SIRIA, LE ACCUSE AGLI USA, L’INCONTRO CON KOFI ANNAN. Colloqui «franco e costruttivo tra Assad e Annan». Il presidente siriano alla tv tedesca«Non scappo dalla sfide».
L’inviato Onu-Lega Araba Kofi Annan e il presidente Bashar al Assad hanno raggiunto un accordo su un «approccio» per porre fine alle violenze in Siria che «verrà sottoposto» ai ribelli armati. Lo ha annunciato lo stesso Annan dopo l’incontro con Assad, a Damasco, definito «franco e costruttivo». Poi Annan è partito per l’Iran dove è atteso. Annan ha sempre difeso l’ipotesi di un coinvolgimento iraniano nella crisi siriana, ed aveva annunciato l’intenzione di informare le autorità iraniane in merito ai risultati del vertice del «Gruppo di azione sulla Siria», riunitosi a Ginevra il 30 giugno scorso.
L’INTERVISTA ALLA TV TEDESCA – Per quanto riguarda Assad, il presidente siriano non ha certo smorzato la tensione, anche a poche ore dall’inizio del colloquio. Anzi ha mostrato i muscoli accusando gli Usa di star offrendo sostegno ai ribelli per destabilizzare il paese e definisce gli Stati Uniti «parte pregnante del conflitto». Poi, la stessa accusa, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente pubblica tedesca Ard e trasmessa domenica, è stata rivolta all’Arabia Saudita, la Turchia e il Qatar. «Finché si offre un qualunque aiuto ai terroristi, si è loro alleati. Che si tratti di inviare armi, denaro o dare sostegno politico alle Nazioni Unite», ha ribadito il presidente siriano. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto domenica che le forze di opposizione siriana stanno diventando più efficaci e che presto le violenze termineranno.
«CHIEDONO RIFORME, NON LIBERTA’» – Malgrado queste accuse, Assad non ha escluso la possibilità di un dialogo con gli Stati Uniti. «Non chiudiamo la porta a nessuno, Paese o responsabile, che vuole contribuire a risolvere i problemi in Siria, a condizione che sia serio e onesto», ha spiegato. In questa intervista, realizzata il 5 luglio, Assad ha ritenuto che la questione del suo addio debba essere risolta dalla popolazione siriana. Interpellato sulle migliaia di morti tra i civili in Siria, il presidente ha poi risposto: «Se volete sapere chi ha ucciso, dovete prima sapere chi è stato ucciso. Le vittime di cui parlate, la maggioranza di loro sono sostenitori del governo». «La maggioranza delle persone chiede riforme, riforme politiche e non la libertà», ha aggiunto Assad nel corso dell’intervista e ha escluso con fermezza le sue dimissioni. «Il presidente non deve scappare dalle sfide – ha detto – e adesso abbiamo una sfida nazionale in Siria». Assad si è quindi dichiarato pronto al dialogo politico con l’opposizione, ma intransigente con i terroristi che «stanno uccidendo la tua gente e il tuo esercito».
«UN ATTACCO NON SARA’ UNA PASSEGGIATA»- Nel frattempo un sito Web degli attivisti scrive che oltre 100 siriani sono stati uccisi ieri, la maggior parte dei quali civili. Poi l’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba in Siria, Kofi Annan, ha definito «franco e costruttivo» il colloquio avuto con il presidente siriano Bashar al-Assad:. La proposta dell’ex segretario generale dell’Onu prevedeva un cessate il fuoco da metà aprile tra forze del governo e ribelli, ma la tregua non è mai realmente entrata in vigore. Quasi 300 osservatori delle Nazioni unite sono stati inviati sul territorio per controllare il cessate il fuoco e ora sono costretti a rimanere chiusi in hotel a causa del ritorno di diversi episodi di sangue. La marina siriana ha accolto l’inviato di Onu e Lega Araba con una maxi esercitazione con i lancio di diversi missili anti nave «in cui è stata simulata la risposta ad un eventuale attacco dal mare». Nei prossimi giorni le manovre vedranno impegnate le truppe di terra e l’aeronautica. Il regime di Bashar el Assad, sempre più sotto pressione, vuole dimostrare con i fatti che un eventuale attacco contro la Siria non sarebbe una «quasi passeggiata» come fu l’intervento delle forze aeree della Nato in Libia lo scorso anno