CALCIOSCOMMESSE – perquisita la casa dell’allenatore Campione d’Italia. In manette 19 persone tra cui Mauri, Milanetto e Gritti Accertamenti su Pellissier, Sculli e Kaladze, indagato Vieri. Il tecnico si difende: «La Procura mi poteva chiamare». Agnelli: «Suo ruolo nella vicenda? Vicino all”insignificante»
MILANO – Sono due i giocatori della Nazionale coinvolti nell’inchiesta sul calcioscommesse, ai quali si aggiunge un grande ex, Christian Vieri. Dopo il clamore suscitato dall’avviso di garanzia all’esterno dello Zenit Domenico Criscito, notificato all’alba nel ritiro azzurro di Coverciano, nel pomeriggio si è poi appreso che anche il difensore della Juventus Leonardo Bonucci è stato iscritto sul registro degli indagati. L’iscrizione, secondo quanto ha riferito l’Ansa, è stata fatta formalmente dalla procura di Cremona ma gli atti verranno girati quanto prima alla procura di Bari. Tuttavia, se Criscito ha già lasciato Coverciano, Bonucci al momento resta tra i 25 azzurri convocati per Italia-Lussemburgo. Il difensore azzurro, indagato della procura di Cremona nell’inchiesta, non ha infatti ancora ricevuto – come invece accaduto per Criscito – alcun avviso formale da parte delle procure. Martedì Prandelli sceglierà i due ulteriori tagli prima di consegnare la lista con i 23 che disputeranno l’Europeo.
LE ACCUSE DI MASIELLO – L’attenzione su Bonucci è stata focalizzata dalle dichiarazioni rese dal giocatore dell’Atalanta Andrea Masiello, suo compagno a Bari. Interrogato nel marzo scorso su sua richiesta, Masiello raccontò della richiesta fatta da un ristoratore di Bari, che auspicava in funzione di una scommessa, la realizzazione di tre reti. «Le dichiarazioni di Masiello – scrive il gip – indicano altri giocatori corrotti della sua compagine anche in stagioni precedenti tra cui Bonucci».
IL LUNEDI’ NERO DEL CALCIO – Tutto è cominciato con il blitz nelle prime ore della giornata. Sono 19 gli arresti eseguiti, e tra questi ci sono anche due calciatori di serie A: I calciatori, Stefano Mauri, capitano della Lazio, e Omar Milanetto del Padova, ma in passato in forza al Genoa. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva.In manette anche il portiere del Bellinzona (campionato svizzero), Matteo Gritti,arrestato dalla polizia a San Benedetto del Tronto, dove trascorreva un periodo di vacanza. Perquisita anche l’abitazione dell’attaccante dell’Ascoli Andrea Soncin, in relazione a presunti illeciti commessi nello scorso campionato, quando militava nel Grosseto.
CI SAREBBE ANCHE VIERI – Risulterebbe iscritto nel registro degli indagati della procura di Cremona – secondo quanto riporta l’agenzia Ansa – anche l’ex giocatore Christian Vieri. Il suo nome era stato fatto in relazione alla partita Inter-Lecce del 20 marzo 2011 nel corso di una telefonata tra Antonio Bellavista e Ivan Tisci. Il giorno dopo l’incontro Tisci riferiva a Bellavista «di essersi recato a Milano e di aver appreso dai giocatori, ai quali si era unito Bobo Vieri, che la squadra dell’Inter aveva fatto dei danni in quanto tutti avevano scommesso sull’over per la notizia che si era sparsa in giro», mentre l’incontro era terminato 1-0 per i nerazzurri perché, continua Tisci, «dall’altra parte, e cioè dalla parte del Lecce – si legge ancora – avevano voluto giocare e solo l’ultimo quarto d’ora si erano messi d’accordo». L’ex calciatore, attraverso il suo legale Danilo Buongiorno, ha ribadito «la propria assoluta estraneità in relazione al caso calcioscommesse». L’ex calciatore «si riserva ogni iniziativa conseguente alla tutela del proprio nome e dichiara di non avere alcun coinvolgimento nei fatti» come sono stati descritti.
ACCUSE A CONTE – Secondo le accuse, i calciatori coinvolti erano disponibili, in cambio di denaro, a combinare gli incontri delle loro rispettive squadre. A condurre le operazioni la procura di Cremona, con il pm Roberto Di Martino che coordina gli uomini della Polizia di Stato di Cremona, Brescia, Alessandria, Bologna e del Servizio Centrale Operativo (Sco). La polizia ha effettuato 30 perquisizioni domiciliari in tutta Italia, svegliando poco dopo le sei di mattina calciatori di serie A e B, tecnici e dirigenti di società professionistiche coinvolti nelle indagini. Ed ha bussato anche alla porta dell’allenatore della Juventus Antonio Conte. E anche per il tecnico campione d’Italia l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. I fatti contestati non sono però relativi all’ultimo campionato e non riguardano in alcun modo la Juventus. Piuttosto risalgono al periodo in cui Conte allenava il Siena e in particolare per la presunta combine della trasferta con il Novara giocata il 30 aprile 2011. A coinvolgerlo nell’indagine della Procura di Cremona sul calcioscommesse sarebbe stato il «suo» ex calciatore Filippo Carobbio nel corso dell’audizione alla Procura federale della Federcalcio, durante la quale aveva spiegato di aver saputo da Conte «che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio». Antonio De Rencis, avvocato del tecnico della Juventus assicura che «la reazione di Conte è quella di una persona completamente estranea e fortemente determinata a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati». Anche il presidente del Siena Massimo Mezzaroma sarebbe indagato e gli sono state perquisite le abitazioni (sotto inchiesta per 7/8 partite quando era in B). A chiamare in causa il presidente dei bianconeri è stato Carlo Gervasoni che agli inquirenti ha raccontati di aver saputo tramite il gruppo degli «Zingari» che Mezzaroma avrebbe pagato due giocatori di un’altra squadra.
PERQUISIZIONI ANCHE A COVERCIANO – La polizia si è presentata alle 6.30 anche a Coverciano, sede del ritiro della Nazionale. A Criscito (attualmente in forza allo Zenith di San Pietroburgo) è stato consegnato un avviso di garanzia. Inoltre sono state perquisite la sua stanza e la sua abitazione di Genova.
IL SUMMIT AL RISTORANTE – Agli atti dell’indagine di Cremona vi è anche il resoconto di un summit in un ristorante genovese, il 10 maggio 2011, nei giorni precedenti la partita Lazio-Genova a cui parteciparono Giuseppe Sculli e proprio Domenico Criscito, un pregiudicato bosniaco e due dei maggiori esponenti degli ultrà del Genova. L’incontro è stato documentato dagli agenti della polizia che hanno condotto le indagini. Su mandato della procura di Cremona la squadra mobile della Questura di Aosta ha perquisito lunedì mattina, alle 4, l’abitazione di Fenis di Sergio Pellissier, attaccante del Chievo coinvolto nell’inchiesta sul calcioscommesse. Analoga ispezione è avvenuta nella casa di Verona del giocatore, che risulta essere indagato. All’interno della villa sulla strada statale 26 sono stati sequestrati computer, ipad e pennette usb che verranno messi a disposizione degli inquirenti.
LE PARTITE – Accertamenti sono in corso anche per i genoani Sculli (per il quale era stato chiesto l’arresto ma il gip lo ha negato) e Kaladze. «In questa nuova tranche dell’inchiesta sono emerse manipolazioni di partite di A del campionato 2010-2011, tra cui Lazio-Genoa 4-2 e Lecce-Lazio 2-4», ha detto Raffaele Grassi, dirigente dello Sco, al telefono a SkyTg24. «Le indagini hanno oltremodo confermato l’esistenza di questa organizzazione transnazionale composta da singaporiani e balcanici, a cui si è aggiunta una componente ungherese», ha spiegato Grassi.
TORINO – Trattiene a stento le lacrime, la voce è rotta dall’emozione: Antonio Conte prova a difendersi dopo che è stato indagato dalla Procura di Cremona per l’ultimo filone del calcioscommesse. «Ribadisco la assolutà estraneità mia e dei miei ex calciatori. È stata un’annata fantastica e niente e nessuno può rovinare qualcosa di così straordinario» dice il trainer bianconero.
«IO MORALMENTE INTEGRO» – E si chiede perché: «La Procura di Cremona non mi ha interrogato? La mia storia calcistica da calciatore e da allenatore parla abbastanza chiaro. Ho sempre dimostrato integrità morale, onestà e chiarezza sia da calciatore che da tecnico Lo si può chiedere ai miei ex compagni, ai miei giocatori da tecnico e agli avversari. Sono una persona che vuole vincere – ha proseguito Conte – vado anche aldilà delle possibilità, cercando di trasferire i miei valori ai calciatori. Non dimentico che ho subito un’aggressione con bastoni davanti a mia figlia e a mia moglie per difendere la mia integrità»
AGNELLI DIFENDE I SUOI – Di fianco a lui il presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Che difende a spada tratta i suoi tesserati : «Non mi pare che Conte faccia parte di questo quadro preoccupante. Perchè il ruolo attribuito ad Antonio è vicino all’insignificante». E ribadisce la fiducia della società nei confronti del tecnico pugliese ( e di Leonardo Bonucci, anch’egli coinvolto nello scandalo): «È giusto che in questa fase esprimiamo agli inquirenti il nostro rispetto per il loro lavoro – ha detto Agnelli – ma è altrettanto giusto e serio esprimere lo stesso rispetto per le persone coinvolte. Sono a fianco di Antonio e di Leonardo Bonucci. Antonio è e sarà il nostro allenatore».