L’INCHIESTA SUL TRAGICO ERRORE AL SAN GIOVANNI DI ROMA. Si indaga per omicidio colposo ma altri pesanti capi d’accusa potrebbero riguardare l’occultamento delle vicenda
ROMA – Salgono a 20, tra medici e infermieri, gli iscritti nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul neonato morto – forse per una flebo di latte somministrata erroneamente al posto di un analgesico – all’Ospedale San Giovanni di Roma. I venti sono stati iscritti dai magistrati che indagano sul tragico errore, occorso nella notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi. Si indaga per il reato di omicidio colposo ma a breve potrebbero emergere altri pesanti capi d’accusa se si accerterà che qualcuno ha tentano di insabbiare la vicenda.
LA RELAZIONE DEL MINISTERO – Nella relazione che gli ispettori del ministero della Salute hanno redatto risulta una «lacunosa» redazione della cartella clinica del neonato. «Il «criterio della temporalità della scrittura della documentazione sanitaria non viene rispettato poiché mancano gli orari». Inoltre risultano «cancellature e modifiche».
VICENDA INSABBIATA – La notizia del decesso sarebbe giunta alla direzione sanitaria soltanto 5 giorni dopo la morte del piccolo. Intanto il procuratore aggiunto Leonardo Frisani ha disposto una nuova autopsia sul corpo del bambino (di cui è stata evitata all’ultimo momento la cremazione) allo scopo di chiarire le cause del decesso. L’esame autoptico verrà eseguito giovedì mattina all’obitorio dell’Universià di Tor Vergata a cura del professor Saverio Potenza.
TUTTI IN SERVIZIO A NEONATOLOGIA – I sette medici già iscritti nel registro degli indagati fino a lunedì e i 13 infermieri coinvolti erano tutti in servizio nel reparto di Neonatologia del San Giovanni quando al piccolo, per un errore, venne somministrato il latte con la flebo. Un atto dovuto, la loro iscrizione nel registro degli indagati, necessario per ricostruire i fatti e per risalire alle singole responsabilità. Per questo tutti e 20 saranno interrogati a breve.
MADRE INFORMATA DAI GIORNALI – Intanto la madre del piccolo, una donna filippina, avrebbe rivelato di aver saputo solo lunedì che il caso riportato dai giornali era quello riguardante suo figlio. La donna si è recata in Procura, accompagnata da un legale, e dopo un colloquio con il magistrato di turno, ha avuto conferma che la vicenda riportata dai media riguarda suo figlio. Alla donna, infatti, non erano state comunicate le reali cause del decesso del bambino.