BRUXELLES| Draghi: «Soddisfatto delle decisioni prese questa notte». L’Eurogruppo apre al meccanismo anti-spread. Il premier: «Ottenuto ciò che volevamo, ma non chiederemo lo scudo»
BRUXELLES – L’accordo è arrivato al termine di un vertice Ue tormentato, ma alla fine un’intesa su un meccanismo anti-spread (affidato alla troika Bce, Fmi e Unione Europea), sulla ricapitalizzazione diretta delle banche e sul ruolo dei fondi salva Stato è stata trovata. I leader dell’Eurogruppo «hanno aperto alla possibilità che i paesi virtuosi usino i fondi salva stati Esfs e Esm per riassicurare la stabilità sui mercati». Ad annunciarlo alle 4 del mattino è stato il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy, che durante la conferenza stampa finale «ha parlato di un vertice difficile e fruttuoso, durante il quale è stato approvato un patto per la crescita e il lavoro in grado di mobilitare oltre 120 miliardi di euro». Poco dopo è arrivato anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure fonti tedesche avevano descritto come «irritatissima» con Rajoy, ma soprattutto con Monti: «Abbiamo ottenuto quello che volevamo e raggiunto buoni risultati sugli strumenti Esm ed Efsf, una buona base su cui lavorare».
MONTI: «PASSI AVANTI» – Anche il premier italiano Mario Monti ha detto di essere soddisfatto e di avere «ottenuto quello che volevamo», ma nel caso dell’Italia si tratta di una posizione effettivamente corrispondente allo stato d’animo dell’esecutivo. «In questi due giorni abbiamo fatto importanti passi avanti – ha sottolineato il capo del governo -. Passi avanti in un modo che corrispondono molto a quelli che l’Italia sostiene: si è adottato un patto per la crescita e l’occupazione che contiene importanti misure sia a livello nazionale che europeo». «Stiamo facendo anche un po’ d’azione di promozione presso altri Paesi – ha poi aggiunto il numero uno di Palazzo Chigi – dell’idea, per noi naturale ma non sempre considerata tale, tra sinergia tra disciplina di bilancio e misure per la crescita». «Siamo certi – ha evidenziato Monti – che questa visione pervada tutte le politiche economiche, anche quella francese che si era presentata, specie nel periodo elettorale, alla ribalta con accenti un po’ diversi». Il capo del governo ha poi ribadito che l’Italia non ha alcuna intenzione di chiedere la copertura dello scudo europeo appena sgravato.
LA SODDISFAZIONE DI DRAGHI E BARROSO- Soddisfatto del risultato si è detto il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. «Sono stati raggiunti risultati nel breve termine. La deroga dello status di creditore privilegiato per la Spagna è uno di questi risultati», ha aggiunto. «La futura possibilità di usare l’Esm per ricpaitalizzare direttamente le banche, qualcosa che la Bce chiede da un po’ di tempo, è anche un buon risultato. E dobbiamo tenere in mente che tutte queste cose, per essere credibili, dovrebbero essere accompagnate da stretta condizionalità. Questo è essenziale». Per il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso il vertice ha rappresentato un passo verso un’autentica unione monetaria della Eurozona. Sempre secondo Barroso, «i leader Ue sono stati capaci di prendere misure di breve e medio termine impensabili solo fino a pochi mesi fa».
MERKEL FA BUON VISO – Si dice dunque contenta del risultato la cancelliera tedesca Angela Merkel che durante la conferenza stampa al termine del Consiglio ha definito il vertice «un successo su tutti i fronti, servito a stabilizzare i mercati. «La mia posizione sugli eurobond non è cambiata» ha però aggiunto. «Noi abbiamo grande fiducia nella Bce perché è un ente indipendente ed ha interesse ad avere delle banche sicure». Poi il riferimento alla semifinale di Euro2012: «A margine del vertice ho incontrato Mario Monti almeno una decina di volte» per parlare delle questioni relative alla crisi «e abbiamo parlato anche della partita». Non ha però detto quali siano stati i contenuti delle discussioni a sfondo calcistico. Sulla linea di Merkel è Draghi è anche il presidente francese Francois Hollande che ha parlato di «un buon vertice», in cui si è trovato «un accordo globale» con «misure che saranno rapidamente messe in opera».
LE MISURE ADOTTATE – Con lo scudo anti-spread, l’Italia spera di evitare «un lunedì nero». Mentre con l’apertura sulla ricapitalizzazione diretta delle banche, la Spagna auspica di potere ricevere gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per ricapitalizzare i suoi istituti di credito senza fare lievitare il debito pubblico. L’accordo «sarà implementato dall’Eurogruppo a brevissimo termine, entro il 9 luglio». I paesi che rispettano il patto di stabilità e le raccomandazioni «non dovranno sottostare al monitoraggio della troika», ma dovranno continuare a rispettare gli impegni presi, ha continuato Monti, precisando che «l’Italia si è molto battuta per queste misure, in particolare per quanto riguarda lo spread, ma non ha intenzione in questo momento di avvalersene», è «un contributo che potrebbe essere utile in principio all’Italia e ad altri stati».
LA TRATTATIVA – L’Italia si è battuta durante la trattativa puntando i piedi, non firmando, insieme alla Spagna, il patto sulla crescita: nessun accordo che non contenesse misure per contenere lo spread. Così, dopo le 22.30 di giovedì, van Rompuy parlando per la prima volta ai giornalisti aveva dovuto ammettere le difficoltà, pur smentendo «un veto italiano»: se l’accordo sul lavoro e la crescita era «vicino», il confronto restava aperto sulla stabilità finanziaria, il debito e le eventuali misure di contenimento dell’oscillazione dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato decennali. Poi era stato il presidente francese François Hollande a chiarire, poche ore dopo, che i leader della Ue avevano trovato l’accordo sul patto per la crescita e l’occupazione, ma che Roma e Madrid avevano deciso di rinviare la loro firma.
L’ACCORDO – Ma alla fine le riserve di Italia e Spagna sono state tolte: ad annunciarlo è stato il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, passate le 4 del mattino, al termine del vertice Eurogruppo. «Affermiamo che è imperativo rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano», hanno dichiarato i leader in un comunicato letto dal presidente Herman van Rompuy.