IL CASO ILVA. Entro il 30 settembre il governo completerà l’esame dell’autorizzazione ambientale integrata.
«Per il momento vorremmo evitare» l’emanazione di un decreto d’urgenza sulla vicenda Ilva. Così il ministro dell’Ambiente Corrado Clini intervenendo alla trasmissione «Radio Anch’io» poco prima dell’audizione alla Camera. Il ministro ha spiegato che l’obiettivo «è semplificare e non sovrapporre procedure a procedure. È da tre mesi che dico: avvocati e laureati in legge riposatevi, fate lavorare gli ingegneri e i tecnologi». Sul ricorso alla Consulta, il ministro ha spiegato che «l’iniziativa del gip di Taranto che è un’iniziativa presa in modo molto scrupoloso, rischia però di confliggere con l’esercizio ordinario perchè non siamo in presenza di un’amministrazione inadempiente». «Confermo – ha aggiunto- che stiamo lavorando sull’ipotesi di un ricorso alla Consulta ma il 17 siamo a Taranto, mi auguro di avere un colloquio almeno con il Procuratore capo: se riusciamo a trovare un punto di equilibrio abbiamo risolto i problemi. Invece di aprire un conflitto potremmo lavorare insieme».
A RISCHIO SISTEMA INDUSTRIALE – Intervenendo alla Camera Clini ha poi spiegato che il governo prosegue la procedura per il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, che «intendiamo concludere entro il 30 settembre, in tempi molto rapidi». Ha inoltre ribadito che «la Presidenza del Consiglio sta valutando se sollevare il conflitto di attribuzione, ma la finalità è chiarire i termini dei ruoli non aprire un conflitto con la magistratura». Quindi ha aggiunto che con l’incertezza sui ruoli generata dall’azione della procura «è a rischio l’intero sistema industriale italiano. La finalità dell’azione del Governo verso la magistratura, con il possibile ricorso alla Consulta che stiamo valutando, è stabilire i ruoli rispettivi, non di aprire un conflitto». «Mi auguro – ha aggiunto – che la riunione che avremo il 17 agosto con le istituzioni, l’azienda e spero la magistratura, possa risolvere le problematiche rendendo più semplice la gestione successiva e la nostra attività. In Italia come in tutta Europa le autorità competenti in materia di protezione dell’ambiente e nel monitoraggio degli inquinanti sono identificate dalle leggi, oltre che dalle direttive. Nessuna legge attribuisce questo compito all’autorità giudiziaria. La situazione Ilva rischia di creare un’incertezza su questo punto che riguarda l’intero sistema industriale italiano e l’affidabilità nei confronti degli investimenti esteri. Non cerchiamo uno scontro – ha concluso – ma chiarezza di ruoli e competenze».
IMPIANTI A CALDO – Secondo il ministro se si chiudono gli impianti a caldo si chiude il centro siderurgico e non è solo per una questione tecnica. «Per spegnere ci vogliono 8 mesi -ha spiegato- poi c’è il risanamento e poi bisogna ripartire e intanto il mercato dell’acciaio aspetta l’Ilva? Non esiste, è una considerazione industrialista? può essere, ma deve essere chiaro, il ciclo a caldo non si può spegnere, si possono fare interventi selezionati, progressivi, ma se si chiude il ciclo è chiuso il centro siderurgico di Taranto».
COLLABORAZIONE OMS – Il ministro ha inoltre affermato che l’Oms collaborerà al monitoraggio ambientale della città di Taranto. «Ho chiesto all’Oms, in particolare al centro europeo su ambiente e salute di Copenaghen – ha detto – di collaborare al controllo dell’inquinamento a Taranto e ieri ho avuto la conferma dal presidente».
IL RICORSO DELL’ILVA – Interviene anche il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante. «Siamo convinti che i provvedimenti del gip siano viziati in punto di diritto, quindi ne chiediamo sostanzialmente l’annullamento» ha detto ai cronisti dopo aver depositato i due appelli contro le ordinanze del gip Patrizia Todisco del 10 e 11 agosto scorsi. «Abbiamo depositato il ricorso», ha aggiunto all’uscita dalla cancelleria del Tribunale del Riesame. «Sono ovviamente – ha spiegato – osservazioni di natura giuridica che hanno predisposto i nostri legali sui due provvedimenti che sono stati adottati dal gip. Noi chiediamo un riesame di quei provvedimenti. Inoltre, abbiamo anche proposto incidente di esecuzione: adesso spetta al giudice del riesame decidere sui ricorsi».