Confartigianato: Crisi profonda delle costruzioni che perdono 97mila occupati. Per pagare il mutuo le famiglie sborsano il 30,90% del reddito I consumatori: «Aumenti insostenibili che frenano consumi».
È caro-mutui: a maggio 2012 il tasso d’interesse sui prestiti alle famiglie si attesta al 4,12% (+103% su un anno). Una situazione difficile: gli italiani per pagare devono sborsare il 30,9% del reddito. Crollo per le compravendite (-17,8%) e crisi profonda per l’edilizia (-97.800 posti). La rilevazione è dell’Ufficio studi di Confartigianato che mette in luce la profonda crisi del settore delle costruzioni determinata dagli scarsi investimenti pubblici e privati.
EDILIZIA – Le cifre parlano chiaro: tra giugno 2011 e giugno 2012 le imprese del settore costruzioni, pari a 899.602, sono diminuite dell’1,36%. In calo dell’1,17% anche le imprese artigiane, che sono la fetta più consistente del settore edile: 577.588, vale a dire il 64,2% del totale. Negative le conseguenze sull’occupazione: tra giugno 2011 e marzo 2012 è diminuita del 5,1%, pari a 97.800 posti di lavoro in meno.
TASSI IN CRESCITA – Per quanto riguarda i tassi Confartigianato mette in luce che quello sui mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è sensibilmente sceso fino al minimo di 2,51% in giugno 2010: successivamente è tornato a crescere, ma a maggio 2012 si attesta sul 4,12%. Il tasso medio sui mutui a maggio 2012 è così di 103 punti base superiore rispetto ad un anno fa e di 161 punti base superiore rispetto al precedente punto di minimo di giugno 2010.
IMU E RINCARI – Tra Imu, aumenti di tariffe, treni, carburanti, alimentari e libri scolastici, le famiglie italiane si troveranno quest’anno a fare i conti con una stangata da 2.333 euro in più rispetto al 2011. È questo il calcolo di Adusbef e Federconsumatori che parlano di «aumenti insostenibili» che peseranno sui consumi e quindi sull’andamento dell’economia. Secondo i consumatori, il tasso di inflazione reale si aggirerà quindi quest’anno intorno al 5,5-6%, ben superiore dunque al tasso ufficiale misurato dall’Istat.
AUMENTI DI LUCE E TRASPORTO – In percentuale il rincaro maggiore è quello del trasporto pubblico locale, che quest’anno, secondo le associazioni, registra un’impennata fino al 30%, pari ad un incremento di 48 euro. A due cifre anche l’aumento della luce (+21%, pari a 110 euro), del gas (+11%, pari a 113 euro) e dei rifiuti (+11%, pari a 63 euro). In termini assoluti sono invece gli alimentari a registrare l’incremento maggiore (+392 euro), seguiti dai carburanti (+276 euro). Capitolo a parte per l’Imu, la cui introduzione costerà in media oltre 405 euro a famiglia. «Sono aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi» affermano i consumatori.
Redazione Online