CORTEO REPRESSO NEL SANGUE. Marikana, la settimana scorsa altre 10 vittime negli scontri. In lotta per un aumento: ora guadagnano 400 euro.
La polizia sudafricana ha aperto il fuoco sui minatori che protestavano. È successo nei pressi della miniera di platino di Marikana, nella mattinata di giovedì. Sarebbero almeno 36 i morti.
NELLA MINIERA – Nei giorni scorsi 10 persone, tra cui due poliziotti, sono state uccise in scontri tra sostenitori di due diversi sindacati. I disordini erano iniziati venerdì, quando i lavoratori avevano incrociato le braccia nell’ambito di una disputa sui salari. Lo sciopero è poi degenerato in un conflitto aperto tra i membri dei due sindacati che si fanno concorrenza. Martedì centinaia di minatori si sono radunati nuovamente nei pressi della miniera. Molti di loro erano armati di machete, bastoni e altre armi, e hanno ballato e cantato, osservati da agenti di sicurezza. La polizia ha permesso ai minatori di manifestare, mentre sono in corso negoziati volti a porre fine alla protesta. Poi però la situazione si è fatta sempre più tesa. Temendo di non poter controllare la folla, la polizia ha quindi aperto il fuoco.
LA VERTENZA SINDACALE – La miniera è gestita dalla società Lonmin, il terzo più grande produttore di platino del mondo. Nel sito a 100 km da Johannnesburg lavorano oltre 3.000 minatori. Guadagnano in media 400 euro al mese. I sindacati chiedono un aumento pari al triplo della paga attuale. L’azienda non intende cedere, e minaccia licenziamenti di massa.
LA DIFESA DELLA POLIZIA – I poliziotti hanno sparato per «difendersi» dai manifestanti armati di machete e spranghe. Lo ha detto il commissario della polizia sudafricana in merito ai minatori uccisi ieri in scontri con le forze dell’ordine.