Secondo le stime dell’osservatorio siriano da marzo 2011 almeno 21mila morti. Bombardamenti sulla città mentre continuano gli scontri. Ancora prigionieri i pellegrini sequestrati a Damasco
Non si ferma l’offensivo dell’esercito siriano su Aleppo. In mattinata sono ripresi gli scontri con i ribelli. E i militari hanno bombardato la città, principale roccaforte degli insorti. Intanto, l’Iran chiede alla Turchia ed al Qatar un aiuto per la liberazione dei 48 pellegrini iraniani rapiti sabato dai ribelli in Siria, dei quali oggi la tv al Arabiya ha mostrato immagini.
VIOLENZE– Scontri a fuoco tra esercito e oppositori del presidente Bashar al Assad si sono registrati ad Hamdaniye, Sukkari, al-Ansari e Jamiyat al-Zahra, nella parte occidentale della città, dove sono stati uccisi due combattenti. Più a ovest nella provincia di Latakia, cinque membri del comando dei ribelli sono stati feriti in un attentato nella zona di Jabal al-Akrad, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (Osdh). Almeno 205 persone – 115 civili, 38 ribelli e 52 soldati – sono stati uccisi nelle violenze di sabato in Siria, secondo quanto riferito dall’Osdh. Da marzo 2011, inizio della rivolta popolare ci sono stati oltre 21.000 morti.
I PELLEGRINI– Intanto l’Iran ha paura per le sorti dei pellegrini che non sono ancora stati liberati. Secondo gli insorti alcuni dei pellegrini sono in realtà membri della Guardia rivoluzionaria catturati durante una missione di ricognizione nella capitale siriana. Ed è per questo che Teheran ha chiesto al Qatar e la Turchia per liberarli.
L’ASTRONAUTA– Il primo astronauta siriano, il generale dell’aviazione militare Muhammad Ahmed è arrivato in Turchia, dopo una tappa ad Aleppo (sua città natale) in segno di solidarietà ai ribelli anti-regime. Lo ha riferito l’Anadolu. Faris, 61 anni, aveva già tentato tre volte di fuggire dalla Siria. Nell’87 era stato il primo siriano a volare nello spazio, raggiungendo la stazione spaziale sovietica Mir a bordo di una Soyuz e rimanendo là diversi giorni.