LA CONVENTION REPUBBLICANA. Il candidato repubblicano: discorso efficace ma «frenato». Lo show di Eastwood con un Obama fantasma. USA 2012 – dal palco della convention repubblicana. Eastwood esalta la folla fingendo di parlare con il presidente.
TAMPA (Florida) – «Non abbiate remore ad abbandonare Obama anche se quattro anni fa siete stati orgogliosi di votare per il primo presidente nero della nostra storia: sapete bene che ha sbagliato. Da americano speravo avesse successo, ma ci ha deluso. Mettiamoci alle spalle tutte queste delusioni, finiamola con le divisioni e le recriminazioni. Ora è il momento di alzarsi e dire: sono un cittadino di questa grande nazione, sono capace di plasmare il mio destino e merito qualcosa di meglio, per me e per i miei figli. Ora è il momento di riprenderci la promessa dell’America».
Così, con un discorso efficace ma meno incisivo di quello che era stato annunciato, Mitt Romney ha accettato ieri notte a Tampa l’investitura repubblicana per la corsa alla Casa Bianca.
PROMESSE – Dal palco il leader mormone (che ha appena menzionato la sua fede per poi insistere sull’impegno a garantire la piena libertà religiosa) ha cercato di rassicurare gli elettori della destra sulla sua affidabilità di vero conservatore. Ma poi, dopo aver promesso severità e il coraggio di dire verità difficili, ha presentato un programma «in rosa», zeppo di promesse per tutti, da 12 milioni di nuovi posti di lavoro a scuole capaci di offrire un «futuro luminoso» a tutti i giovani, mentre «nessun anziano dovrà temere di non avere la pensione». E alla fine, più ancora sulla forza della sua proposta, è sembrato puntare sulla disillusione di un’America «sedotta e abbandonata» dal suo attuale presidente.
LA SEDIA VUOTA – Se la strategia ha pagato, lo diranno i sondaggi. La sensazione a caldo è che, ancora una volta, il suo popolo abbia stentato a mettersi in sintonia con un leader che gli rimane in qualche misura lontano se non proprio estraneo. Ovazioni più calde le ha avute il giovane senatore della Florida Marco Rubio, che ha introdotto Romney. Per non parlare del «mostro sacro» di Hollywood Clint Eastwood, arrivato a sorpresa sul palco per partecipare all’«incoronazione» dell’ex governatore del Massachusetts con una «performance» che ha mandato in visibilio la platea, anche se non è stata priva di momenti grotteschi: il grande attore e regista ha intervistato una sedia vuota fingendo che ci fosse seduto Obama. Si è fatto domande e ha dato le risposte, ha ironizzato sulle lacrime di commozione per l’elezione di Barack, 4 anni, fa e su quelle dei 23 milioni di disoccupati che vagano oggi per l’America in cerca di lavoro. Concludendo con un rude «Obama, stai diventando peggio del tuo vice Biden».
FAMIGLIE – Prima ancora era toccato all’ex governatore della Florida Jeb Bush che ha tratteggiato le figure dei due presidenti di famiglia: il padre dipinto come un gigante della politica e il fratello «che amo e che ha tenuto il Paese unito in un momento molto difficile» dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Alla fine ha chiesto a Obama di smetterla di scaricare le sue responsabilità sull’eredità lasciata dal suo predecessore. La serata è stata conclusa dalla tradizionale cascata di palloncini e coriandoli rossi bianchi e blu sulla platea e sul palco riempito dalle famiglie Romney e Ryan al gran completo, e dalla benedizione del cardinale di New York, Timothy Dolan. Il compito di «umanizzare» la figura del candidato è stato affidato a una serie di filmati sulla storia della sua famgilia, con Mitt e Ann a parlare d’amore e a coccolare i cinque figli appena nati e poi nella loro adolescenza, trasmessi a intervalli sui megaschermi del Tampa Bay Times Forum durante tutta la serata.
«Se avessi qui il presidente Barack Obama, gli farei due o tre domande» ha esordito Eastwood, indicando la sedia vuota. Chi pensava sarebbe stata solo una battuta iniziale è rimasto spiazzato, perché lo scambio con il compagno immaginario è andato avanti: «Come? Cosa vuoi che dica a Romney? No, questo è troppo diglielo tu stesso, sei pazzo». Clint Eastwood, 82 anni, professione regista e attore, per Mitt Romney ha accettato dunque di essere l’ospite a sorpresa della convention repubblicana. Lo sport della vigilia è stato cercare di indovinare cosa avrebbe detto, come avrebbe parlato del candidato repubblicano alla presidenza, se avrebbe attaccato Barack Obama e come lo avrebbe fatto.
Nessuno si aspettava quello che è successo: un discorso ironico, in vari punti a braccio, in cui Eastwood per circa un quarto d’ora ha «scambiato» battute con una sedia vuota, fingendo che vi fosse seduto il presidente Obama. «Hai fatto abbastanza, ma non sei abbastanza forte, ora è tempo che qualcun altro si faccia avanti e risolva i problemi», ha detto. Barack Obama ha fallito e quando «qualcuno non porta a termine il compito bisogna lasciarlo andare». Clint Eastwood ha lanciato il suo appello per Mitt Romney dal palco della convention repubblicana, ricordando l’elezione del 2008 «quando tutti piangevano, Oprah piangeva, ho pianto persino io», ha detto, «poi ho scoperto che ci sono 23 milioni di disoccupati là fuori, questa sì è una cosa per cui piangere, una disgrazia nazionale». Eastwood ha criticato Obama per come ha gestito il conflitto in Iraq, la guerra in Afghanistan, per la richiesta della chiusura del carcere militare di Guantanamo, a Cuba (una cosa a cui il regista si oppone) e ha attaccato anche il vicepresidente, sempre rivolgendosi alla sedia vuota: «stai diventando peggio di lui, che è un ghigno con un corpo alle spalle».
«OBAMA È MIO»– L’America è degli americani e non dei politici: «Loro sono nostri dipendenti. Sono i politici – ha aggiunto Eastwood – a essere nostri ma se io dico che Obama è mio allora sono un razzista pro-schiavitù», ha ironizzato elettrizzando la platea. «Conservate qualche applauso per Romney – ha concluso Clint Eastwood – io ho cominciato, spetta ora a voi finire».
LO SHOW – Uno show a due – si fa per dire – con un «ospite fantasma», che ha scatenato reazioni contrastanti: indubbio il divertimento della platea di Tampa, che ha sottolineato con fragorosi applausi e risate le battute più divertenti («Make my day», in italiano «coraggio, fatti ammazzare», ha urlato qualcuno dal pubblico citando una battuta del film «Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo»). Scettici giornalisti e blogger, molti dei quali hanno trovato inappropriato alla serata la performance di Eastwood, tanto più che è stata la prima della tranche finale di interventi: dopo il regista ha parlato Marco Rubio, che ha presentato Mitt Romney.
Massimo Gaggi e Redazione Online