L’ex tesoriere della Margherita a SkyTg24. «Non patteggerò. Ho paura per la mia famiglia»
ROMA – Se il Senato dovesse autorizzarne l’arresto, Luigi Lusi sostiene di avere «un’idea per rendermi utile al Paese». L’ex tesoriere della Margherita, intervistato da Sky Tg24 da Maria Latella, non si sbottona su quello che farà in carcere. «Ne parlerò eventualmente a suo tempo con i magistrati, ma ho un’idea per rendermi utile al Paese».
LA FUGA – «Il Senato non dovrebbe autorizzare il mio arresto perché non ci sono elementi per autorizzare la mia custodia cautelare, infatti non c’è rischio di inquinamento delle prove, fuga o reiterazione del reato». Così Lusi a poche ore dal voto di palazzo Madama sul suo arresto, l’aula si esprimerà mercoledì 20 giugno: «Mi ritengo innocente per il reato di associazione delinquere, l’unico reato per cui è chiesto arresto» aggiunge il senatore che si dice «preoccupato per mia moglie che è ancora ai domiciliari e miei figli».
LA GIUSTIZIA – «Mi fido completamente della magistratura italiana e la verità prima o poi verrà a galla». «Se chiederò il patteggiamento? Non credo, devo recuperare dignità personale di fronte alla mia famiglia e al Paese, voglio un dibattimento», ha aggiunto Lusi.
I CONTI – «Per undici anni ho gestito 214 milioni di euro, all’inizio di gennaio ho lasciato in cassa più di 20 milioni di euro, e non 13 o 14 come sto leggendo da due giorni sui giornali. Ne ho gestiti quindi 194: questi 194, al di là delle lenzuolate che ho visto sbandierare da foto di giornali, sono stati spesi o per attività politica o, negli ultimi anni, dal 2007 al 2011, per attivitá di cui non conosco la portata esatta, ma che mi è stato detto di approvare e autorizzare perchè quello stava all’interno di un patto fiduciario». «Io – aggiunge – ho applicato nei fatti un patto fiduciario che era presente, che è stato negato da Rutelli, Bocci e Bianco che sono i tre reggenti della Margherita. Non c’è una spesa che io abbia sostenuto dal 3 agosto 2001 al 17 gennaio 2012 che abbia un mandato scritto, a parte una transazione di 25 milioni di euro sottoscritta nel giugno 2003 che stornava ai quattro partiti originari della Margherita quella somma. Il tesoriere è uno che esegue degli ordini verbali. Tutte le spese sono state tracciate, c’era un collegio dei revisori dei conti, tre persone espressione di tutte le parti politiche della Margherita, c’era un comitato tesoreria che controllava tutto». «I conti della Margherita – ribadisce Lusi – erano visti da tre soggetti diversi: i revisori dei Conti, il comitato di Tesoreria e da un organo della Camera dei deputati. È un po’ difficile che abbia truccato i conti per undici anni. Perché sono contrari alla mia richiesta di svelare tutti i conti della Margherita? Perché fare un’assemblea federale che approva un bilancio a porte chiuse? Perché inibirmi la partecipazione sospendendomi il giorno prima?».