Prandelli dopo aver eliminato gli inglesi guarda alla semifinale. Il ct: «Dovremo lottare, servirà una squadra atleticamente a posto. I gol? In attacco non ci manca nulla»
CRACOVIA – Cesare Prandelli non dimentica. Da bresciano che non si fa domande tiene tutto dentro. “Ho diversi sassolini nella scarpa ma resteranno lì per molto tempo”. L’Italia spernacchiata ora è celebrata. Appena entra in sala stampa scattano fragorosi applausi per il ct. E’ successo anche l’altra sera allo stadio Olimpico di Kiev dopo la faticaccia ai rigori sugli inglesi. “Se fosse andata diversamente chissà se me li avreste fatti tutti questi applausi, forse no” ride sornione Prandelli. Le critiche, le polemiche, i fraintendimenti: adesso, con la semifinale da giocare, sembra tutto alle spalle. Prandelli però va oltre il momento della celebrazione. “Qualche calcione sappiamo tirarlo anche noi”, lascia lì un messaggio un po’ in sospeso. Poi si concentra sulla sfida con i tedeschi, sfida d’altri tempi. “Quell’Italia-Germania 4-3 del 1970 certo che me la ricordo – osserva il ct – Ero a casa a vederla in tv con mio papà. E’ stata l’emozione più forte. Fino ad ora…”. Fino cioè a giovedì, praticamente dietro l’angolo.
GERMANIA FAVORITA, NON INVINCIBILE – I due giorni di riposo in più di cui ha potuto godere la Germania preoccupano, inutile farci troppi giri intorno. “È un handicap non indifferente…”. Ci scappa anche una tirata d’orecchie all’Uefa: “forse bisognerà ripensare al calendario del torneo”. Su come affrontare i panzer ha le idee chiarissime: “Dovrò mettere in campo una squadra atleticamente viva, perché ci sarà da lottare. Nessuno è invincibile, neanche la Germania. Restano i favoriti ma anche le grandi squadre ti concedono qualcosa”.
ALL’ATTACCO – Leggere bene la gara, rischiare, fare un calcio propositivo. Non si torna indietro. “Preferisco prendere un gol in contropiede piuttosto che stare lì rintanato in difesa a soffrire…”. I gol restano un tabù da sfatare: in quattro gare solo una rete su azione, quella di Di Natale contro la Spagna. “Non ci manca nulla in attacco – obietta Cesare – Dobbiamo migliorare sui tempi di gioco, non c’entrano gli uomini. Se tiriamo in porta per 30 volte, su dieci partite ne vinciamo 9”.
CASSANO-BALOTELLI – Non si sente tradito dalla coppia Cassano-Balotelli. “Cassano? Alla quarta partita dopo tanti mesi di inattività può pagare il ritmo gara: è normale. Ma avercene di giocatori della sua qualità. Balotelli? Mi è piaciuto tanto contro l’Inghilterra, è stato ordinato. Gli è mancata solo un po’ fortuna e lucidità al momento della conclusione”.
CUCCHIAIO GENIALE – Un pensiero va ancora ai quei rigori di Kiev. “Non ci siamo allenati per i rigori, ma per tirare in porta. Non si è mai pronti, non si preparano certe cose”. Tanto meno si può programmare la lucida follia di un cucchiaio. “Sono rimasto sorpreso anch’io da come Pirlo ha tirato dal dischetto. Voleva mettere pressione agli inglesi, mi ha detto. L’ho trovato geniale”.
INFERMERIA – Infine il capitolo infortunati. La corsia di destra è praticamente fuori uso, (Maggio sarà squalificato e Abate è infortunato). Resta da valutare l’acciacco di De Rossi, uscito per un’infiammazione al nervo sciatico. Lunedì notte, all’arrivo all’aeroporto di Cracovia, il romanista zoppicava ma si conta (e spera) nel suo recupero. “Non ho ancora parlato con i ragazzi, dormivano. Dopo l’incontro con i medici valuteremo”, chiude Prandelli.
Redazione Online