Trasporti Il governo cerca una soluzione, Martedì l’incontro. Lunghe attese e sovraprezzi per i biglietti. Il Garante: rottura di trattativa anomala. Codacons annuncia una class action.
Dieci. Venti. Cinquanta. Dopo lo stop ai voli di Wind Jet, tutti i velivoli della low cost sono rimasti a terra insieme ai primi otto-dieci mila passeggeri con partenza prevista per ieri. E la collera di chi s’è trovato con un biglietto di viaggio ridotto a carta straccia è esplosa: colpa delle attese di ore, dei sovrapprezzi e delle doppie tasse richiesti per un nuovo imbarco, e addirittura dei balzelli imposti da alcune biglietterie aeroportuali. Senza contare il fatto che, come ha ricordato il Garante per gli scioperi Roberto Alesse, agosto è un mese «di franchigia»: «Perché proprio ora s’è rotta la trattativa? Quello che sta accadendo – ha detto -, pur non configurandosi come sciopero, sta producendo effetti dannosi per l’erogazione del servizio pubblico».
Domenica alla rabbia dei passeggeri per le ore di attesa passate al telefono o in aeroporto, si è aggiunta l’indignazione per quei 75-80 euro di sovrapprezzo, fino a 350: «Ma perché devo pagare un nuovo biglietto?», è stata la domanda all’Ente per l’aviazione civile. «Un sovrapprezzo che in alcuni casi è stato gonfiato dai diritti di biglietteria richiesti da società di gestione», rivelano Enac e compagnie. «Cinque, 10, in alcuni casi 20 euro in più: uno sciacallaggio contro il quale ci siamo già mossi, 20 euro su 80 sono un quarto del biglietto», ha aggiunto il vicedirettore generale dell’Ente Benedetto Marasà.
Seimila passeggeri, i primi dei 300 mila che resteranno a terra da qui a ottobre, sono stati imbarcati su voli dedicati: 20 notturni di Alitalia, 16 di Meridiana, un postale di Mistral Air. Altri duemila sono stati imbarcati su aerei già programmati. Restano però problemi per destinazioni come Kiev e San Pietroburgo a causa dell’elevato sovrapprezzo chiesto dalle compagnie. Oggi è previsto un vertice tecnico. Si parlerà del piano di reimbarco dei passeggeri ma anche di quei 30 euro di tasse che proprio i viaggiatori sono costretti a pagare due volte: «Wind Jet li ha incassati – dicono dall’Enac – ma non li ha poi versati. E, siccome non sono recuperabili né trasferibili, non s’è potuto fare altro che richiederli nuovamente al viaggiatore». Il tutto, dice qualcuno, rasenta l’appropriazione indebita. E per questo, in attesa che la low cost sull’orlo del fallimento rimborsi i biglietti e versi le tasse, si sta studiando un’escamotage legale per alleggerire il passeggero di almeno questo onere. Astoi Confindustria Viaggi, invocando un Fondo di Garanzia, ha comunicato che i tour operator si stanno facendo carico di tutti i costi supplementari per la riprotezione dei tanti passeggeri che avevano acquistato un pacchetto.
Il Codacons, parlando di truffa, ha invece annunciato una class action contro Wind Jet. Ma anche contro Enac, che replica: «Sarebbe stato irresponsabile interrompere la trattativa in corso». Per tutelare passeggeri e lavoratori, è in corso una moral suasion per far riprendere la trattativa. Il ministro Passera ha convocato per domani Wind Jet, Alitalia ed Enac. Un tavolo tecnico per far luce sul fallimento del negoziato. Ma c’è chi chiede l’intervento diretto del governo.