TERREMOTO. Il sisma è stato avvertito in tutto il Centronord. L’epicentro a 25,6 chilometri di profondità. Il sisma e l’industria. Il presidente di Confindustria: «Nell’area si produce un po’ di più dell’1% del nostro Pil, ora ci sono 10 mila posti a rischio»
RAVENNA – Una scossa di terremoto con magnitudo 4.5 si è verificata alle 6.08 con epicentro al largo di Ravenna, in Romagna, ad una profondità di circa 25 chilometri. Il terremoto è stato avvertito anche nelle Marche. Le zone vicine all’epicentro sono Ravenna, Cervia e Alfonsine. Secondo la Protezione Civile, al momento non si registrano danni a persone o cose, salvo la caduta di alcuni calcinacci da un vecchio palazzo del centro storico di Pesaro, in via Sabatini, che secondo i pompieri potrebbe però non essere stata provocata dal terremoto. La via è stata transennata. Nonostante la paura provocata dalla scossa di terremoto le scuole sono regolarmente aperte a Pesaro. Lezioni regolari anche ad Ancona. Anche le verifiche compiute sulle piattaforme per l’estrazione di gas metano al largo di Ravenna hanno confermato che non ci sono stati danni.
IL SINDACO DI RAVENNA– «In queste ore sono in corso controlli sugli edifici pubblici. Dalle prime verifiche non risulta ci siano stati danni particolari. Le scuole sono regolarmente aperte». È il messaggio del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci. «L’unica scuola in cui la dirigente ha chiesto un intervento di controllo – ha detto ancora Matteucci – è il liceo scientifico. Alle 13 in una riunione straordinaria della Giunta faremo il punto della situazione».
IN MARE – Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia l’epicentro si trova a 25,6 chilometri di profondità, al largo della costa. La scossa è stata avvertita distintamente anche ad Ancona e Pesaro. Numerose le chiamate ai vigili del fuoco, carabinieri e polizia. Durante la notte, tra le 2 e le 6 del mattino, sono state in tutto tre le scosse che hanno fatto tremare ancora la Pianura padana. La prima era di magnitudo 2.2. Alle 2,25, un altro sisma lieve – di magnitudo 2.9 – si è verificato anche a Benevento.
NUOVA FAGLIA – Il terremoto è stato generato da una faglia diversa rispetto a quelle responsabili dei sismi del 20 e del 29 maggio in Emilia, sebbene la struttura geologica interessata sia la stessa. Lo ha spiegato il funzionario di sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Francesco Mele. Anche questo terremoto è legato all’attività del margine settentrionale dell’Appennino, sepolta sotto la Pianura Padana. «È stato generato – ha spiegato il sismologo – dalla struttura di Malalbergo-Ravenna, che costituisce l’estremità più orientale dell’arco di Ferrara», ossia la struttura geologica all’origine dei terremoti delle scorse settimane nel ferrarese e nel modenese.
Ingv: “Non c’è collegamento con il sisma in Emilia” – “Quello di Ravenna è un terremoto con movimenti diversi. E’ avvenuto in profondità e a 80 km di distanza dal modenese. Non c’è collegamento con quello che ha colpito l’Emilia nei giorni scorsi”. Lo conferma Franco Mele, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il geofisico del Cnr Giovanni Gregori parla a SkyTG24 “di una tempesta robusta sismica in atto”. “L’Italia sta ruotando in senso anti-orario” aggiunge, ma ribadisce che il terremoto è un fenomeno che si può studiare e non prevedere.
Ad accendere la discussione su Twitter è però proprio quello che viene percepito come un “cambiamento di rotta delle scosse”. Sono infatti molti gli utenti che, con una punta di ironia, sottolineano: “Ma non ci stavano dimostrando che la faglia passeggiava verso ovest? Ripasso di geografia: Ravenna è ad est”.
LA STAGIONE ESTIVA– Se a maggio il terremoto ha colpito con scosse di magnitudo superiore a 5.0 l’Emilia tra le province di Modena e Ferrara in uno sciame che sembrava orientato verso nord, nord-ovest, la scossa di mercoledì si è verificata a circa un’ottantina di chilometri dal quel fronte sismico, nella zona della costa adriatica, finora risparmiata. Questo rischia di avere ripercussioni sull’imminente stagione estiva nella costa romagnola, dove gli albergatori temono ricadute pesanti sull’affluenza dei villeggianti. Finora il terremoto in Emilia ha causato 26 morti e circa 14.000 sfollati.

MILANO – Con il sisma in Emilia «si teme, e credo sia abbastanza vicino alla realtà, che ci sia uno stop produttivo di almeno 4-6 mesi». Lo stima il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che aggiunge: «Nell’area si produce un po’ di più dell’1% del nostro Pil, rischiamo qualche frazione di punto di Pil soltanto a causa del terremoto».
10 MILA POSTI A RISCHIO – Oltre 10mila posti di lavoro a rischio e almeno 500 aziende hanno subito gravi lesioni, secondo il bilancio provvisorio sul sistema produttivo del sisma dell’Emilia Romagna tracciato dallo stesso Squinzi. Per il numero uno degli industriali «è una parte manifatturiera importante dell’Italia che è stata colpita e deve ripartire al più presto anche per evitare qualunque tentazione di delocalizzazione, anche da parte delle imprese straniere presenti sul territorio».