Slitta però l’incontro al ministero dello sviluppo economico, l’azienda congela gli impianti. Confederali uniti incontrano Alfano, Bersani e Casini. Assemblea dei lavoratori a Portovesme, gesti di disperazione.
ROMA – Si inasprisce nuovamente la protesta degli operai dell’Alcoa di Portovesme. Martedì mattina tre lavoratori dello stabilimento sardo con un gesto disperato sono saliti a 70 metri d’altezza su uno dei silos dell’impianto. È successo durante l’assemblea dei lavoratori, che si è conclusa in prima mattinata e segnala Rino Barca a Corriere.it, segretario Fim Cisl Sardegna, sarebbero «anche disposti a iniziare uno sciopero della fame se il governo non intraprende delle azioni risolute per risolvere la vertenza».
LA SITUAZIONE – Il silos, senza manutenzione da tempo, è lo stesso su cui un gruppo di operai Alcoa mantenne un presidio di protesta per una decina di giorni nel novembre 2009, quando la multinazionale statunitense per la prima volta annunciò la fermata della fabbrica di alluminio di Portovesme. «Ma stavolta la situazione sul silos è ben più pericolosa rispetto ad allora», riferisce Barca. «Senza manutenzione, i rischi sono alti. Stiamo cercando di contattarli e persuaderli a venire giù», aggiunge il sindacalista. Massimo Cara, un altro rappresentante sindacale, ha riferito che i due operai minacciano atti di autolesionismo se la multinazionale statunitense non arresterà le procedure di fermate delle celle elettrolitiche nello stabilimento.
L’INCONTRO – E martedì è proprio il giorno in cui una delegazione Rsu di Alcoa e i vertici dei principali sindacati di categoria incontreranno i leader della maggioranza di governo: Angelino Alfano, Pierluigi Bersani, Pier Ferdinando Casini, per un sostegno più incisivo dell’esecutivo nella vertenza dell’Alcoa di Portovesme. In queste ore, nello stabilimento del Sulcis si sta tenendo l’assemblea generale dei lavoratori dell’Alcoa per informarli sui motivi del rinvio e della riprogrammazione a lunedì 10 settembre dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico e per organizzare nuove forme di mobilitazione in vista dell’incontro.