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Vaticano, Gabriele rinviato a giudizio. A casa sua un assegno intestato al Papa

IL DECRETO DI RINVIO A GIUDIZIO. Aveva sottratto anche un’edizione dell’Eneide del 1581. Arrestato un informatico in servizio alla Segreteria di Stato.

ROMA – La magistratura vaticana ha rinviato a giudizio Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa accusato di furto aggravato delle carte riservate del Papa. Nella sentenza di rinvio a giudizio del giudice istruttore Piero Antonio Bonnet si rivela che viene rinviato a giudizio – per concorso in furto aggravato, favoreggiamento e violazione del segreto – anche una seconda persona, Claudio Sciarpelletti, dipendente della segreteria di Stato, informatico, arrestato – senza che sinora se ne sapesse nulla – lo scorso 25 maggio. Il suo ruolo, ha puntualizzato il portavoce vaticano Federico Lombardi, è «marginale». L’udienza sarà fissata dopo il 20 settembre. Rimane confermato che è Gabriele la fonte Maria di Gianluigi Nuzzi, autore del libro Sua Santità, e che è lui l’uomo incappucciato intervistato a Porta a Porta, come anticipato dal Corriere della Sera il 5 agosto scorso.

L’ASSEGNO – A casa di Paolo Gabriele in Vaticano sono stati ritrovati insieme ai documenti anche un assegno di 100mila euro destinato al Pontefice, una pepita d’oro e una copia preziosa dell’Eneide che risale al Cinquecento. Inoltre un dossier di 37 altri documenti è stato ritrovato nell’abitazione in uso a Castel Gandolfo. L’assegno bancario è intestato a «Santidad Papa Benedicto XVI», ed è datato 26 marzo 2012, proveniente dall’Universitad Catolica San Antonio di Guadalupe; la pepita presunta d’oro, era invece indirizzata a Sua Santità dal signor Guido del Castillo, direttore dell’Aru di Lima (Perù); la cinquecentina dell’Eneide è una traduzione di Annibal Caro stampata a Venezia nel 1581, dono a Sua Santità delle «Famiglie di Pomezia».

L’INFORMATICO ARRESTATO – L’arresto dell’analista programmatore Sciarpelletti risale al 25 maggio. L’uomo è rimasto in custodia solo per una notte. E rimesso in libertà la mattina dopo. Ma non si tratterebbe di un complice di Gabriele: «Più che altro uno che aveva rapporti di conoscenza con Paolo Gabriele», ha specificato il portavoce della Santa Sedere Federico Lombardi. «Paolo Gabriele rischia da uno a sei anni, vista l’accusa», specifica padre Lombardi.

Redazione Online

Vaticano, Gabriele rinviato a giudizio. A casa sua un assegno intestato al Papaultima modifica: 2012-08-13T14:44:25+02:00da
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