G8 DI GENOVA – era accusato di istigazione alla falsa testimonianza. La sentenza della Cassazione che ha assolto l’ex capo della polizia: «Contro di lui accuse sommarie»
GENOVA – Nei confronti dell’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, «non si è acquisita alcuna prova o indizio di un coinvolgimento decisionale di qualsiasi sorta nell’operazione Diaz». Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni appena depositate della sentenza di proscioglimento pronunciata lo scorso 22 novembre per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Intelligence. In secondo grado era stato condannato per concorso in falsa testimonianza, ma nell’annullare senza rinvio la sentenza d’Appello, i supremi giudici hanno parlato di «deserto probatorio».
LE MOTIVAZIONI – Per i magistrati, l’accusa di istigazione alla falsa testimonianza per De Gennaro e per l’ex dirigente della Digos dell’epoca, Spartaco Mortola, risulta «scandita da sommarietà valutativa e da palesi lacune della motivazione». La pronuncia di condanna, osservano i giudici, è piena di formule come «non può non sostenersi», «non può non ritenersi», come a voler rafforzare un impianto debole, e si traducono, confondendo cause con effetti, in «palesi errori di diritto». Infine, risulta irrilevante ai fini della causa, stabilire chi tra l’allora capo della Polizia e il questore di Genova, abbia spedito l’allora responsabile del servizio di comunicazioni esterne della Polizia di Stato: la questione si presenta destituita di ogni profilo di seria pertinenza con i fatti reato che costituiscono la materia del processo Diaz, costituiti da condotte di calunnia, lesioni volontarie, falsità ideologiche e altri reati.
LE VIOLENZE PROVATE – Per la Cassazione l’intervento della polizia giudiziaria per verificare la situazione all’interno della scuola Diaz-Pertini (la sera tra il 21 e il 22 luglio 2001) è stato eseguito «con inusitata violenza, pur in assenza di reali gesti di resistenza nei confronti delle persone, molte straniere, presenti per trascorrervi la notte».
ABUSI E VIOLENZE PROVATE – La Suprema Corte, rileva che le indagini «rapidamente promosse dalla procura di Genova» hanno consentito «di chiarire subito i profili di abusività e ingiustificata durezza dell’azione portata a compimento nella scuola Diaz-Pertini». Le sentenze di primo e secondo grado già emesse, per il filone processuale delle violenze alla Diaz, sono state esaminate dalla Cassazione perché corredate agli atti della vicenda De Gennaro. Invece, il processo che vede imputati numerosi agenti e funzionari di polizia per le violenze alla Diaz, è fissato in Cassazione per il prossimo 11 giugno. Tuttavia, già nel verdetto su De Gennaro, la Cassazione ricorda che «è ben presto emerso che nessuna bottiglia incendiaria è mai stata reperita e realmente sequestrata nei locali della scuola Pertini in possesso dei manifestanti ivi tratti in arresto». Era stato il falso ritrovamento delle due molotov a «legittimare» a posteriori l’arresto in flagranza dei 93 no-global della Diaz.