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Taranto, tafferugli durante il comizio pro Ilva. Clini: «Provvedimento d’urgenza»

A TARANTO. Fumogeni e uova contro il palco, poi il microfono abusivo. Camusso: «Rubata la piazza ai lavoratori»

TARANTO – Giovedì una feroce contestazione, con anche alcuni scontri minori, ha interrotto la manifestazione dei lavoratori dell’Ilva di Taranto, che avevano annunciato 24 ore di sciopero contro il sequestro dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico. Fischi ai sindacalisti e lanci di fumogeni hanno fatto concludere in anticipo i due cortei che si erano messi in moto, uno dalla Città Vecchia, vicino al ponte girevole occupato nei giorni scorsi, e uno dalla piazza dell’Arsenale. Il primo era organizzato da Cgil, Cisl e Uil. Nel frattempo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini si è impegnato a presentare venerdì al Consiglio dei ministri un provvedimento su Taranto per interventi di bonifica e di tutela ambientale: «Il governo adotterà una misura d’urgenza per fare in modo che il protocollo d’intesa dello scorso 26 luglio sia efficacemente operativo, semplificandolo», ha spiegato il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, specificando che «in queste ore si sta valutando se sarà una decreto legge o un’ordinanza di protezione civile». «Alla Regione Puglia – ha aggiunto – il protocollo affida la cabina di regia».

LA CONTESTAZIONE – Al raduno in piazza della Vittoria un gruppo di contestatori, probabilmente appartenenti ai Cobas, ha fatto irruzione sul piazzale lanciando uova e fumogeni prima di tentare l’occupazione del palco. Polizia e carabinieri in tenuta antisommossa l’hanno impedito. Il comizio cui partecipavano i leader Cgil, Susanna Camusso, Cisl, Raffaele Bonanni, e Uil, Luigi Angeletti, è stato sospeso. I contestatori, a bordo di un Ape-car, hanno adoperato un impianto audio per prendere le distanze dai sindacati, accusandoli di essere troppo vicini all’Ilva e di difendere l’azienda più che la salute dei cittadini e dei lavoratori. Mentre la piazza si svuotava, hanno anche letto un comunicato per ricordare il 32esimo anniversario della strage di Bologna.

«RUBATA LA PIAZZA AI LAVORATORI» – «È chiaro che è stata rubata la piazza ai lavoratori. Non è giusto e non è legittimo impedire lo svolgimento di una manifestazione. In una vertenza così complicata tra i lavoratori possono emergere opinioni diverse. Questa non è una gara a chi urla di più», ha detto Susanna Camusso. «È fallito il tentativo di oscurare la manifestazione: chi ha organizzato questo blitz violento è contro i lavoratori dell’Ilva e non vuole il futuro di Taranto». È invece la presa di posizione di Bonanni. Prima dell’interruzione Landini aveva spiegato che la manifestazione era per «unire il diritto al lavoro col diritto alla salute e allo sviluppo del territorio. Non è facile perchè ci sono anni di ritardi, ma bisogna provare a voltare pagina». Così la Fiom si era rivolta direttamente all’azienda per ottenere risposte chiare: «Per abbattere le polveri c’è bisogno di fare degli investimenti, si sa dove agire, dai parchi alla cokeria, e di fronte a un impegno preciso dell’Ilva anche le istituzioni, a partire dal governo, faranno la loro parte».

IL MANIFESTO – Nel frattempo nei pressi del tribunale di Taranto, in via Medaglie d’oro, è comparso un manifesto di sei metri per tre firmato dai comitati «Legamjonici» e «Taranto lider» che recita: «Noi siamo con gli operai e fieri della magistratura». I due comitati sostengono che «l’ordinanza di sequestro è una infusione di speranza per il futuro, un futuro che tuteli la salute dei nostri bambini ed al contempo tuteli gli operai che lavorano nello stabilimento».

LE ISTITUZIONI – Sempre giovedì a Bari, nella sede della Regione Puglia, si è svolto il primo incontro istituzionale sulla questione dell’Ilva: presenti il presidente della Regione Nichi Vendola e il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, il presidente della provincia Giovanni Florido, il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna e il parlamentare del Pdl Raffaele Fitto (ex presidente regionale). All’arrivo all’incontro il presidente di Ilva Taranto, Bruno Ferrante, ha spiegato la posizione del gruppo: «Noi siamo pronti, dopodomani ci sarà un’udienza al Tribunale del Riesame e diremo quali sono le nostre ragioni. Noi vogliamo raccontare in sede di giustizia chi siamo, cosa abbiamo fatto e cosa faremo – ha aggiunto l’ex prefetto – e vogliamo difenderci nel processo. Siamo convinti di aver sempre rispettato la legge e ottemperato alle disposizioni dell’autorità amministrativa. Non c’è stata alcuna coscienza di violare la legge e di andare contro gli ordinamenti, anzi tutt’altro. La verità è diversa e lo dimostreremo nella sede giusta».

Redazione Online

Taranto, tafferugli durante il comizio pro Ilva. Clini: «Provvedimento d’urgenza»ultima modifica: 2012-08-02T16:49:10+02:00da
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