L’uomo ha vissuto 17 anni indisturbato nella capitale ungherese. In carcere Csatary, 97 anni, si nascondeva in Ungheria: è accusato di aver ucciso 15.700 ebrei. «Non sono colpevole»

BUDAPEST – Hanno bussato alla sua porta con le manette in mano. La Procura di Budapest ha emesso un ordine di arrestato per Lazlo Csatary, il criminale nazista più ricercato al mondo e localizzato la scorsa settimana nella capitale ungherese da reporter del tabloid britannico Sun che hanno agito dietro indicazioni del Centro Wiesenthal di Gerusalemme. L’uomo si dichiara «non colpevole». Il procuratore Tibor Iboly spiega: «Uno dei suoi argomenti di difesa è che ha obbedito agli ordini».
«IN CARCERE»– Accusato di essere implicato nella morte di 15.700 ebrei durante la Seconda guerra mondiale, Laszlo Csatary viveva indisturbato a Budapest da 17 anni, senza nascondere la sua vera identità, nonostante le segnalazioni sul suo passato trasmesse alla magistratura magiara da più di dieci anni dal Centro Simon-Wiesenthal di Gerusalemme. Lo scorso aprile, lo stesso Centro Simon-Wiesenthal, dal nome del celebre cacciatore di nazisti ebreo austriaco scomparso nel 2005, e le cui indagini hanno permesso di scovare decine di criminali nazisti, aveva messo Laszlo Csatary in cima alla sua lista dei criminali di guerra nazisti più ricercati al mondo.
I CRIMINI– Laszlo Csatary era stato capo della polizia nel ghetto di Kosice, situato nell’attuale Slovacchia, dove 15.700 ebrei furono assassinati o avviati al campo di sterminio di Auschwitz, durante l’occupazione nazista dell’allora Cecoslovacchia. Condannato a morte in contumacia nel 1948 da un tribunale cecoslovacco, Csatary dopo la guerra era riuscito a riparare in Canada, a Montreal e a Toronto, dove sotto falsa identità faceva il mercante d’arte. Quando nel 1997 la sua vera identità fu scoperta, fuggì in Ungheria dove riuscì di nuovo a far perdere le proprie tracce. Prima della sua fuga, aveva ammesso davanti agli inquirenti canadesi la sua partecipazione alla deportazione degli ebrei, affermando nel contempo che il suo ruolo era stato «limitato».