IL GIALLO DEI PREZIOSI DI CHRISTIE’S. Giovedì prossimo, in via Durini, era stata organizzata la vendita. Li aveva in custodia la collaboratrice del direttore
MILANO – Sarebbe un gran bel giallo all’Agata Christie quest’asta di Christie’s. Diamanti, smeraldi e zaffiri, anelli con perle, trousse di principesse e orologini di contesse: tre milioni d’euro di gioielli che giovedì prossimo dovevano venir battuti all’asta a Milano e che sono scomparsi. Dal sedile di un taxi, a Roma, fra Villa Borghese e piazzale Flaminio. Erano in una borsa sgraffignata da un tizio in scooter (c’era anche un complice), lesto ad aprire la portiera, arraffare e sparire, uccellando la signora che aveva i preziosi in custodia e stava seduta, in quanto passeggera. È avvenuto giovedì scorso. Indagano i carabinieri.
La signora è la collaboratrice di Francesco Alverà, il direttore del reparto gioielli di Christie’s Italia, il quale per tutto il giorno, cercato a casa e in ufficio, s’è negato al Corriere . E ugualmente trincerati dietro il silenzio, un silenzio degno da segreto di Stato, sono stati i suoi superiori di Londra, base della casa d’aste. Hanno cercato di nascondere perfino località, giorno e dinamica del colpo. Fa una certa specie, naturalmente da un mero punto di vista cronachistico, la somiglianza con la scomparsa lunedì 14 maggio a Milano, nella centrale via Durini, dei preziosi di Maria Rosa Buccellati, moglie di un erede della nota famiglia di orafi. I gioielli erano in un trolley. Lei li stava riportando a casa dopo un’esposizione. Tamponata da una donna, la Buccellati era scesa per i chiarimenti viabilistici di rito, se non che dal nulla era sbucato un uomo rapido nel prelevare il trolley, correre e salire a bordo di una macchina di complici. Il bottino era stato di dieci milioni, pur se l’azienda aveva minimizzato l’entità, e di parecchio.
In quest’ultimo caso sono gli investigatori a fornire l’ammontare della perdita, per l’appunto tre milioni di euro, peraltro stando a quanto denunciato dalla collaboratrice di Alverà. Il tesoro di Christie’s è stato ospitato dal 19 al 22 scorsi a Roma, nello spazio della casa d’asta in via Bertoloni; da ieri sarebbe dovuto stare a Milano, in attesa dell’asta. Nel lotto v’erano anche tre orologi Reverso, nelle previsioni in vendita per finanziare il Salam Centre, il centro di cardiochirurgia in Sudan di Emergency. Gli orologi sono stati realizzati da Jager-LeCoutre in occasione della sessantottesima Mostra del Cinema di Venezia e indossati da attori nostrani: Valeria Golino, Stefania Rocca, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastrandea. Alla Jager-LeCoutre, interrogati in merito al furto, sono caduti dalle nuvole, nel senso che hanno riferito di non saperne niente. E del resto Christie’s non ha voluto confermare se i malviventi abbiano fatto strike e nemmeno cosa in caso contrario si sia salvato. Per esempio se il top dei top all’asta, lo sbandierato anello con smeraldo colombiano e diamanti del valore di 300-400 mila euro, oppure la collana Bella Epoque in diamanti, perle e smeraldi, o ancora gli orecchini pendenti con perla naturale a goccia e diamanti stimati tra i 20 e i 30 mila euro, o per finire l’anello con diamante taglio ottagonale.
Il dépliant informativo di Christie’s che pubblicizzava l’asta, specificava che non sarebbero mancate ulteriori superbe creazioni, marca Bulgari, Tiffany, Cartier. Che fine hanno fatto i gioielli? Sono volati in Medio Oriente, stanno suscitando l’eccitazione di collezionisti romani, sono nelle mani della mala milanese? I carabinieri di Roma-Trionfale hanno prima misteri più urgenti. Ricostruire il tragitto del taxi, la presenza di telecamere lungo il percorso, se la signora avesse notato nei giorni precedenti presenze e movimenti sospetti. E, beh, chiaramente, se fosse proprio necessario lasciare una borsa da tre milioni di euro sul sedile di quel taxi, come fosse il sacchetto della spesa.