Esposto presentato alla procura di milano. A giugno l’Agenzia per la ricerca sul cancro ha inserito questi gas di scarico nel gruppo 1, quello dei «cancerogeni certi»
MILANO – Sequestrare di tutti i veicoli diesel esistenti nel territorio di Milano: lo chiede il Codacons, che ha depositato un esposto alla Procura milanese dopo che nei giorni scorsi l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato le emissioni dei motori diesel come «agente cancerogeno per gli umani di gruppo 1», quello delle sostanze con effetto tossico scientificamente «accertato». In particolare, come ha spiegato Christopher Portier, presidente del gruppo di lavoro dell’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc), «i gas di scarico del motore diesel provocano tumore ai polmoni negli esseri umani».
L’ESPOSTO – Di qui l’iniziativa dell’associazione dei consumatori. Così si legge nell’esposto: «Si chiede che il Procuratore della Repubblica adito voglia accertare il pericolo che la libera disponibilità dei veicoli diesel possa aggravare o protrarre le conseguenze di cui in narrativa e, quindi, voglia ordinare il sequestro preventivo ex articolo 321 del codice di procedura penale di tutti i veicoli alimentati a diesel presenti sul territorio della città di Milano e provincia». Non solo. Il Codacons chiede di «accertare la responsabilità del sindaco pro tempore di Milano e del presidente della Lombardia per le ipotesi di violazione di legge che si evincono in narrativa», in particolare rispetto ai reati di omissione di atti d’ufficio e getto pericoloso di cose.
LO STUDIO – L’intervento, anche solo a Milano, sarebbe mastodontico. Su circa un milione e 770mila mezzi immatricolati in provincia di Milano, circa un terzo sono a gasolio (580mila); una proporzione che si ribalta e diventa ancor più massiccia sui veicoli per il trasporto merci: quasi 144mila diesel contro meno di 14mila a benzina. D’altra parte l’Oms è stata chiara: a giugno l’Agenzia per la ricerca sul cancro ha diffuso i risultati di uno studio durato 24 anni e iniziato nel 1988, quando aveva classificato le emissioni dei motori diesel tra i cancerogeni «probabili» per l’uomo (gruppo 2). Ora sono invece definiti «cancerogeni certi» (gruppo 1): l’esposizione è associata a un rischio accresciuto di tumore al polmone e alla vescica. Gli esperti Oms hanno stabilito che ci sono oggi «prove sufficienti» dell’associazione tra emissioni dei motori diesel e insorgenza del cancro: «Le prove scientifiche sono inconfutabili e le conclusioni del gruppo di lavoro sono state unanimi: le emanazioni dei motori diesel causano il tumore del polmone», ha spiegato Portier, sottolineando la necessità che «l’esposizione a questa miscela di prodotti chimici sia ridotta in tutto il mondo».
IL MERCATO – Secondo il Codacons sarebbe possibile anche una class action fatta da persone malate di tumore ai polmoni. La notizia riguarda un mercato non da poco: le auto diesel sono molto diffuse principalmente nell’Europa occidentale, dove incentivi fiscali, a costruttori e automobilisti, ne hanno favorito la diffusione. In Italia, nei primi cinque mesi del 2012 sono state vendute 371.995 vetture diesel, con una flessione del 20,74% rispetto all’anno scorso. La percentuale di auto diesel vendute nello stesso periodo è stata pari al 54,5% del totale. Al di fuori dell’Europa la trazione diesel è confinata quasi esclusivamente ai veicoli commerciali, soprattutto grazie ai migliori consumi. Costruttori tedeschi stanno tentando di aumentare la diffusione del diesel negli Usa, dove le lunghe distanze da coprire in autostrada sono adatte a questo tipo di motori.
COSTRUTTORI – L’Associazione europea dei costruttori d’auto (Acea) si è detta sorpresa dai dati dell’Oms, sottolineando che «queste tecnologie sono state sviluppate proprio per rispondere a queste preoccupazioni e le ultime tecnologie diesel sono veramente molto pulite». Allen Scheffer, direttore esecutivo del Diesel Technology Forum, associazione di settore basata a Washington, sottolinea che miliardi di dollari sono stati spesi nella ricerca e lo sviluppo di motori diesel puliti e con emissioni ridotte. «I motori diesel che si basano sulle nuove tecnologie – afferma Schaeffer – utilizzano carburanti a bassissima quantità di zolfo, con sistemi e tecniche avanzate di controllo delle emissioni, sono ormai vicino alle zero emissioni per quanto riguarda gli ossidi di azoto, gli idrocarburi e il particolato». Ma resta il fatto che l’Oms si è espressa, e le parole (soprattutto quando riguardano la salute delle persone) pesano molto.