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Siria, mistero al vertice: «Arrestato il vicepresidente dopo che ha tentato di disertare»

IL GIALLO SULLA FUGA DEL VICEPRESIDENTE. Secondo al Arabiya, Farouq al-Sharaa ha tentato la fuga in Giordania. Il regime smentisce. I ribelli temono per la sua vita.

In manette uno degli uomini chiave del regime di Assad? Il vicepresidente siriano Farouq al-Sharaa sarebbe agli arresti domiciliari dopo aver tentato di disertare. Lo afferma, citato dalla tv panaraba saudita al Arabiya, Marwan Hajj Rifai, responsabile del Consiglio nazionale siriano. Nelle scorse ore la tv araba aveva dato notizia della sua diserzione, poi smentita dalla tv di Stato siriana. Con lui, sempre secondo al Arabiya avevano disertato anche due alti ufficiali.

E mentre si rincorrono notizie e smentite, anche i ribelli hanno dato la loro versione: «Farouq al-Shara ha disertato e stavamo provando a farlo arrivare in Giordania». Così Luay al-Miqdad, portavoce dell’Esercito libero siriano, sentito dalla Cnn, in merito alla presunta defezione del vicepresidente siriano. Al-Shara avrebbe lasciato Damasco più di una settimana fa e sarebbe fuggito a Daraa per provare a mettere in salvo parenti e persone che lavorano a stretto contatto con lui. Sempre secondo al-Miqdad, l’esercito avrebbe intensificato ultimamente gli attacchi su Daraa proprio per cercare di uccidere il presunto disertore prima che lasciasse il Paese. Quindi il portavoce spiega: «Abbiamo perso i contatti con i nostri comandanti a Daraa che stanno provando a portarlo oltre al confine con la Giordania. Siamo estremamente preoccupati del fatto che il regime sia riuscito ad arrestare alcuni membri della sua famiglia costringedo al-Shara ad arrendersi».

FIGURA CHIAVE – Al Sharaa, 74 anni, è vicepresidente dal 2006 ed è una delle figure chiave del regime siriano. Tra i suoi numerosi incarichi anche quello di ambasciatore a Roma, la nomina risale al 1974. Secondo la fonte citata da al Arabiya, Sharaa è arrivato in Giordania passando dalla sua città natale, Daraa, circa 100 km a sud della capitale Damasco.

LE SMENTITE – Da giorni si parla di una fuga del vice presidente. Venerdì sempre Al Arabiya aveva dato la notizia attribuendo al numero due un appello all’esercito affinché «si unisse alla rivoluzione». Ma la notizia era stata poi smentita e la diserzione era stata attribuita al cugino del vicepresidente. Notizie forse non così infondate.

TRE UOMINI RAPITI – Intanto la crisi siriana continua ad avere conseguenze in Libano. Uomini armati hanno rapito tre siriani sulla strada per l’aeroporto di Beirut. Lo riferisce l’agenzia di stato libanese Nna. L’odierno sequestro fa seguito a quello di decine di siriani ad opera di un clan sciita, rappresaglia al rapimento di un loro parente in Siria da parte di un gruppo ribelle nelle vicinanze di Damasco. Al momento le autorità non hanno chiarito se gli eventi odierni sono collegati ai precedenti.

BOMBE A DAMASCO – E nella giornata di venerdì almeno 74 persone sono state uccise nelle violenze di oggi in diverse parti della Siria. Lo fa sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani di Londra, precisando che 19 delle vittime sono state registrate ad Aleppo. Le forze governative hanno bombardato pesantemente alcuni quartieri nella parte ovest di Damasco e si sono scontrate con ribelli. Moaz al-Shami, un attivista che si trova nella capitale, ha descritto i bombardamenti come «incessanti» e ha riferito che cecchini stanno sparando dalle montagne Qassioun, che sovrastano la città. Ad Aleppo ci sono stati combattimenti soprattutto nella zona sudoccidentale e nei pressi dell’aeroporto, a circa 15 chilometri a sudest del centro storico. L’agenzia di stampa ufficiale Sana ha riferito che «terroristi armati» sono stati respinti da entrambi i lati dello scalo.

RUSSIA BOCCIA NO FLY-ZONE – La Russia, il più strenuo alleato del regime di Bashar el Assad, ha bocciato ogni ipotesi di imporre una no-fly zone sui cieli della Siria. Per il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov si tratta di una proposta «inaccettabile che viola la carta Onu».

«IL POPOLO SIRIANO NON È SOLO» – E dal Palazzo di Vetro è arrivata la prima dichiarazione di Brahimi, nuovo inviato speciale per la Siria di Onu e Lega Araba «Non c’è dubbio che non sarò in grado di fare nulla senza il sostegno e la cooperazione dei siriani». Lakhdar Brahimi ha detto alla Bbc: «Potrei fallire con tutta probabilità, ma alle volte si è fortunati e si riesce». Brahimi ha poi sottolineato che la missione per la soluzione diplomatica della crisi «va portata avanti, dobbiamo dimostrare che il popolo siriano non è stato abbandonato». E proprio mentre Brahimi ha pronunciato è iniziata la smobilitazione degli osservatori della missione Onu a Damasco, che il Palazzo di Vetro ha deciso di non chiudere.

Redazione Online

Siria, mistero al vertice: «Arrestato il vicepresidente dopo che ha tentato di disertare»ultima modifica: 2012-08-18T14:57:54+02:00da
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