MAXI OPERAZIONE. Carabinieri in azione dalle prime ore del mattino. Colpita la nuova struttura del potente clan Mallardo
NAPOLI – Una vasta operazione anticamorra dei carabinieri è in corso dalle prime ore di mercoledì mattina, con decine di arresti nelle province di Napoli e Caserta. Le indagini del Ros, coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Napoli, hanno consentito di disarticolare la nuova struttura del clan Mallardo, che si era riorganizzato dopo la cattura e la condanna dei capi storici ed aveva trovato alleanze con altri gruppi camorristici. Sequestrati beni mobili e immobili per un valore di diversi milioni.
I REATI – Sono 47 le ordinanze di custodia cautelare in corso esecuzione. Le accuse per gli indagati vanno dall’associazione di tipo mafioso all’estorsione, alla detenzione di armi da guerra. Secondo gli investigatori il clan Mallardo, egemone a Giugliano in Campania, in seguito all’ergastolo dei capi storici, i fratelli Giuseppe e Francesco Mallardo, si era riorganizzato sul territorio mantenendo il controllo delle attività estorsive e dei traffici di droga. Le indagini hanno consentito di documentare i rapporti con i clan Licciardi di Secondigliano (Napoli) e Bidognetti di Casal di Principe (Caserta), con i quali erano stati costituiti un «gruppo misto» ed un «direttorio» per la gestione delle attività illecite in numerosi comuni delle province di Napoli e Caserta. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà alle 11.30 presso la procura della Repubblica di Napoli.
SEQUESTRATI 600 MILIONI DI EURO – Nel 2011 la famiglia Mallardo era stata falcidiata dagli arresti di un’indagine congiunta condotta dalle procure antimafia di Roma e Napoli. In manette finì anche Feliciano Mallardo, detto «o sfregiato», ritenuto l’attuale capo dell’omonimo clan camorrista di Giugliano in Campania. Impressionante l’ammontare dei beni sequestrati al clan: oltre 600 milioni di euro, in gran parte dirottati a Roma, dove il gruppo ha i propri interessi nella speculazione edilizia. Ma non solo.
SOLDI IN EMILIA E LOMBARDIA – Gli investigatori accertarono che il gruppo camorristico aveva investito anche in Emilia e Lombardia, «ripulendo» il capitale proveniente dal traffico di droga in attività lecite come l’acquisto di grossi supermarket e la costruzione di complessi immobiliari.
ALLE PORTE DI ROMA – Ma i Mallardo si sono infiltrati soprattutto attorno alla Capitale. Tra i beni sottoposti a sequestro, oltre a circa 900 immobili e 23 aziende, anche 200 conti corrente bancari, auto e moto di lusso e partecipazioni societarie. Le aziende del clan avevano acquisto il controllo di interi settori economici: dalla produzione e commercializzazione del caffè, ai centri scommesse, al commercio all’ingrosso di bibite e prodotti parafarmaceutici. E poi quelal miriade di imprese edili capaci di agguantare decine di commesse, pubbliche e private a Roma, Mentana, Guidonia Montecelio, Monterotondo e Sant’Angelo Romano.