SIRIA, tragico bilancio per gli inviati nel cuore della guerra civile. Mika Yamamoto aveva rischiato la vita anche nel 2003 in Iraq. Si teme per altri due reporter, ora tra i dispersi.
Due vittime. E altri due per ora considerati dispersi. Un tragico bilancio per gli inviati di guerra della stampa internazionale che cercano di testimoniare i fatti della terribile battaglia in corso ad Aleppo, in Siria. E’ morta la reporter giapponese Mika Yamamoto, luna lunga esperienza anche in Iraq, dove aveva già rischiato la vita nel 2003. E secondo al Jazira, è morto negli stessi scontri anche un giornalista turco.
LA CONFERMA GIAPPONESE – Mika Yamamoto seguiva per Japan Press e per alcune emittenti televisive la situazione siriana. La conferma della sua morte è arrivata dal ministero degli Esteri del Giappone tramite il portavoce Masaru Sato. Al momento della morte, ha spiegato Sato, la reporter si trovava con un collega di Japan Press, ma non sarebbe chiaro né quando né dove sarebbe stata colpita. Secondo Kazutaka Sato, un collega di viaggio e di testata di Yamamoto, testimone oculare della tragedia, la donna è stata colpita durante uno scontro a fuoco tra soldati e ribelli, probabilmente dalle pallottote di quest’ultmi. «Abbiamo visto – ha raccontato Sato – un gruppo di persone in tuta mimetica correre verso di noi e sembravano soldati governativi. Hanno sparato a caso a soli 20-30 metri di distanza o anche da più vicino». Il governo giapponese ha espresso cordoglio e rammarico per la morte della giornalista. Secondo l’Osservatorio per i diritti dell’Uomo, altri tre reporter, due arabi e un turco risultano dispersi.
ESPERTA DI CONFLITTI – Mika Yamamoto, 45 anni, lavorava per la piccola agenzia di stampa indipendente ‘Japan Press’. La donna, prima cittadina di Tokyo e quarta reporter straniera a perdere la vita nel conflitto in Siria, era una veterana del giornalismo di guerra, con esperienze in Afghanistan e Iraq, dove nel 2003 sfuggì per miracolo al bombardamento del ‘Palestine Hotel’ di Baghdad da parte di un carro armato americano: per quel reportage fu insignita del premio ‘Vaughn-Ueedà, sorta di versione nipponica del ‘Pulitzer’.