Svuotavano conti correnti rubando codici. Operazione della Polizia postale di Bologna. In manette due romeni, un egiziano e un’italiana. Quasi 500 vittime in Italia, sottratti almeno 200mila euro.
I quattro arrestati |
BOLOGNA – «Gentile cliente, la informiamo che allo scopo di migliorare la sicurezza è stato attivato il nuovo servizio…»; «La Sua banca ha il piacere di invitarLa…»; «Complimenti, hai vinto…». Comunicazioni così, spesso per toni e grafica assolutamente credibili. Si insinuano nelle caselle di posta elettronica. E da lì sferrano attacchi micidiali ai nostri patrimoni. A smascherare l’ultima, sofisticata truffa telematica, è stata la Polizia postale dell’Emilia Romagna, dopo mesi di indagini e una sessantina di perquisizioni tra Piemonte, Lombardia e Veneto, nell’ambito di un’operazione denominata «Golden Cards». Al termine delle indagini, sono finiti in manette due egiziani (Mohamed Attia e Scherif Zain), un romeno (Cirstoiu Raul) e un’italiana (Gisella Purpura): i componenti di un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di frodi informatiche e indebito utilizzo di carte di credito. Vittime dei raggiri, quasi 500 persone in tutta Italia.
LA DENUNCIA – Le indagini sono partite in seguito alla denuncia di un cittadino bolognese che si era visto trasferire 6.500 euro dal proprio conto BancoPosta a un altro conto corrente. «L’organizzazione, esperta in “phishing”, ha utilizzato per la prima volta, connessioni con Internet key e smartphone associati a più sim card», spiegano dalla polizia postale di Bologna. «Attraverso mail di allerta che segnalavano vincite e premi i malviventi acquisivano fraudolentemente i codici e password dei conti correnti di ignari titolari per poi trasferire somme di denaro verso altri conti correnti o carte prepagate attivate ad hoc, incassando successivamente il maltolto e inviandolo all’estero».
I FLUSSI DI DENARO – I fatti, precisa la Polizia postale, sono aggravati dalla transnazionalità del reato; le sim card utilizzate erano anche di operatori internazionali. L’analisi dei flussi finanziari generati dall’attività illecita ha permesso agli investigatori di stabilire che, in un periodo di circa sei mesi, l’organizzazione ha raggirato 489 vittime su tutto il territorio nazionale, per un danno di oltre 200mila euro. Denaro in larga parte trasferito oltre confine, soprattutto in Romania. In un anno, sostengono gli inquirenti, i componenti dell’organizzazione potrebbero aver sottratto almeno due milioni di euro a migliaia di utenti.