REGGIO EMILIA. Il procuratore nazionale antimafia interviene alla festa dell’Unità di Reggio Emilia. Cicchitto: «Faccia i nomi». L’ex ministro. Non risponde invece alle domande sulla procura di Palermo e le intercettazioni delle telefonate di Napolitano.
Come nel ’92 «oggi assistiamo ad una ulteriore destabilizzazione fatta da menti raffinatissime contro la magistratura e contro il capo dello Stato». Si esprime così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso intervenendo alla Festa del Pd a Reggio Emilia parlando delle polemiche attorno alle intercettazioni che hanno coinvolto Napolitano. «Le stragi mafiose del ’92 si inserivano in una strategia più ampia che tendeva a mantenere l’esistente ed a fermare la spinta al cambiamento -afferma Grasso – oggi c’è una ulteriore destabilizzazione fatta da menti raffinatissime contro la magistratura e contro il capo dello Stato»
MOBILITAZIONE – Secondo Grasso per sconfiggere la mafia «serve una mobilitazione come quella che ci fu nelle campagne alla nascita della Repubblica, e bisogna risolvere anche il problema sociale: non si può parlare di cultura della legalità a chi ha il figlio che ha fame e piange: quella persona cercherà se no nelle organizzazioni criminali il modo per soddisfare i propri bisogni».
«FACCIA I NOMI» – A Grasso replica il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. «Visto il ruolo che ricopre Grasso dovrebbe dirci in modo assai preciso il nome e il cognome e anche le azioni concrete messe in atto dalle menti raffinatissime che, come nel 1992, stanno conducendo un attacco a giudici e al Quirinale -afferma- in primo luogo, che cosa farebbero adesso quelle menti raffinatissime, perchè Falcone usò quella espressione per riferirsi al fallito attentato della Addaura». E ancora: «Se il dottor Grasso, anche giocando sull’equivoco di una citazione, arriva a equiparare il numero di Panorama al fallito attentato della Addaura a Falcone, non solo afferma una autentica sciocchezza, ma cade in un incredibile e inaccettabile esercizio di faziosità politica».
MANCINO – «Il conflitto tra i poteri dello Stato? Spero che cessi». Questa l’unica battuta dell’ex presidente del Senato, Nicola Mancino, concessa ai giornalisti che lo hanno avvicinato al Santuario di Montevergine prima di una cerimonia religiosa. Alle domande insistenti dei cronisti sulla questione sollevata dal Capo dello Stato rispetto alla Procura di Palermo sulla intercettazione delle telefonate di Napolitano Mancino ha risposto: «Di questo non voglio parlare». (Fonte Ansa)