Dopo la convulsa giornata di ieri l’agente dello svedese sta incontrando il brasiliano al Parco dei Principi per risolvere la questione ingaggio. Intanto Sky Sports annuncia una nuova offerta del Milan per Tevez. I tifosi Maggioranza delusa, poche voci fuori dal coro: «I tempi cambiano». Beffati e offesi «Ci hanno fatto credere che sarebbero restati solo per farci comprare gli abbonamenti»
Tutti danno la trattativa per chiusa. Ci sono tutti i sì, tranne il suo. Quello che pesa di più. Ibra lo sa, Raiola pure. E trattano. L’offerta iniziale del Psg era 9 milioni di euro per 4 anni. Ibra chiede 15 milioni per 3. Sono in totale 36 milioni di euro contro 45. Ne ballano nove. Balla soprattutto il fatto che Ibra non vuole diminuire il suo stipendio annuale, che ora è di 12. Ibra quei 12 per i prossimi due anni li vuole mantenere. Anzi ne vorrebbe di più. Questa più o meno la posizione dello svedese e del suo manager.
Ore 12.32, L’Equipe: “Ibrahimovic e Paris-Saint Germain vicini a un accordo” – E’questo il titolo di prima pagina del quotidiano francese L’Equipe, secondo cui sul dossier ell’attaccante rossonero “si sta andando avanti”. L’Equipe ricorda quindi che Leonardo ha passato “la giornata di ieri a trattare a Parigi con i rappresentanti di Zlatan Ibrahimovic”. E le “discussioni riprenderanno oggi”.
Ore 12.10: Raiola al Parco dei principi – Riprende la trattativa tra il Psg e l’entourage di Ibrahimovic. L’agente dello svedese, Mino Raiola, è al Parco dei Principi per incontrare Leonardo.
Ore 9.10: dall’Inghilterra, pronta un’offerta per Tevez – Secondo i colleghi di Sky Sports, il Milan starebbe preparando un nuovo assalto a Carlitos Tevez. L’interesse per l’attaccante del City, già vicinissimo ai rossoneri a gennaio, sarebbe l’ulteriore conferma della quasi imminente cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva al Psg.
MILANO – C’è una frase pronunciata da Silvio Berlusconi che ha il sapore amaro dell’epoca che finisce. «I tifosi capiranno. Altrimenti si trovino qualcun altro che investa più soldi di quanto non abbia fatto io in tutti questi anni». Ventisei stagioni di vittorie svaniscono in un istante. Una risposta all’appello berlusconiano, in realtà, i tifosi rossoneri ce l’avrebbero ben chiara: «Ma non era meglio vendere agli arabi direttamente tutta la società?». Sulla Rete, per strada e via telefono cellulare, i milanisti imprecano. Si sfogano. Con la rabbia impotente di chi non vuole accettare, con il fatalismo di chi, in questa dirigenza, non sa credere più.
Le due perle rossonere vanno a Parigi, novella colonia rossonera, e sui forum montano collera e dolore: «Il numero 10 a Ibrahimovic e la fascia a Thiago Silva, le promesse si sono rivelate menzogne». In molti, giurano, non faranno l’abbonamento: «Per vedere chi? Una difesa da serie B?». Qualcuno ha già rinnovato e intorno a lui sente lo spettro del raggiro. C’è chi non ci crede e chi chiede lumi ai compagni di sventura. C’è chi getta la spugna («Calcio addio, avrò più tempo per mia moglie») e chi prova a sperare in qualche coup de théâtre spettacolare («La stampa sudamericana dice che arriverà Neymar per Robinho e soldi»).
Tra piagnistei e prese di coscienza, spuntano i distinguo. Qualcuno che appoggia la strategia societaria c’è. Anche sui blog del Corriere : «Meglio così, dobbiamo abituarci a un calcio diverso». Fair play finanziario e settori giovanili: «Vincere subito non serve».
Leggendo i commenti sul web, l’impressione è che di Ibrahimovic si era disposti a fare a meno: «Supponente», «accentratore», «mercenario». Mesi di ire represse liberate. Su Thiago Silva no, tutti d’accordo, impossibile transigere. Da lui bisognava ripartire. E, nel caso, rifondare. «Via Nesta, Seedorf, il brasiliano: e adesso chi farà da maestro a questi giovani?».
Sui social network, Twitter e Facebook, prevalgono invece le ironie: «Ma i 150 milioni serviranno per la campagna elettorale?». Si tirano in ballo i costi delle escort e dei parlamentari. Si ricordano le rassicurazioni di Adriano Galliani: «I tifosi stiano tranquilli».
Due illustri rossoneri, si uniscono al mesto coro crepuscolare. Diego Abatantuono e Teo Teocoli. Il primo si chiede il perché di tanto tira e molla. Incolpa Ibra per i suoi comportamenti, per il suo stipendio milionario, vero peccato originale della società. Poi s’interroga: «Sto guardando una partita under 19, tutti sono neojuventini, neointeristi. Ma nessun neomilanista». Teocoli invece è rassegnato: «La società è in decadenza. Si era capito con le vendite di Kakà e Pirlo. Gli obiettivi sono cambiati, la Champions ormai solo un miraggio. Speriamo almeno di entusiasmarci e di vincere qualche derby, ma l’allenatore è quello giusto? Ci vorrebbe Zeman». Pensiero diffuso. I milanisti delusi già cercano surrogati. Improvvisi, impensabili gemellaggi: il Psg su SportItalia, o lo spettacolo boemo di scena all’Olimpico.