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Il bimbo senza un nome, abbandonato a 4 anni

Il mistero del piccolo cinese cieco lasciato solo lungo una statale a Fermo. Con una merendina trovato da un camionista: «Aveva una merendina di cioccolato».

FERMO – Gara di solidarietà, si dice in questi casi. Diverse famiglie della provincia di Fermo si sono già fatte avanti per chiedere l’affido del bambino cinese con l’occhietto destro di vetro e il sinistro offuscato dalla cataratta, abbandonato senza documenti all’alba di lunedì scorso sulla corsia del McDrive di Porto San Giorgio, lungo la statale 16 adriatica.

Chi l’ha lasciato solo in quel posto, al buio, alle quattro di notte, poteva avere solo due scopi, ragiona la polizia: farlo trovare per farlo curare, e in questo caso potrebbe essere stato il gesto estremo, amorevole quanto disperato, di una famiglia strozzata dalla crisi. Oppure invece condannarlo a morte sicura, facendolo investire da qualche camion o furgone che a quell’ora vanno e vengono dal porto. I poliziotti del reparto volanti di Fermo stanno dragando la comunità dei circa 5 mila cinesi della provincia, tra regolari e clandestini, che lavorano nel distretto calzaturiero. «Perché un bambino cieco – sospira triste un investigatore – in certi ambienti spietati è visto anche come un bambino improduttivo, dunque da eliminare».

Il primo ad accorgersi di lui, lunedì all’alba, è stato Ivan Pollazzon, 36 anni, rappresentante di una ditta di pellami, che s’era fermato al bar «Chicco di Grano», dall’altra parte della strada, per prendersi un caffè, al ritorno dai bagordi di un matrimonio: «All’inizio sembrava il miagolio di un gatto, poi ho attraversato la statale e l’ho visto vicino alla siepe del McDrive, tremava come una foglia», ricorda Ivan. «Ma era profumatissimo – aggiunge l’uomo -. Come se avesse fatto la doccia da poco. E con i capelli ordinati, con un ciuffetto in testa, le unghie pulite, i pantaloni e la maglietta stirati, dei sandali nuovi ai piedi. In mano aveva un ovetto Kinder. Insomma, chi l’ha abbandonato, in qualche modo, doveva volergli bene».

Poi è arrivata una volante, i due poliziotti Amedeo Cerqua e Veronica Jacono hanno provato a rifocillare il bimbo con dell’acqua e un pezzo di pizza, ma il piccolo continuava a piangere e si calmava solo quando Ivan lo abbracciava e lo teneva per mano. Un’ambulanza quindi l’ha portato in ospedale, dove i medici hanno detto che dovrebbe avere 4 anni di età. Infine sono accorsi due interpreti, scoprendo che il ragazzino parla il dialetto di Wenzhou, nello Zhejiang, la patria dei cinesi d’Italia: «Voglio mamma», «voglio papà», continua a ripetere nella sua lingua.

Ma dove saranno adesso i suoi genitori? La polizia ha mandato centinaia di e-mail a tutti gli ospedali e anche alle ditte che fabbricano protesi per gli occhi dei bambini. Ha inviato un messaggio pure all’ambasciata cinese a Roma e ai vari consolati, ma senza ricevere per ora una risposta. L’analisi dei filmati delle telecamere della zona (lì vicino si trova pure un centro commerciale e a 200 metri c’è il casello dell’A14) non hanno purtroppo fornito elementi utili. Il pm di Fermo, Luigi Ortenzi, ha aperto un fascicolo contro ignoti per abbandono di minore. Ma la vicenda è seguita anche dal pm Franco Venarucci presso il Tribunale dei Minorenni di Ancona, che dovrà dire l’ultima parola su un eventuale affido a una famiglia. Il sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, del Pd, ha firmato intanto il provvedimento per l’affidamento temporaneo al suo Comune, mentre il bimbo è stato portato nella comunità per minori «La Casa di Gigi», vicino Ascoli Piceno, sorvegliata dalla polizia: non si esclude, infatti, neppure la pista di un regolamento di conti tra famiglie mafiose, un sequestro-lampo organizzato dalle Triadi per mandare un messaggio a qualcuno.

Fabrizio Caccia

Il bimbo senza un nome, abbandonato a 4 anniultima modifica: 2012-08-10T14:54:38+02:00da
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