CRISI GRECIA| nuovi colloqui AD ATENE mercoledì e poi vertici con hollande e merkel: «Sono certo che adempirà i suoi obblighi, e quindi lo scenario di una sua uscita non credo sia possibile».
Una uscita della Grecia dall’euro è «tecnicamente» possibile, ma i rischi politici sono «imprevedibili». Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker al Tiroler Tageszeitung precisando però che «l’uscita dall’Euro non fa parte delle mie ipotesi di lavoro». Nell’intervista al quotidiano austriaco, Juncker aggiunge che i mercati sono ingiusti con l’Italia e la Spagna, non prendendo in considerazione i seri sforzi di risanamento. «Non c’è nessuna ragione di dubitare delle loro volontà di consolidamento» ha detto.
«GREXIT» – Alla vigilia di nuovi colloqui ad Atene con le autorità greche, previsti per mercoledì, il presidente dell’Eurogruppo ha comunque rassicurato: «La Grecia non lascerà la zona Euro». Il presidente dell’Eurogruppo non ha però escluso una «Grexit» nel caso in cui «la Grecia violasse tutte le regole e non rispettasse nessun accordo».
INTENSIFICARE GLI SFORZI – «Non penso che si verificherà», ha risposto Juncker a una domanda del giornale austriaco Tiroler Tageszeitung Austrian su un’eventuale uscita della Grecia dalla zona euro; poi ha aggiunto che se la Grecia rifiutasse un consolidamento del bilancio e delle riforme strutturali, «allora dovremmo considerare la questione». «Ma siccome credo – ha continuato Juncker – che la Grecia intensificherà gli sforzi per adempiere i suoi obblighi, non ci sono ragioni per credere che sia possibile lo scenario di una sua uscita».
INCONTRO CON SAMARAS – Juncker incontrerà mercoledì ad Atene il premier greco Antonis Samaras, che poi a sua volta andrà venerdì a Berlino per incontrare Angela Merkel e l’indomani a Parigi da Francois Hollande. Il cancelliere tedesco e il presidente francese avranno un colloquio giovedì a Berlino.
SPAGNA E ITALIA – «Sia Spagna che Italia – prosegue il premier lussemburghese – hanno avviato misure significative di consolidamento, ma vengono trattati dai mercati come se non lo avessero fatto». Juncker ricorda che «i tassi di interesse al di sopra del 7% sono molto elevati. Nella situazione attuale non sono giusti. Il consolidamento, inoltre, richiede riforme strutturali orientate verso la crescita».
Redazione Online