, per bloccare le aliquote Iva. A giugno sarà il momento anche per una prima verifica del Def (Documento di economia e finanza), che come è noto contiene la previsione confermata dei 13 miliardi di tagli fissati dalle precedenti manovre. Si capirà se sono realizzabili o se sarà necessario un assestamento di bilancio.
Si partirà da quei numeri per dare seguito al lavoro di verifica su tutti i centri di spesa, che nel frattempo sarà andato avanti. In questo modo, nella seconda parte dell’anno, si entrerà nel vivo della spending review, utilizzando una strumentazione legislativa molto più ampia che ha anche l’obiettivo di coinvolgere di più il Parlamento. Sarà inevitabile che i partiti di maggioranza si esprimano, visto che si tratterà di interventi pesanti che dovrebbero cambiare il volto della macchina della pubblica amministrazione.
A lavorare su tutto questo Giarda non sarà più solo: dal premier dovrebbe ottenere quella task force che ha richiesto nei precedenti incontri. Il lavoro da fare, quello di lungo periodo, è immane e richiede una ricognizione completa che è appena iniziata e che sta proseguendo ministero per ministero. Ma non basterà, se la decisione sarà quella di procedere sulla strada di una spending review che cambi i meccanismi di spesa non soltanto per l’oggi ma anche per il domani.
Sarà tutta da scoprire intanto la reazione dei ministri nel Consiglio di domani dopo le polemiche degli scorsi giorni. Difficile che il premier si lasci sfuggire l’occasione di richiamare tutti i responsabili dei dicasteri a un superiore senso di responsabilità. Ma anche a una maggiore collaborazione, a partire da quello che Monti dirige, visto che Giarda ha più volte denunciato la propria «solitudine» in questo primo lavoro di ricognizione, che avrebbe dovuto svolgersi in coordinamento con la Ragioneria dello Stato.
Negli scorsi giorni il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, aveva avuto modo di esprimere il proprio pensiero circa la spending review , ricordando che tagli sovradimensionati sono «recessivi» e comunque che, se l’obiettivo è rivoluzionare il meccanismo della spesa, il passaggio parlamentare è imprescindibile.
Finora a favore di una revisione della spesa profonda si è schierato apertamente soltanto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, convinto della necessità di mettere mano ai centri di spesa più periferici e a capitoli corposi, come quello della spesa sanitaria. L’incontro di domani finalmente farà emergere le posizioni in campo evitando a Monti lo stillicidio quotidiano delle indiscrezioni.