Informati Subito

Le ragazze del volley crollano: la Corea del Sud ci manda a casa

Nei quarti gli uomini di Berruto affrontano gli Usa campioni olimpici. La maledizione: dopo Cuba nel 2004 e Stati Uniti nel 2008, è toccato alle asiatiche infrangere il sogno azzurro

LONDRA – Un set per sognare e tre per beccarsi la «coreana», influenza fatale al volley femminile azzurro. Non c’è nulla da fare: il quarto di finale dei Giochi anche al terzo tentativo consecutivo rimane per le nostre un ostacolo troppo alto o un boccone indigesto, scegliete voi. Dopo Cuba nel 2004 e gli Stati Uniti nel 2008 tocca alla Corea del Sud staccare la corrente all’Italia quando nel Luna Park della rete si stanno per accendere le luci del podio. Il rammarico sarà enorme: la Corea aveva perso tre incontri su cinque e anche se aveva poi sconfitto il Brasile (ieri sopravvissuto a un epico quarto contro a Russia) era battibile.

A quel punto si sarebbe aperta una strada almeno per il podio minore, presumibilmente contro le giapponesi, accettando l’idea che sarebbe stato difficile scollinare contro le americane.

Non sarà così, invece: addio Londra, grama come lo furono Atene e Pechino. La sconfitta è netta. L’Italia non ha saputo dare un’evoluzione tecnica a un primo set nel quale Massimo Barbolini ha già ravvisato i primi sintomi del cedimento, «perché se è vero che alla fine l’abbiamo aggiustato e che la Corea qualcosa ci ha già regalato, era evidente una difficoltà nel chiudere i punti». Le bordate della Del Core, la presenza della Gioli a muro e negli attacchi in «fast» e una buona difesa hanno mascherato guai emersi purtroppo dalla fuga coreana nel secondo set (12-9 e poi 21-18, dopo un effimero riaggancio a quota 17), l’allungo che non avremmo mai più ricucito. Loro sono scappate, si sono messe a pestare con una delle quattro Kim, la spilungona, bravissima e temuta Yeong-Kung (28 punti da incubo), hanno difeso come ossessi e hanno raccattato di tutto: la parola infernale è diventata fatica. Fatica a fare tutto, a colpire dalla seconda linea (il c.t. ha provato anche a cambiare opposto, levando la Costagrande: tutto vano), a uscire dall’affanno, a non farci infilzare da contrattacchi feroci, a spezzare un cerchio sempre più opprimente e definitivo.

«Abbiamo disputato buoni Giochi – è la sintesi saluto di Barbolini, che chiude qui il suo ciclo con la nazionale -, ma ci siamo fermati: peccato, però abbiamo trovato un avversario più forte. Alle ragazze, comunque, non rimprovero nulla: perfino sul punto del match point coreano si sono battute con la volontà che avevano sullo zero a zero iniziale».

E adesso la verità, solo la verità, sui maschi. Ci sono uomini o caporali, nella pallavolo azzurra? Nel pomeriggio lo diranno gli Stati Uniti olimpionici in carica. Ma prima di tutto lo chiederà l’Italia a se stessa, senza alibi – e tra questi non vale pensare che davanti c’è la squadra, più o meno modificata, che s’impose nel 2008 – e con la consapevolezza che il giorno senza appello non ammette sconti e vie di fuga. Mauro Berruto, un allenatore che cerca anche la verifica di scelte tecniche per le quali c’è già chi lo critica: «Questa squadra ha dimostrato di avere due facce. Magari non ai Giochi, ma di sicuro in altri momenti ha provato di essere aggressiva e composta da giocatori che si fidano l’uno dell’altro. Nelle ultime due partite, invece, abbiamo avuto una scarsa tolleranza dell’errore individuale e di conseguenza dell’errore del compagno. Da qui in poi non potrà più funzionare così». Non ci saranno alternative. Sarebbe stato lo stesso anche se l’Italia fosse andata a mille, ma i balbettii di questi giorni complicano lo scenario del quarto di finale «secco» e dell’enigma dorato riproposto dai Giochi. Non l’abbiamo mai sciolto, l’Olimpiade è sempre stata stregata. Ma potrebbe esserci una nuova occasione: volere è potere.

Flavio Vanetti

Le ragazze del volley crollano: la Corea del Sud ci manda a casaultima modifica: 2012-08-08T16:23:24+02:00da
Reposta per primo quest’articolo