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«Il movente? Non lo sappiamo. Ha colpito di giorno perché di notte non c’era nessuno»

LA BOMBA DI Brindisi – L’uomo in carcere: «QUANTO TEMPO DEVO STARE QUI?». Il procuratore Cataldo Motta: «Vantaggiato è accusato di strage in concorso. Individuato grazie alle auto»

 

LECCE – «Sì, quella bomba l’ho fatta io da solo. L’ho pensata e l’ho costruita». Il sessantottenne alternerebbe momenti di lucidità a periodi di confusione. «L’ho messo di giorno perché la notte non c’era nessuno». Proprio questa ammissione di Giovanni Vantaggiato, autore dell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi in cui ha perso la vita la sedicenne Melissa Bassi, «in orario diurno perché di notte non c’era nessuno» configura il reato di strage, aggravato da finalità di terrorismo. È quanto ha affermato il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta. Niente mafia, niente criminalità organizzata. «Non un criminale incallito» ha detto il titolare delle indagini nel corso della conferenza stampa di Brindisi all’indomani del decreto di fermo di Gianni Vantaggiato, firmato anche dal sostituto procuratore della stessa Dda Guglielmo Cataldi e dal pm della procura di Brindisi Milto De Nozza.

CONCORSO – Nel provvedimento si contesta il concorso nel reato «per coprire ogni eventualità», ha precisato Motta. Il fermato «ha decritto l’ordigno – ha riferito Motta – e come era composto» . Quanto alla somiglianza del fermato con l’uomo ripreso in un video di un chiosco di fronte alla scuola scenario dell’attentato, Motta ha aggiunto che «è evidente che è la stessa persona» e che probabilmente si è trattata di una «imprudenza». Alla conferenza stampa erano presenti tra gli altri il vicecapo della polizia, Francesco Gratteri, i vertici dello Sco e del Ros; non erano presenti né il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, né il pm De Nozza.

IL MOVENTE – Dopo 18 giorni il colpevole è stato individuato grazie alle due automobili di Vantaggiato, riprese dalle telecamere di sicurezza nella zona dell’attentato. Il filmato del chiosco dell’edicola, diffuso dopo l’attentato, è stato solo la conferma. Ancora da chiarire il movente dell’attentato compiuto facendo detonare un ordigno composto da bombole di gas. «Il movente è uno degli aspetti che non convince, non lo sa dire. Mentalmente sta bene. Ha ammesso la propria partecipazione, ma per il resto non è convincente». Il procuratore Cataldo Motta ha svelato che Vantaggiato, del quale è stato deciso di non diffondere alcuna immagine, ha dato risposte generiche prive di credibilità. «A mio avviso il contenuto di quell’interrogatorio non è soddisfacente» ha detto più volte il magistrato. «Ha parlato di generici problemi economici. Ha detto di avercela con il mondo. Ha reso un interrogatorio che non ha carattere di completezza. Non sappiamo perché l’ha fatto» ripete Cataldo Motta dopo aver spiegato che alle indagini hanno lavorato «un centinaio di uomini divisi in più squadre». Adesso cercheranno di scoprirlo gli inquirenti il motivo di tanta violenza, altrimenti «l’indagine sarebbe zoppa se ci fermassimo qui…» ha detto Cataldo Motta che ha aggiunto che «sono ancora in corso perquisizioni iniziate stanotte». Poi l’assalto dei cronisti: «Ha competenze elettroniche?». «Elettro-tecniche più che elettroniche», la risposta. «Questo riguarda le indagini», oppure «chiedetelo all’interessato» la maggior parte delle risposte. «L’indagine. Ha aggiunto il procuratore – è a un punto di partenza, cosa che ci permette di andare in una determinata direzione. Ora abbiamo una pista privilegiata e continuiamo su questa strada». La vendetta? «Oggi non possiamo dire nulla su questo. Volete provare a interrogarlo voi?». Fine del discorso.

«QUANTO TEMPO DEVO STARE QUI?» – «Quanto tempo dovrò stare qui?’: è l’unica domanda che Giovanni Vantaggiato ha fatto la scorsa notte all’arrivo nel carcere di Lecce. L’uomo – riferisce all’Ansa chi ha potuto vederlo – mantiene «un atteggiamento remissivo, passivo». Ma chi è Giovanni Vantaggiato? Giovanni Vantaggiato ha 68 anni, possiede un deposito e rivendita di carburante agricolo lungo la strada che congiunge Copertino con Leverano. Nella piccola azienda a gestione familiare lavorano anche la moglie Giuseppina e una delle due figlie. In passato l’attività dell’uomo era molto fiorente perché Vantaggiato riforniva oltre che di carburante agricolo anche di carburante per il riscaldamento la stessa Copertino e altri paesi del leccese. Negli ultimi anni invece il volume di affari dell’attività si è notevolmente ridotto dopo che nei paesi della zona è stata realizzata la rete di distribuzione del gas cittadino. Gli uffici dell’azienda di Vantaggiato sono stati perquisiti da parte di polizia e carabinieri. Ma non solo. Perquisizioni anche a bordo di una imbarcazione di proprietà di Giovanni Vantaggiato ormeggiata nel porto di Porto Cesareo. L’imbarcazione, un barca a motore, viene utilizzata dall’uomo per le vacanze. Per il momento quindi i genitori di Melissa non sanno ancora perché la loro unica figlia è stata uccisa.

Redazione Online

«Il movente? Non lo sappiamo. Ha colpito di giorno perché di notte non c’era nessuno»ultima modifica: 2012-06-07T15:15:26+02:00da
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