LA CRISI DELL’EURO. Milano chiude in calo del 2,7%. Btp/Bund vola fino a 533. Rendimenti al 6,5% mai così alti dallo scorso gennaio
Italia, Francia e Spagna “esigono l’applicazione immediata degli accordi” del summit europeo di fine giugno, che propone l’intervento dei fondi salva-stati per aiutare i paesi in difficoltà. E’ quanto si legge in un comunicato congiunto. “La rapidità è una condizione essenziale del successo di tutte le azioni europee – ha detto il segretario di stato spagnolo per l’Unione europea Mendez de Vigo, citato nel comunicato – e c’è un divario preoccupante tra le decisioni prese dal Consiglio europeo e la loro applicazione”.
Piazza Affari chiude in rosso – Il comunicato dei tre paesi arriva dopo un’altra giornata pesante sui mercati, seguita al lunedì nero delle borse di ieri 23 luglio e all’allarme di Moody’s sulle prospettive della Germania.
Piazza Affari chiude oggi 24 luglio in deciso ribasso (Ftse Mib -2,7% e Ftse All Share -2,2%), forti le vendite sulle banche. A pesare sugli scambi anche il calo della fiducia delle imprese francesi e dei manager delle imprese manifatturiere europee.
Lo spread ai massimi da gennaio – Lo spread, dopo un’apertura in ribasso a 502, è tornato ai livelli del 17 novembre 2011, ossia ai tempi del passaggio di consegne Berlusconi-Monti. Il differenziale di rendimento tra i decennali italiani e tedeschi si è ampliato a 533,2 punti base. Il rendimento dei Btp decennali è salito per la prima volta dallo scorso gennaio sopra la soglia del 6,5%.
La Catalogna chiede aiuto a Madrid – Ma le cattive notizie non finiscono qui. La regione spagnola della Catalogna chiederà infatti l’aiuto del governo centrale spagnolo. Lo rende noto il responsabile dell’economia del governo catalano Andreu Mas Colell alla Bbc. E’ la terza regione, dopo la Comunità Valenciana e quella di Murcia, a sollecitare il salvataggio al fondo da 18 miliardi messo a disposizione dallo Stato delle regioni con problemi di insolvenza.
Moody’s gela la Germania – Ed è proprio sull’incertezza di questa crisi che si basa la decisione dell’agenzia internazionale (qui il rapporto, previa registrazione sul sito) Moody’s sulla Germania. Proprio la Spagna e l’Italia – secondo Moody’s – potrebbero aver bisogno di una qualche forma di aiuto esterno. Con la revisione al ribasso dell’outlook di Germania, Finlandia e Lussemburgo ora le “prospettive sono negative per tutti i paesi AAA dell’area euro sui cui bilanci potrebbero pesare maggiormente” gli aiuti all’area euro, siano questi legati alla “necessità di ampliare l’European Stability Mechanism o sia la necessità di sviluppare forme di liquidita’ ad hoc”.
Per Moody’s poi i rischi di un’uscita della Grecia dalla zona euro sono aumentati: un’eventuale uscita di Atene rappresenterebbe un rischio materiale per l’area euro. Anche se in questo caso Moody’s si aspetta una reazione forte da Eurolandia, l’uscita si tradurrebbe in uno shock che le autorità potrebbero contenere solo ad alto prezzo.
Secca la replica di Berlino: la Germania – afferma il ministero delle finanze in una nota – continua ad esercitare il suo ruolo di “ancora di stabilità della zona euro” e si “trova in una situazione economica e finanziaria solida”.
“Riaffermiamo il nostro impegno a garantire la stabilità dell’Eurozona nel suo insieme”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker dopo la revisione dell’outlook di Germania, Olanda e Lussemburgo da parte dell’agenzia internazionale.