La crisi dell’euro: parla il numero uno dell’eurotower al termine del consiglio direttivo. Tassi d’interesse invariati, ma il numero della Bce: «Pronti a misure non convenzionali, interverranno i fondi salva-Stati»
«Pronti a misure non convenzionali», intervenendo direttamente sul mercato. Così il presidente della Bce, Mario Draghi, ha aperto la tradizionale conferenza stampa del giovedì al termine del consiglio direttivo, confermando l’attuale tasso di interesse interbancario allo 0,75% (sceso di un quarto di punto poco tempo fa).
L’IRREVERSIBILITA’ – Ha sostenuto, di nuovo, la tesi dell’irreversibilità dell’euro – come aveva già detto – considerazione «unanime» da parte dei paesi membri dell’Europa. Per rafforzare il concetto ha risposto a una domanda di Stefania Tamburello del Corriere della Sera, lanciando a un monito a chi sta scommettendo contro la moneta unica: «E’ inutile che lo facciate, l’Euro resta». L’apertura a una politica interventista sui mercati – non solo sul secondario con l’acquisto di Btp e Bonos – non ha incontrato per il momento la condivisione d’intenti da parte della Bundesbank (la banca centrale tedesca), i cui vertici hanno preferito non commentare le dichiarazioni del numero uno dell’Eurotower.
GLI ALTI LIVELLI DI SPREAD – Draghi ha anche denunciato gli «alti livelli di spread» sui paesi periferici dell’Eurozona (Italia e Spagna, in primis) rispetto ai Bund tedeschi, definendoli «inaccettabili». Ha sostenuto poi che per calmare le tensioni sui debiti sovrani sono comunque pronti i due fondi salva-Stati, Efsf ed Esm, con plafond ovviamente non illimitato (da qui la tensione sui mercati, dato che un probabile salvataggio spagnolo costerebbe da solo almeno 300 miliardi di euro). L’ex governatore della Banca d’Italia ha però ricordato come «la Bce non si può sostituire ai governi» negli sforzi consolidamento dei bilanci.
LE RIFORME – Sottolineando come «i Paesi dell’area euro devono andare avanti con determinazione con le riforme strutturali e il consolidamento fiscale». Proprio sull’Italia, il Paese che gli ha dato i natali, Draghi ha replicato ad una domanda sulla necessità o meno da parte di Roma di dover usare lo scudo anti-spread (ipotesi ormai presa in considerazione anche dal premier Mario Monti): «A precise condizioni e su richiesta», ha risposto.
TASSI INVARIATI – La Bce, nel frattempo, ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, marginale e sui depositi presso la Banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,75%, all’1,50% e allo 0,00%. Il tasso sui depositi e il tasso marginale, che erano entrambi stati ridotti dello 0,25% lo scorso mese, rimangono rispettivamente a quota zero e 1,50%.
I LISTINI – Le borse europee non si sono però giovate delle dichiarazioni di Draghi e nel pomeriggio hanno esteso le perdite. I listini del Vecchio continente sono rimasti delusi dalla decisione della Bce sui tassi di interesse. il Ftse Mib alle ore 15.30 cede il 3,45% a 13.453 punti, Madrid cede il 5%, Francoforte l’1,49% e Parigi l’1,43% e Londra, fuori dall’euro, lo 0,65%. Bene Zurigo (+0,31%), oggi isola felice dell’Eurozona.
IL TERMOMETRO – Su piattaforma Tradeweb il differenziale di rendimento tra decennali italiani e tedeschi, partito all’inizio della conferenza stampa di Draghi a 443 punti base è sceso fino a un minimo di seduta di 433 punti base, il livello più basso dal 4 luglio scorso (406,8 punti base) quando Draghi ha detto che potrebbe iniziare ad effettuare operazioni di mercato aperto, di importo adeguato. Ma poi il presidente della Bce ha aggiunto che indicherà i dettagli delle nuove misure nelle prossime settimane e da quel momento lo spread è iniziato a peggiorare fino a un massimo di seduta di 489 punti base.