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«Yacht, viaggi e una villa. Tangenti per 7 milioni in cambio di 15 delibere»

Le accuse. Gli atti sotto indagine hanno concorso, dal 2002, a far ottenere alla Maugeri oltre 192 milioni di euro pubblici

MILANO – Ancora martedì notte in tv Roberto Formigoni assicurava serioso di non essere indagato, «hanno scritto e riscritto il falso, la riprova è che la Procura di Milano nulla ha trovato da ridire né sul presidente di Regione Lombardia né sull’ultimo degli uscieri». Sugli uscieri in effetti no, ma sul presidente di Regione Lombardia qualcosa sì: corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio (da 2 a 5 anni di carcere), aggravata dal carattere transnazionale del reato (aumento da un terzo alla metà), per quasi 7 milioni di euro di controvalore patrimoniale dei molteplici benefit messigli a disposizione da Pierangelo Daccò, il mediatore ricompensato con 70 milioni in 10 anni dalla Fondazione Maugeri per il suo ruolo di «facilitatore» nei rapporti tra questo importante polo privato della sanità italiana (con base a Pavia) e i meandri amministrativi del Pirellone. Un pianeta nel quale Daccò spopolava per la sua capacità di «aprire le porte in Regione Lombardia» anche «sfruttando la conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi presso i miei clienti» e muovere «nell’ente pubblico le leve della discrezionalità». Leve cruciali per il riconoscimento agli ospedali delle «funzioni non coperte da tariffe predefinite», pingue capitolo del bilancio della sanità (7%, per quasi 1 miliardo l’anno) parametrato su attività d’eccellenza e di ricerca in aggiunta ai normali rimborsi delle prestazioni erogate ai pazienti.

Reato transnazionale
Nell’avviso di garanzia notificato a Formigoni mercoledì dai pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta del dipartimento del procuratore aggiunto Francesco Greco, con invito a comparire sabato per l’interrogatorio, il riferimento all’aggravante del reato transnazionale (cioè commesso in uno Stato ma con una parte sostanziale della sua preparazione o direzione in un altro Stato) è una delle tre novità.

Soldi per le elezioni 2010
La seconda è che la Procura sposta dal reato di finanziamento illecito (per il quale Formigoni è pure indagato dal 14 giugno scorso ma per il quale non c’è per ora invito a comparire) alla colonna delle corruzioni (per cui è invece convocato all’interrogatorio) i 600 mila euro di aiuto elettorale che il patron e l’ex direttore amministrativo della Fondazione pavese, Umberto Maugeri e Costantino Passerino, affermano di aver destinato tramite Daccò alla campagna elettorale di Formigoni per le Regionali 2010.

Villa, yacht, viaggi, Meeting
Le altre «utilità» – tangenti messe dai pm sul conto di Formigoni (in concorso con Daccò in carcere dal 16 novembre 2011 e con l’imprenditore ciellino ed ex assessore regionale dc Antonio Simone in cella dal 13 aprile) si confermano benefit come la villa in Sardegna ceduta nel 2011 dal venditore Daccò a prezzo di favore (per un vantaggio stimato dagli inquirenti in 1,5 milioni di risparmio rispetto ai valori veri di mercato) a un coinquilino di Formigoni nella comunità laicale dei Memores Domini di Cl, Alberto Perego, finanziato nello stesso periodo con 1,1 milioni proprio da Formigoni; l’utilizzo ripetuto e la messa a disposizione pressoché esclusiva di yacht, anche sotto lo schermo di contratti fittizi, per un controvalore intorno ai 4 milioni; viaggi e soggiorni ai Caraibi nell’ordine degli 800 mila euro; cene di pubbliche relazioni a margine del Meeting di Rimini di Cl per alcune decine di migliaia di euro.

15 delibere regionali
La terza novità è che il capo d’imputazione, messo a punto in particolare dai pm Pastore e Pedio, individua il contraccambio legislativo dei benefit-tangenti a Formigoni in una quindicina di delibere regionali ad altissima discrezionalità, come appunto quelle sulle funzioni non tariffabili, che sotto queste voci dal 2002 hanno concorso a far ottenere alla «Maugeri» oltre 195 milioni di euro pubblici e che sotto altri aspetti vedono indagato nell’inchiesta anche il direttore generale della Sanità lombarda, Carlo Lucchina. A Formigoni è contestato di «aver partecipato all’adozione di provvedimenti amministrativi della giunta e della direzione Sanità della Regione Lombardia, diretti a trasferire ingenti risorse pubbliche ulteriori rispetto ai rimborsi dei Drg e, comunque, a procurare alla Fondazione Maugeri indebiti vantaggi».

La scelta giuridica non è priva di incognite: una normativa regionale, infatti, è espressione di organi collegiali come la giunta e il consiglio regionali e dunque, quand’anche si considerasse raggiunta la prova che Formigoni abbia ricevuto le «utilità» addebitategli, resterebbe da argomentare giuridicamente che egli da solo abbia potuto determinare o orientare l’intera assemblea all’approvazione delle ipotizzate delibere-tangenti. Non a caso la giurisprudenza conosce una sola sentenza in questo senso, e peraltro in un caso parzialmente differente.

Scelte d’autunno
Formigoni, sul quale pende già una richiesta di condanna a 1 anno di reclusione per diffamazione dei Radicali nella vicenda delle firme false alle elezioni 2010, e che è il dodicesimo indagato in una Regione Lombardia falcidiata dalle inchieste, dovrà ora scegliere se e quando presentarsi all’interrogatorio che, ha anticipato ieri, di certo non renderà sabato. Poi i pm potranno chiedere al gup il rinvio a giudizio o l’archiviazione. Tecnicamente l’interrogatorio è però anche una delle condizioni (insieme all’evidenza della prova e ai 90 giorni dall’iscrizione) alle quali la Procura può in teoria decidere di chiedere il giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare. Per gli arrestati in questa indagine, costola di quella sul San Raffaele nata dopo il suicidio del vice di don Verzé, Mario Cal, la custodia cautelare scadrà il 13 ottobre.

Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella

«Yacht, viaggi e una villa. Tangenti per 7 milioni in cambio di 15 delibere»ultima modifica: 2012-07-26T16:46:46+02:00da
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