Il capo dello stato replica alle insinuazioni. Intercettazioni, «questione da risolvere con largo consenso»
In questi giorni è stata condotta «una campagna di insinuazione e sospetto sul Presidente della Repubblica e i suoi collaboratori costruita sul nulla». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lasciando la caserma della Guardia di Finanza di Coppito, in provincia dell’Aquila, dove ha presieduto alla cerimonia per il 238esimo Anniversario della fondazione del Corpo. Per poi aggiungere che quelle apparse sui giornali sono «interpretazioni arbitrarie e tendenziose, talvolta persino versioni manipolate» che riferivano di atti di indagini giudiziarie sulle «più sanguinose stragi di mafia degli anni Novanta».
LA VICENDA– Napolitano risponde così alle indiscrezioni apparse su diversi giornali a proposito di un suo intervento a difesa delò’ex ministro dell’Interno Mancino, indagato per falsa testimonianza dalla procura di Palermo per quel che riguarda la trattativa tra Stato e mafia. Agli atti dell’inchiesta condotta dai pm Ingroia e Di Matteo ci sono numerose conversazioni intercettate tra lo stesso Mancino e il consigliere del Quirinale per gli Affari giuridici Loris D’Ambrosio. Proprio sulle intercettazioni il Capo dello Stato ha poi aggiunto: «È una questione da risolvere con largo consenso».
«IO SERENO»– «Ho reagito con serenità e la massima trasparenza» agli attacchi che hanno investito il Quirinale. Napolitano ha spiegato che continuerà «ad andare avanti nel modo più corretto ed efficace anche attraverso i necessari coordinamenti dell’azione della magistratura».