Violenta pioggia sugli sfollati, si montano altri letti nelle tendopoli. Ancora scosse nella notte, la più forte di 5,1 Richter alle 21,21 avvertita da Milano a Venezia e da Bolzano a Firenze
MODENA – A due settimane esatte dal primo forte sisma (20 maggio, ore 4.04) in Emilia, l’emergenza non è affatto terminata. Lo testimoniano le tre forti scosse di domenica sera e quelle del mattino: le prime due poco prima delle 20 di 3,3 e 3,8 gradi, la terza alle 21.21 di 5,1 gradi con epicentro a una profondità di 9 chilometri tra Novi di Modena, San Possidonio e Concordia, scossa che è stata avvertita da Milano a Venezia e da Bolzano a Firenze. La scosse hanno provocato alcuni crolli in edifici già danneggiati (come la torre dell’orologio di Novi). Nelle ore successive i sismografi hanno continuato a registrare scosse. Alcune superiori ai 3 gradi Richter: all’1.39 e all’1.40, entrambe di magnitudo 3.2, precedute da una scossa di 3.1 alle 0,27. Tutte con epicentro tra Modena e Mantova. Ma non è finita. Alle ore 8.55 si è registrata una scossa con magnitudo 3.9. Le località prossime all’epicentro sono Concordia e San Possidonio (Modena) e Moglia (Mantova). La seconda, si è verificata alle 9.04 con magnitudo 3.4. Le località prossime all’epicentro sono Concordia (Modena), Moglia e San Giacomo delle Segnate (Mantova).
ALCUNI CROLLI – Dalle prime ore di lunedì mattina in Emilia si abbatte anche un violenta temporale. La protezione civile sta allestendo nelle decine di tendopoli sparse su tutta la provincia, dei nuovi letti per consentire così agli sfollati che non avevano ancora richiesto l’assistenza delle tendopoli e che dormivano in tende private posizionate in parchi pubblici o giardini, di trovare riparo dalla pioggia. Nella chiesa di Quartirolo di Carpi si celebra il funerale di don Ivan Martini morto nel crollo della chiesa di Rovereto di Novi in seguito alla scossa sismica dello scorso martedì.

SCUOLE CHIUSE – Tra le misure prese quella di chiudere le scuole lunedì e martedì a Modena, dove l’amministrazione comunale ha prolungato la chiusura degli istituti. Scuole chiuse lunedì anche a Mantova, Maranello, Formigine e Sassuolo. Nelle zone dell’epicentro del sisma era già stata decisa la fine anticipata dell’anno scolastico.
LUTTO NAZIONALE – Come deciso dal Consiglio dei ministri, lunedì è giornata di lutto nazionale, per ricordare le vittime del terremoto. La bandiera nazionale e quella europea sugli edifici pubblici di tutta Italia saranno esposte a mezz’asta. Si osserverà un minuto di raccoglimento nelle scuole di ogni ordine e grado. Il governo, inoltre, auspica iniziative autonome da parte delle associazioni di categoria del commercio per la chiusura degli esercizi durante le esequie delle vittime e la modifica dei programmi televisivi.
STIMA DEI DANNI – In mattinata, invece, anche vicino alle zone chiuse per pericolo di crolli, avevano ricominciato ad aprire bar, farmacie e qualche negozio di generi alimentari. La prima stima dei danni con un crisma di ufficialità l’ha data il commissario europeo alla Politica regionale, Johannes Hahn, che, con il vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, ha visitato le zone colpite dal sisma. «Posso dire che si tratta di danni intorno ai 5 miliardi di euro», ha detto. «Noi potremmo dare un aiuto nell’ordine di 150-200 milioni». Hahn ha ricordato che i soldi in arrivo dall’Ue saranno a fondo perduto e che dai ministri per lo Sviluppo rurale potrebbero arrivare altri 100 milioni di euro. «L’Europa sarà a fianco dei terremotati nell’opera di aiuto e di ricostruzione», ha ribadito Tajani, ricordando che gli stanziamenti fanno parte del «fondo di solidarietà di un miliardo di euro, da cui potremmo attingere per l’Italia il 2,5% del danno dimostrato».