Dopo la tragedia di Denver. Il Presidente Usa apre alla possibilità di una revisione della legge sulle armi dopo la strage in Colorado
Va bene il diritto a difendersi ma non si può discutere sul fatto che «un fucile mitragliatore d’assalto debba stare in mano a un soldato piuttosto che a un normale cittadino». Usando l’arma del buon senso il presidente Obama apre alla possiblità di una revisione della legge sulle armi. E annuncia di volere portare il dibattito dentro il Congresso degl Sati Uniti. Obama ha affrontato il tema durante una convention a New Orleans, pochi giorni dopo aver ribadito la volontà di non toccare il secondo emendamento della Costituzione che garantisce ai cittadini statunitensi il diritto di possedere armi. Un tema delicatissimo per gli americani, soprattutto in periodo di campagna elettorale. Ma il presidente Usa ha sottolineato l’urgenza di guardare in faccia alla realtà: «Ogni due giorni il numero dei giovani che perdiamo a causa della violenza è quasi pari a quello di coloro che sono morti al cinema». Non si può quindi perdere altro tempo.
IL POTERE DELLE LOBBY – «Io, come la maggioranza degli americani, credo che il secondo emendamento garantisca al cittadino il diritto di portare armi, una tradizione che passa da una generazione all’altra», ha detto Obama. Ma quando accade una «tragedia che spezza il cuore come quella a cui abbiamo assistito c’è sempre, immediatamente dopo, la richiesta di azione, di nuove riforme e di leggi. Troppo spesso questi sforzi sono però sconfitti dalla politica e dalle lobby – ha poi aggiunto riferendosi alle resistenze del Congresso – ma come ho detto dopo la tragedia di Tucson, noi continueremo a insistere».
APRIRE IL DIBATTITO – Per questo motivo il presidente democratico si è detto pronto a lavorare «con i membri di entrambi i partiti, con i gruppi religiosi e con le organizzazioni civiche per arrivare a un consenso sulla riduzione della violenza». Secondo gli osservatori della politica Usa è stato un intervento molto equilibrato e senza eccessi retorici, ma – come hanno notato i media americani – è stato il più impegnativo che il presidente abbia tenuto finora sul tema delle armi. Michael Moore, il regista di Bowling for Columbine sulla strage nell’omonima scuola, ha commentato entusiasta su Twitter: «Grazie, signor presidente per aver ascoltato il popolo americano e messo un dito nella pozza dei sani di mente. Almeno lei ha detto qualcosa».