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Lusi in Senato: «Ho dato 70 mila euro a Renzi». «Facevo quello che mi dicevano»

LE RIVELAZIONI DI LUSI SUI FINANZIAMENTI AI PARTITI. Tre ore davanti alla Giunta. L’ex tesoriere della Margherita accusa di nuovo Rutelli, Renzi e Bianco. Pronta la querela di Renzi e Rutelli.

ROMA – Fa nomi (Rutelli, Bianco, Matteo Renzi), cifre, chiarisce i meccanismi dei finanziamenti, attacca il partito («Ho agito come fiduciario e lascio nelle casse 20 milioni»). È iniziata attorno alle 21 di ieri sera nella Giunta per le autorizzazioni del Senato l’audizione fiume (tre ore) di Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita accusato di essersi indebitamente appropriato di circa 21 milioni di euro dai conti del partito.

Su di lui grava la richiesta d’arresto avanzata dalla Procura di Roma, su cui i colleghi della Giunta, prima, e di tutto il Senato, poi, dovranno pronunciarsi. L’audizione che si è svolta nella Sala Pannini del Senato si è protratta fino a quasi mezzanotte, con l’ex tesoriere che non solo ha ripetuto ciò che aveva già raccontato ai magistrati, ma ha consegnato alla Giunta un suo memoriale. In pratica ha sostenuto di non essere responsabile in quanto persona. Ha sottolineato di aver dato soldi (ha parlato di annualità e di mensilità) a varie fondazioni, tra cui quella di Rutelli e ad una fondazione chiamata «Centocittà». Lusi sostiene che Matteo Renzi, sindaco di Firenze, avesse richiesto una cifra intorno ai 120 mila euro, suddivisa in tre fatture, poi il leader Rutelli «mi ha chiesto di non pagargli la terza e così ho dato a Renzi solo 70 mila euro». Ad Enzo Bianco, invece, veniva fornito – sempre secondo il racconto di Lusi – un mensile di 3.000 euro, poi passato a 5.500. E ad una società di Catania legata al marito della segretaria di Bianco sarebbe stata fornita una cifra di circa 150 mila euro, erogati – racconta l’ex tesoriere – tra il 2009 e il 2011.

Lusi tornerà davanti alla Giunta, probabilmente mercoledì prossimo, per rispondere alle domande dei commissari. L’attesa per le sue dichiarazioni, ieri, era palpabile in Senato. In particolare da parte del Pdl (partito al quale appartiene il relatore sul caso, Giuseppe Saro, che ieri al termine dell’incontro ha giudicato la testimonianza di Lusi «molto utile»). «Vedrete, si farà saltare come un kamikaze a Ramallah, vuoterà il sacco», si sussurrava nei corridoi di Palazzo Madama. Un’aspettativa alimentata da quanto l’ex tesoriere aveva dichiarato pubblicamente qualche settimana fa davanti alle telecamere di Servizio pubblico : «Posso far crollare il centrosinistra». E da quanto poi ha messo a verbale davanti ai magistrati. Affermazioni pesanti: «Ai vertici della Margherita c’era un patto per spartire i soldi». E poi: «Mi sono accollato spese altrui». E ancora: «I soldi? Il 60 per cento ai Popolari, il 40 per cento ai rutelliani». Infine: «I Popolari ignoravano quanto prendeva Francesco, che ritengo abbia avuto qualcosa di più. Alcuni sapevano delle case che ho comprato». E così via. Ebbene, ieri Lusi ha ribadito tutto e detto forse anche qualcosa in più sotto il fuoco di fila di una sfilza di domande di Saro.
Naturalmente Rutelli ha smentito tutto e ha puntato l’indice contro Lusi definito un «ladro patentato e scaltro», abilissimo nel «carpire in modo diabolico» la fiducia altrui. E un’altra smentita è arrivata da Matteo Renzi, attraverso la sua pagina Facebook: «Lusi dice di avermi dato dei soldi. Due mesi fa erano 140mila euro. Oggi siamo scesi a 70mila. Sarà la crisi…. Non solo confermo che non ho mai preso una lira, come è facilmente riscontrabile dai bonifici, dagli assegni e dai documenti. Ma continuo a dire come faccio dalla Leopolda 2010 che il finanziamento ai partiti va abolito, subito».
L’attesa in Senato sull’audizione di Lusi era forte perché politicamente il caso Lusi-Margherita sta alla coalizione di centrosinistra come il caso Lega-Bossi sta al centrodestra. Per uno scherzo del destino anche le cifre in questione sono più o meno equivalenti (ventuno milioni contro i diciotto di «the Family»).

LA REPLICA DEL SINDACO SU FB E TWITTER – «Fuori le carte, i conti, le fatture e vediamo chi dice bugie». Il sindaco di Firenze Matteo Renzi lancia la sfida al senatore Luigi Lusi e la lancia attraverso Facebook e Twitter. «Lusi due la vendetta – scrive Renzi sul suo profilo Facebook – torna alla carica e riprova a coinvolgermi nella vicenda dello scandalo ex Margherita. Dice di avermi dato dei soldi. Due mesi fa erano 140 mila euro. Oggi siamo scesi a 70 mila. Sarà la crisi… », ironizza Renzi. «Torno a chiedere – aggiunge – ciò che dico dall’inizio di questa vicenda. Lusi e la Margherita pubblichino sul sito tutte le fatture e tutto ciò che è stato finanziato… Tutto. A quel punto non c’è trucco, non c’è inganno. E vediamo chi dice bugie. Quanto a me – prosegue – non solo confermo che non ho mai preso una lira, come è facilmente riscontrabile dai bonifici, dagli assegni e dai documenti. Ma continuo a dire come faccio dalla Leopolda 2010 che il finanziamento ai partiti va abolito, subito. Se qualcuno pensa di usare di mezzucci per mandare messaggi in codice, sappia che mi hanno insegnato che si deve aver paura di tante cose, ma mai dei ladri. E che il posto dei ladri non è (o non dovrebbe essere) il Parlamento».

ANCHE SUL SUO SITO – «Rispondere alle accuse di Lusi non è difficile. È umiliante, casomai. Perché il giochino è chiaro: si vuol far credere che siamo tutti uguali». Matteo Renzi, dopo Facebook e Twitter, si difende anche sul suo sito A viso aperto.it e fa tre considerazioni: 1 – «I miei soldi. Credo alla trasparenza assoluta, come dovere di un pubblico amministratore. Possiedo insieme a mia moglie una casa acquistata con un mutuo acceso presso la Cassa di Risparmio di Firenze, muto che termineremo di pagare nel 2034. Mia moglie ha una Volkswagen Sharan, io mi muovo in bici o con l’auto elettrica del Comune. Non ho titoli azionari, non ho seconde o terze case, non ho patrimonio da dichiarare. In banca in questo momento ho 23.147 euro, comprensivi dell’anticipo del mio libro». 2 – «Le mie iniziative politiche. Per le campagne elettorali (primarie e amministrative) e per gli eventi (a partire dalle due Leopolde) non ho ricevuto un centesimo né dal PD, né dalla Margherita, né dai DS. Vorrei essere chiaro, come ho già detto tante volte: se me li avessero dati li avrei presi volentieri. Perché i soldi del finanziamento pubblico servono (o dovrebbero servire) alle campagne elettorali, non alle case dei tesorieri. Ma non me li hanno dati. Anzi. I soldi li ho dati io – come tutti gli amministratori – alla Margherita, finché ero iscritto a quel partito (circa 5.000 euro di contributo) e al PD, subito dopo (circa 6.000 euro di contributo). Visto come li spendono penso di aver fatto male a contribuire, ma era un obbligo statutario e le regole si rispettano, sempre, anche quando non siamo d’accordo. Siccome su questo punto qualcuno mente, faccio una proposta: tutti i tesorieri (Margherita, DS, IDV, An, Forza Italia, Lega, Rifondazione, eccetera) eliminino ogni dubbio. Mettano online tutti i soldi che hanno dato e a chi, con fatture, bonifici e assegni. Così vediamo chi spara balle». 3 – «Le mie idee. Io propongo da mesi l’abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti. Lo dicevo alla Leopolda, l’ho scritto in Stilnovo, lo ripeto oggi. Abolire tutto, abolire subito. Porteremo anche questo tema nella campagna elettorale delle primarie – se ci saranno, come spero – perché sul punto specifico sono certo che gli elettori del PD siano molto più avanti dei loro rappresentanti. Il Senatore Lusi avrebbe il dovere di dimettersi immediatamente visto che è reo confesso di furto. Se un cittadino ruba un portafoglio va dentro, se un parlamentare ruba milioni di euro si fa scudo dell’immunità. Questo atteggiamento è insopportabile. Ma io non avevo paura dei ladri neanche da bambino. Non inizierò certo adesso. Possono usare tutti i messaggi in codice che vogliono. Io vado avanti a viso aperto, sapendo che le insinuazioni passano, la realtà dei fatti resta».

RENZI PRONTO ALLA QUERELA – Matteo Renzi querelerà l’ex tesoriere della Margherita e senatore del Pd Luigi Lusi. Lo ha annunciato il sindaco di Firenze, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa. «Faremo – ha spiegato Renzi – tutte le azioni, di natura civile e penale, verso chi dice cose non corrette; anche verso chi su Twitter scrive che ho preso bustarelle da 70 mila euro. Gli eventuali risarcimenti andranno in beneficenza all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze». Ai giornalisti che gli hanno chiesto se ha, in queste ore, ricevuto messaggi di solidarietà, Renzi ha risposto: «No, da parte di chi? Da parte del Pd ?». «Ho ricevuto – ha continuato il sindaco – tanti messaggi dai miei amici amministratori locali, da Torino a Palermo, ma da personalità nazionali no. È evidente che la battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti segna su questo punto un elemento evidente». A chi invece gli ha chiesto se crede ad un disegno contro una sua eventuale candidatura alle primarie, il sindaco-rottamatore ha spiegato di non credere «ai complotti, alle macchine del fango. Io non ci credo, la realtà dei fatti verrà fuori; con serenità, aspettiamo le carte».

RUTELLI: «LADRO SVERGOGNATO» – Anche la reazione di Rutelli è dura: «Lusi? Un ladro senza vergogna. Un mentitore e inquinatore pericolosissimo, ormai paragonabile nei comportamenti al ben noto calunniatore Igor Marini». L’ex leader della Margherita annuncia in una nota di voler querelare Lusi, che «ha cambiato versione per la terza o quarta volta. Presenterò immediatamente una nuova denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per le gravissime calunnie che, ho appreso, sono state pronunciate ieri notte davanti alla Giunta del Senato». Rutelli poi ribadisce di aver sempre contribuito a finanziare il partito con i rimborsi elettorali, autofinanziamenti e contributi elettorali, e che Lusi «pagherà per tutte le sue malefatte, tenute nascoste per anni in modo malvagio».

Redazione online e Maria Antonietta Calabrò

Lusi in Senato: «Ho dato 70 mila euro a Renzi». «Facevo quello che mi dicevano»ultima modifica: 2012-05-17T15:53:12+02:00da
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