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Siria: Assad cambia strategia e va al contrattacco ad Aleppo, migliaia in fuga

GUERRA CIVILE – LA BATTAGLIA DI ASSAD. Ancora bombardamenti. Martedì 11o morti. I ribelli perdono posizioni». Parla un disertore: «Unitevi contro Assad»

Nella notte tra martedì e mercoledì l’esercito siriano ha cambiato strategia. E ha dirottato le truppe su Aleppo nelle prime ore del mattino di mercoledì. Secondo testimoni, i governativi non hanno esitato a usare gli elicotteri militari per bombardare gli antichi rioni della città vecchia, inserita tra i siti Unesco del patrimonio dell’umanità, e in tarda serata fonti dei ribelli riferiscono che «migliaia di truppe» fedeli al regime a bordo di mezzi corazzati sono stati ritirati dall’altipiano strategico di Jabal Al-Zawwiya, nella provincia nord orientale di Idlib, per dirigersi proprio su Aleppo. Intanto l’artiglieria governativa ha ripreso a bombardare le altre roccaforti della resistenza anti-regime nelle regioni di Homs, Hama, Idlib e Dayr az Zor.

ANKARA CHIUDE I VALICHI DI CONFINE – La Turchia ha fatto poi sapere che mercoledì chiuderà tutti i valichi di confine con la Siria. La decisione arriva dopo che i ribelli siriani hanno preso il possesso di alcuni punti della frontiera. Le autorità hanno riferito all’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, che la chiusura dei posti di frontiera con la Siria riguarda il traffico commerciale e non i rifugiati siriani che fuggono dalle violenze, per questi ultimi i passaggi rimangono aperti e contunueranno ad essere accolti in Turchia. Lo rende noto il portavoce dell’alto commissario Onu per i rifugiati, Sybella Wilkes. Secondo il quotidiano Hurriyet, inoltre, la Turchia è pronta ad aiutare Assad se accetterà l’esilio, in modo da evitare un’altra Libia. «Nessuno desidera un cambiamento che si consumi nel sangue – ha detto il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu – Assad può comunicare questo messaggio al Consiglio Nazionale Siriano o ad altri, la Turchia è d’accordo nel trovare un luogo soddisfacente per lui e la sua famiglia. Il primo nome che verrebbe in mente è quello della Russia, ma credo che in questo momento sarebbe sbagliato citare un singolo Paese». Nei giorni scorsi si era diffusa la voce che la moglie di Assad, Asma, fosse già riparata in Russia con i figli. Mosca, da parte sua, ha liquidato come «una barzelletta» le voci di un prossimo esilio del presidente siriano in Russia.

IL BILANCIO DEI MORTI – Martedì almeno 26 delle oltre 110 persone uccise oggi in Siria sono morte nella provincia di Aleppo, in cui sono in corso duri scontri tra i soldati di Damasco e i ribelli. Sono oltre 200.000 i siriani finiti in carcere dall’inizio nel marzo 2011 delle proteste pacifiche anti-regime represse nel sangue e poi sfociate in una rivolta armata. Lo afferma in un’intervista alla tv panaraba al Jazeera il dirigente di pubblica sicurezza Abdel Razzaq Aslan Allaz, ex responsabile della polizia di Damasco e ora unitosi ai disertori.

UN PROIETTILE AL MINUTO – Ma non si è comunque fermato il bombardamento a Damasco: l’artiglieria e i razzi delle forze siriane hanno colpito il quartiere di al-Tel, alla periferia della capitale, controllato dai ribelli. Lo riferiscono residenti e attivisti dell’opposizione. In una situazione così drammatica centinaia di famiglie in fuga. Si è seminato il panico e spingendo centinaia di famiglie ad abbandonare le loro case. Il 216/o battaglione meccanizzato di stanza vicino ad al-Tel ha bombardato la località, di circa 100 mila abitanti, sparando un proiettile al minuto, e i primi resoconti parlano di edifici residenziali colpiti. Tel, situata a otto chilometri a nord di Damasco, è caduta nelle mani dei ribelli la scorsa settimana, insieme a diversi altri distretti della capitale e dei dintorni, dopo la bomba che ha ucciso quattro fedelissimi del presidente Bashar al Assad.

IL DISERTORE – Il generale di brigata Manaf Tlass, una delle figure di maggiore spicco tra le Forze Armate lealiste prima di cadere in disgrazia e disertare recentemente, è riapparso in pubblico per la prima volta in un’intervista rilasciata a al-Arabiya, l’emittente satellitare pan-araba di Dubai, nella quale ha esortato i connazionali «a unirsi per la Siria del dopo-Bashar al-Assad, a fare anche l’impossibile pur di garantire l’unità del Paese, e a essere fiduciosi nella costruzione di una Siria nuova». E l’appello non pare essere caduto nel vuoto: l’ambasciatore siriano negli Emirati Arabi Uniti, Abdel Latif Dabbagh, ha deciso di disertare. Lo riferisce la tv panaraba al Jazira. Inoltre anche quello a Cipro annuncia la sua defezione. Lo hanno riferito le tv panarabe al Jazira e al Arabiya, ma la notizia non è stata ancora confermata dall’interessata, Lamia al Hariri.

LE NOMINE DEI VERTICI DI SICUREZZA – Stretto riserbo da parte di Damasco su quanto riferito martedì da fonti diplomatiche occidentali a Beirut, secondo cui il presidente al Assad avrebbe rimescolato le carte ai vertici delle agenzie di controllo e repressione. Spicca la nomina del generale in pensione Ali Mamluk, già capo dei servizi interni e poi consigliere presidenziale, a responsabile dell’Ufficio della sicurezza nazionale al posto di Hisham Ikhtiyar, morto – almeno ufficialmente – nell’attentato a Damasco del 18 luglio.

GLI SFOLLATI – E mentre non si hanno ancora notizie dei due italiani scomparsi in Siria la settimana scorsa, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha reso noto la stima aggiornata del numero degli sfollati interni dall’inizio delle violenze: un milione e mezzo di persone è senza casa e privo di assistenza medica e alimentare. Sempre secondo l’Onu, i siriani fuggiti all’estero sono invece almeno 115mila.

LA DENUNCIA CONTRO CHI SPIA I RIBELLI – La Federazione internazionale dei diritti dell’uomo e la Lega per i diritti umani presenteranno una denuncia presso le autorità giudiziarie contro la società Qosmos, accusata di avere fornito materiale informatico di sorveglianza al regime siriano. Secondo quanto riferito da Patrick Baudoin della Federazione internazionale dei diritti dell’uomo, Qosmos avrebbe «fornito apparecchiature di sorveglianza utilizzate dal regime siriano per monitorare l’opposizione» e per organizzare la repressione. La denuncia dovrebbe essere recapitata nel pomeriggio presso l’ufficio del procuratore di Parigi.

Redazione Online

Siria: Assad cambia strategia e va al contrattacco ad Aleppo, migliaia in fugaultima modifica: 2012-07-25T13:01:56+02:00da
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