CRISI E LAVORO. «Saranno misure mirate, territoriali, misure microeconomiche che dovranno essere spese bene».
Dopo i messaggi di ottimismo del premier Monti e del ministro Passera, ora tocca a Fornero: «Credo sia giunto il momento in cui occorre ritrovare la fiducia, che non vuole dire facile ottimismo e tanto meno ottimismo superficiale destinato a infrangersi. Vuol dire ritrovare una capacità di progettazione del futuro e avere controllo dei problemi pur gravi che ci sono. E avere fiducia nella capacità di risolverli. Questo coincide con un po’ più di prospettiva». È quanto ha dichiarato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a Radio Anch’io in un’intervista in cui il ministro ha parlato a lungo anche delle prossimo mosse del governo. Soprattutto sul tema giovani.
IL PIANO – «Il nostro paese – ha spiegato Fornero prima di recarsi al meeting Cl – per troppo tempo non ha fatto i conti con un dislivello tra domanda la complessiva e le risorse nel loro insieme, scaricando questo eccesso di domanda sulle generazioni più deboli». Per questo l’esecutivo sta pensando a un Piano giovani: un programma che non conterrà «misure eclatanti» ma piuttosto «mirate, territoriali, minute, misure microeconomiche e non una quantità eccessiva di risorse, ma che dovranno essere spese bene». La «costituzione di un grande debito su spalle» dei giovani, ha ricordato il ministro «è stata la conseguenza più macroscopica di assenza di lungimiranza» visto che «tutti sanno che un debito che cresce prima o poi diventa insostenibile. Noi siamo arrivati al momento della insostenibilitá del debito , e abbiamo dovuto ricorrere a misure piuttosto severe».
FISCO – Ma, ci tiene a precisare Fornero, bisogna prima di tutto intervenire sulla tassazione sul lavoro, che continua ad essere «troppo alta». È arrivato il momento di alleggerire il carico fiscale sul costo del lavoro, a parità di gettito. «È l’aspirazione del ministero, dopo la riforma del mercato del lavoro. Me ne assumo la responsabilità – ha sottolineato Fornero -. Sarà la mia argomentazione in consiglio dei ministri che confronterò con i colleghi e il presidente». Una questione, quella della detassazione dei salari, su cui ha espresso apprezzamento anche Bonanni. Sul suo impegno al dicastero, la titolare del welfare si è poi lasciata andare a uno sfogo: in questi mesi «ci sono stati momenti di grandissima amarezza, nei quali, anche come persona, mi sono sentita ferita. Ma – ha precisato il ministro – io credo che lo spirito con il quale ho accettato l’invito del presidente Monti rimanga, e quindi nel complesso devo dire di sì, rifarei il ministro».