Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri: «Non siamo una colonia britannica». E Scotland Yard arresta tre manifestanti pro Assange.
LONDRA – Si fanno sempre più caldi i toni dello scontro diplomatico tra Ecuador e Gran Bretagna sul caso Assange. Londra è «determinata a estradare il fondatore di Wikileaks in Svezia dove è accusato di stupro e violenza sessuale», ha annunciato un portavoce del Foreign Office, spiegando anche che «il Regno Unito ha l’obbligo giuridico di estradare Assange. Rimaniamo determinati a rispettare tale obbligo». E ha assicurato «che se ci arrivasse una richiesta di salvacondotto, la rifiuteremmo». In ogni caso il ministro degli Esteri ecuadoriano Ricardo Patino ha fissato per giovedì la decisione sul caso. Ma manifestazioni di sostegno non si sono fatte attendere. E a Londra Scotland Yard ha arrestato tre persone davanti alla sede diplomatica di Knightsbridge.
MINACCE -Il governo ecuadoriano ha attaccato su più fronti, e con durezza, la Gran Bretagna, denunciando una «minaccia» ricevuta dalle autorità britanniche, sia «a voce sia scritta», di un «attacco» all’ambasciata del paese sudamericano a Londra per arrestare Assange. Sulla base di una serie di norme internazionali, la Gran Bretagna potrebbe «prendere le azioni necessarie per arrestare Assange nell’ambasciata» , afferma il testo di una lettera citata dall’agenzia ecuadoriana «Andes». Per Londra, la «strada» di tale azioni rimarrà aperta «nel caso in cui Voi non risolverete la questione della presenza del Sig. Assange» nell’ambasciata. Precisando però che l’augurio è «di non dover arrivare a tal punto». «Nel Regno Unito c’è una base legale» che potrebbe permettere tali azioni, continua il testo, ricordando «la legge sulle sedi diplomatiche e consolari del 1987». Pur comprendendo «la forte pressione politica in Ecuador» per il caso Assange, si sottolinea inoltre che la «situazione dovrà essere risolta qui, nel Regno Unito, in linea con i nostri obblighi legali», ricordando che nel caso di un via libera di Quito all’asilo, Londra «respingerà» l’eventuale richiesta di un salvacondotto.
NORME ONU – «L’ingresso non autorizzato di qualsiasi autorità britannica nell’ambasciata – ha ricordato il ministro Patino – sarà considerata una violazione» del diritto internazionale e delle norme Onu. Si tratterebbe di un fatto «improprio per un Paese democratico, civile e rispettoso del diritto», ha spiegato, ricordando che l’Ecuador «non è una colonia» del Regno Unito e che il suo Paese è pronto a convocare riunioni d’urgenza dell’Unasur (blocco che raggruppa 12 paesi del Sudamerica) e dell’Organizzazione degli stati americani (Osa).
LA VICENDA – Assange si è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra lo scorso 19 giugno per evitare l’estradizione in Svezia, dove è ricercato per essere interrogato in relazione alle accuse di molestie sessuali avanzate da due donne. L’uomo respinge le accuse e sostiene che l’estradizione potrebbe essere il primo passo verso il suo trasferimento negli Stati Uniti, dove teme di essere incriminato per la diffusione di circa 250mila documenti segreti del governo di Washington.