Blitz e controlli a tappeto. L’obiettivo sale a 15 miliardi

Approfondimenti Le politiche anti evasione. Gettito sopra le attese. In autunno le misure di semplificazione fiscale.

Un sequestro della Guardia di finanza
Un sequestro della Guardia di finanza

ROMA – Quindici miliardi di euro in cassa, e un obiettivo politico che forse ne vale anche di più. Mario Monti rinfresca i proclami di guerra contro l’evasione fiscale e va oltre, alzando l’asticella della posta in gioco. In ballo non c’è solo il gettito della lotta contro i furbi delle tasse, che quest’anno potrebbe toccare il livello record di 15 miliardi di euro. La partita è ben più grossa perché vale la stessa credibilità dell’Italia sul piano internazionale, dice il premier, quasi volesse sgombrare fin da ora, dal terreno della campagna elettorale della prossima primavera, un argomento delicatissimo. I termini del problema li aveva esposti crudamente, non più di un mesetto e mezzo fa, il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino. «La dimensione dell’evasione fiscale in Italia – ha spiegato in Parlamento – è pari al 18% del prodotto interno lordo, che ci pone al secondo posto nella graduatoria internazionale, che è guidata dalla Grecia».

La Grecia. È questo il rischio da evitare. Intensificando gli sforzi per recuperare il maltolto, ma anche cercando di spingere le forze politiche, e soprattutto il centrodestra, a prendere una posizione netta. L’eco delle campagne della Lega e di parte del Pdl contro l’Imu, gli inviti alla disubbidienza fiscale, sono ancora freschi. E se è vero che le prime misure «forti» contro l’evasione fiscale sono state varate dal governo di centrodestra, è altrettanto vero che queste sono arrivate solo all’apice della crisi del 2011, e che fin lì l’atteggiamento di Silvio Berlusconi nei confronti dei doveri fiscali era stato, quanto meno, un po’ ambiguo.

VERSO ILNUOVO RECORD – Ad ogni buon conto, Monti è deciso a tenere alta la pressione su questo fronte. Anche perché sa bene che dal recupero strutturale dell’evasione fiscale può arrivare anche parte delle risorse per ridurre la pressione fiscale. I risultati, per ora, sembrano soddisfacenti. Nel 2011, a fronte di un obiettivo concordato con il governo di 8 miliardi di euro, l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia hanno sottratto all’evasione la cifra record di 12,7 miliardi di euro. E per il 2012, a fronte di un obiettivo «ufficiale» di gettito dagli accertamenti fiscali di 10 miliardi di euro, la prospettiva è di segnare un nuovo primato: «tredici sicuri, quindici possibili» dicono gli esperti. Per raggiungere l’obiettivo non serviranno altre misure legislative: tra il decreto d’agosto del 2011, l’ultimo del governo Berlusconi, e il decreto salva Italia di dicembre, il primo del governo Monti, l’armamentario a disposizione degli agenti del fisco è completo. E insidiosissimo.

IL PIANO DEI CONTROLLI – Si tratta di mandare a regime le nuove norme, e poi tirare la rete. Solo quest’anno sono previste 380 mila verifiche fiscali, 130 mila delle quali su piccole imprese, professionisti e autonomi. Tutte le grandi imprese sono ormai affiancate dall’Agenzia delle Entrate nella gestione degli aspetti fiscali. I controlli fatti con il redditometro arriveranno a 35 mila per la fine dell’anno, e a questi si aggiungeranno altri 11 mila verifiche innescate da movimenti sospetti, comunque non giustificabili a prima vista, sui conti correnti bancari che da quest’anno vengono tutti monitorati costantemente. In più ci sono le liste, undici sono quelle già attive, dei contribuenti da sottoporre a controlli specifici. E poi ci sono i continui blitz della Guardia di finanza e degli uomini dell’Agenzia delle Entrate nelle località di vacanza e nelle zone commerciali più esclusive delle grandi città, a caccia di scontrini non emessi, auto e barche di lusso. Sono stati centinaia dall’inizio dell’anno e hanno portato multe salate e anche alla chiusura temporanea di qualche esercizio, ma questo è solo l’inizio, perché nei confronti dei commercianti «distratti» scatteranno anche accertamenti fiscali articolati ed approfonditi.

DELEGA E SEMPLIFICAZONE – Non sarà, però, solo repressione. Un sistema fiscale più semplice è una delle condizioni per ricostruire il difficilissimo rapporto tra gli italiani e le tasse. Così, per l’autunno, si annuncia una nuova ondata di misure di semplificazione fiscale. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, attende per fine settembre dai suoi uffici un’analisi costi-benefici di tutti gli adempimenti fiscali. Quelli inutili, o che non portano valore aggiunto all’amministrazione addetta ai controlli fiscali, saranno eliminati. Direttamente dall’Agenzia quando sarà possibile agire per via amministrativa, con la legge di Stabilità del 2013 se dovesse essere necessaria una modifica normativa.

Contemporaneamente decollerà l’attuazione della delega fiscale, con la regolamentazione dell’abuso del diritto, la revisione della tassazione d’impresa, il riordino e la riduzione delle centinaia di agevolazioni e sconti fiscali previsti dall’ordinamento. Dalla pulizia delle cosiddette «tax expenditures» dovrebbero uscir fuori almeno 6 miliardi di risparmio strutturale l’anno. Serviranno per scongiurare definitivamente l’aumento dell’Iva, che il governo è per ora riuscito solo a far slittare al mese di luglio dell’anno prossimo. Già evitare l’aumento delle tasse, per il governo Monti, sarebbe un grandissimo risultato. Certo, come dice il premier, un fisco più leggero è un’esigenza «sacrosanta per i contribuenti onesti», ma prima bisogna mettere i conti pubblici in assoluta sicurezza. Anche con l’aiuto delle somme recuperate agli evasori fiscali: compresi quelli che hanno portato di nascosto i soldi in Svizzera e che non si sono fidati degli scudi fiscali del governo Berlusconi. Per siglare l’accordo con Berna sulla tassazione dei non residenti serviranno ancora mesi, ma anche nell’incontro di ieri tra Monti e il presidente elvetico si sono fatti passi avanti, e l’intesa si avvicina. Insieme a una ventina di miliardi di euro: il frutto dell’imposta una tantum che, fatto l’accordo, potrebbe scattare sui capitali italiani detenuti in Svizzera.

Mario Sensini

Blitz e controlli a tappeto. L’obiettivo sale a 15 miliardiultima modifica: 2012-08-18T12:44:00+02:00da alfapenta
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