Ha presentato il suo lavoro alla conferenza degli sviluppatori Apple. Con l’app Ariadne GPS i non vedenti possono sapere dove sono, monitorare gli spostamenti, ascoltare i rumori intorno
BOLOGNA – «Persone provenienti da ogni parte del mondo mi hanno detto: tu hai cambiato la mia vita». Affermazione non da poco, soprattutto se arriva dal palco della conferenza degli sviluppatori Apple. La voce è quella di Giovanni Luca Ciaffoni, informatico italiano scelto dalla casa madre di iPhone e iPad per esaltare le potenzialità dei suoi gingilli. Con l’applicazione Ariadne GPS, Ciaffoni dà ai non vedenti di melafonino o tablet muniti la possibilità sapere dove si trovano in un determinato momento, monitorare gli spostamenti, essere allertati in merito al raggiungimento di un luogo preimpostato e ascoltare i rumori di ciò che li circonda. La soluzione, scaricata 5mila volte, è piaciuta ai vertici di Cupertino ed è finita sotto i riflettori di San Francisco, suscitando in patria orgoglio per l’impresa e lo spunto del 36enne bolognese.
Come sei arrivato in California?
«Sono stato invitato da Apple che due mesi fa è venuta a Bologna per intervistarmi, erano alla ricerca di storie o applicazioni particolari. Si sono poi preoccupati che io potessi seguire il keynote e tutta la conferenza degli sviluppatori a San Francisco, anche se in realtà in questi giorni non sto facendo altro che rispondere ai giornalisti».
Come è nata l’app?
«Ho iniziato a interessarmi allo sviluppo di iOs un paio di anni fa, questa applicazione è nata come una sfida: volevo rendere le mappe accessibili ai non vedenti. E ci sono riuscito: vedere un mio amico non vedente esplorare la mappa con il dito, sentire quello che stava toccando e farsi un’idea della zona che aveva intorno è stato veramente emozionante e commovente. Nei passi successivi ho aggiunto altre cose carine, come la possibilità di tradurre in audio quello che noi vediamo, come un fiume o il mare: l’utente sente il rumore dell’acqua. Poi è arrivata la funzione sulla mobilità: quando cammino l’app mi dice dove mi trovo e mi dà la possibilità di memorizzare i luoghi preferiti. Se, per esempio, memorizzo la fermata dell’autobus, quando sono in prossimità della stessa l’app mi avvisa».
Cosa ti ha portato a occuparti dei non vedenti?
«Mi sono laureato in ingegneria informatica nel 2003 e ho fatto il servizio civile all’Istituto dei ciechi di Bologna, dove lavoro attualmente come sviluppatore di software e consulente per l’accessibilità di pagine web e testi digitali alle persone disabili. Il mondo di iOs (il sistema operativo mobile di Apple, ndr) mi affascina perché permette di sviluppare prodotti veramente accessibili. Normalmente, quando il non vedente utilizza un computer o un hardware di qualsiasi tipo deve acquistare un programma che funge da sintesi vocale o che permette di avere l’output su display braille, invece i prodotti Apple hanno la sintesi vocale integrata. Considerando le potenzialità di iPhone, che consente di acquistare biglietti per il treno o leggere libri, ai non vedenti e ai disabili in generale si apre un mondo nuovo».
L’utilità e l’importanza del tuo strumento è indubbia, ma ci guadagni anche qualcosa?
«Un lavoro ce l’ho già, l’app è nata come esperimento nel tempo libero. Non ho pensato al denaro all’inizio e l’ho lanciata a un costo inferiore a due euro. Dopo la prima versione sono iniziate ad arrivare richieste di inserimento di nuove funzioni e mi sono reso conto che c’era bisogno di un bel po’ di lavoro. Visto che il mercato è limitato ho tirato su il prezzo (5,99) per pagarmi le ore di sviluppo. Non penso che farò i soldi con questa applicazione, adesso ho ottenuto un po’ di visibilità, ma il lato economico non è mai stata una priorità».
Hai pensato a realizzare una versione per Android?
«Non ci ho lavorato perché il sistema operativo presenta dei limiti per quanto riguarda l’inserimento dei caratteri. Anche l’accessibilità dell’interfaccia è ancora molto indietro rispetto a quella di iPhone».
Progetti per il futuro?
«Sto per lanciare una nuova versione di Ariadne. Ho ritoccato l’interfaccia, la versione attuale è bruttina, e introdotto la possibilità di condividere con gli amici i luoghi preferiti. E ho altre idee per nuove app, non solo per non vedenti».
Visto che ti occupi di questo, che caratteristiche deve avere un sito per essere accessibile ai non vedenti?
«I non vedenti navigano utilizzando un software che converte quello che c’è in video in un formato testuale, che a sua volta viene mandato in output come sintesi vocale o in braille. Bisogna quindi adottare degli accorgimenti affinché lo screen reader possa lavorare correttamente: se sul sito ci sono delle immagini, è bene che vi sia associato un testo descrittivo. Se il testo non c’è il non vedente non saprà nulla di quell’immagine, il più delle volte sentirà il nome di un file. Per lo stesso motivo, se inserisco dei video sarebbe bene inserire dei sottotitoli».
Martina Pennisi