RIGUARDO LE TRATTATIVE STATO-MAFIA. Il presidente della Repubblica aveva sollevato un conflitto d’attribuzione. Il procuratore Messineo:«Sono sereno»
PALERMO – L’operato della Procura di Palermo nell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia che avrebbe coinvolto l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino «risponde ai principi del diritto penale e della Costituzione», e nelle intercettazioni «non sono state violate le prerogative costituzionali del capo dello Stato»: così ha dichiarato il procuratore della Repubblica Francesco Messineo riguardo al conflitto d’attribuzione sollevato dal Quirinale per le intercettazioni delle telefonate tra il presidente Napolitano e Mancino. «Sono sereno – ha continuato il procuratore -. Le intercettazioni sono state occasionali e imprevedibili». Mentre Antonio Ingroia, uno dei pm titolari dell’inchiesta ha dichiarato: «Nessuna intercettazione è risultata rilevante su chi ha immunità».